LNBQ – Chi controlla le lettere che firma il Papa?
(Segnalazione di Federico)
A proposito della lettera di Papa Francesco alla coppia gay con tre figli adottivi che abbiamo pubblicato più sotto, ecco un articolo de La Nuova Bussola Quotidiana a firma di Lorenzo Bertocchi che dà della missiva una lettura diametralmente opposta a quella fornita da Adista. Ne offriamo un’ampia sintesi.
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Dopo aver spiegato che la lettera “del Papa” è in realtà firmata dall’assessore per gli Affari generali della Segreteria di Stato, monsignor Paolo Borgia LNBQ spiega che la medesima è stata pubblicata sulla pagina facebook di uno dei due “omogenitori”, Toni Reis, attivista, educatore e giornalista di una testata che si occupa in particolare dei diritti Lgbt.
Reis, prosegue LNBQ, ha detto alla stampa brasiliana che la lettera «significa un grande progresso in una istituzione che durante l’inquisizione bruciava i gay e ora ci invia una lettera ufficiale congratulandosi con la nostra famiglia. Sono molto felice, ora io posso morire in pace».
La coppia di “omogenitori” aveva inviato nell’aprile scorso una missiva al Papa raccontando del battesimo dei loro figli adottivi ed ora, prosegue sempre LNBQ, essi considerano la risposta come una congratulazione per il battesimo dei figli adottivi di una coppia gay brasiliana e, più in generale, come una benedizione papale per le famiglie arcobaleno.
Di tutt’altro avviso invece la lettura che Bertocchi dà nel suo articolo. Ecco come prosegue:
La Nuova Bussola Quotidiana ha contattato la Sala stampa della Santa Sede per capire un po’ meglio la storia di questo scambio epistolare. La Vice direttrice, Paloma García Ovejero, sottolinea che si tratta di una delle tante risposte di routine, in questo caso «preparata dalla Sezione portoghese», che l’assessore della Segreteria di stato invia alle migliaia di missive che il Papa riceve. Inoltre, «non c’è nessun riferimento personale che faccia pensare o collegare che il Santo Padre ha voluto inviare un messaggio particolare. Anzi, viene indirizzata a un “Prezado Senhor”, cioè, “Gentile signore”».
A questo punto sembra di trovarsi davanti a un caso simile a quello del 2015, quando una lettera inviata sempre dall’assessore della Segreteria di Stato, allora era monsignor Peter Wells, sollevò un polverone mediatico. Quella missiva si rivolgeva a Francesca Pardi, fondatrice insieme alla compagna Maria Silvia Fiengo della casa editrice per l’infanzia ‘Lo Stampatello’ e autrice di libri ‘gender’ che erano stati messi al bando dal sindaco di Venezia, e molti avevano prontamente titolato “Il Papa benedice i libri gender”.
Intervenne anche allora la Sala stampa vaticana per buttare acqua sul fuoco e ribadire che «si trattava di una risposta privata e quindi non destinata alla pubblicazione (cosa che purtroppo è avvenuta). Tuttavia in nessun modo la lettera intendeva avallare comportamenti e insegnamenti non consoni al Vangelo». E, infine, si stigmatizzavano le strumentalizzazioni della lettera.
Se anche nel caso della coppia gay brasiliana – conclude il giornalista de LNBQ – si tratta di uno scivolone burocratico, allora sarebbe il caso che in Segreteria di stato si ponessero qualche domanda in più quando preparano risposte di routine. Sopratutto perché dietro l’angolo c’è sempre qualcuno pronto a strumentalizzare le risposte. E anche per evitare che qualche malpensante creda che dentro le mura vaticane vi siano zelanti attivisti, interessati ad aprire porte al mondo Lgbt.
Di fronte alle tempeste mediatiche che queste risposte di routine sollevano, sarebbe opportuno che dalle sacre stanze arrivasse qualche precisazione in più. Ad esempio ribadendo, come è scritto nell’esortazione Amoris laetitia, che «non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia». Inoltre, non guasterebbe che i responsabili di queste spiacevoli situazioni venissero invitati a svolgere un altro incarico.