Articoli / Blog | 29 Luglio 2017

Agi – In ode alla Zanzara di Cruciani e Parenzo

Da venerdì 28 luglio fino a lunedì 18 settembre La Zanzara sarà chiusa, e io come farò? Mi attende un estate sul GRA e sarò in auto proprio nelle ore in cui Giuseppe Cruciani e David Parenzo dovrebbero essere ai microfoni ma non ci saranno: mi sentirò solo.
Mi pare di sentire uno degli spot di autopromozione che i due mandano durante la trasmissione in cui un signore dice “quando arriva La Zanzara, io giro su Radio Maria”: ecco forse qualcuno mi dirà che un prete dovrebbe ascoltare Padre Livio e non Cruciani, ma io preferisco il secondo al primo. Il Rosario lo dico, per carità: e anche la Liturgia delle Ore e la Messa. Ma quando ascolto la radio preferisco il calore de La Zanzara. Condivido poco di quello che ascolto e quando sono d’accordo sono – ahimé – quasi sempre dalla parte di Parenzo. Ma sono affascinato dal ritmo, dalla velocità e soprattutto dalla verità di quanto ascolto. La verità, sì. Il segreto de La Zanzara è che usciti dal lavoro ascoltiamo alla radio le stesse cose che abbiamo detto in ufficio. O sul camion, o dal salumiere o al bar. O anche più giù. O anche più su. Fate voi. Cruciani sarebbe onorato di questo scendere, Parenzo ne sarebbe inorridito e tutti gli altri, cioè noi tutti, li guarderemmo compiacersi e inorridirsi ben sapendo che giù o su, quelli comunque siamo noi.
Chi ha provato qualche volta a dipingere, sa che viene il momento in cui bisogna allontanarsi un po’ dal quadro. Bisogna alzare il pennello dalla tela e guardare quello che abbiamo fatto. Poi avvicinarsi di nuovo e, magari, buttare tutto. O correggere o proseguire. La Zanzara è quel momento del giornata. Veniamo dal lavoro, dalle delusioni del lavoro, dallo stress del lavoro o dalle sue soddisfazioni e ci aspetta casa, il calcetto, un litigio non concluso e allora ascoltiamo Cruciani e Parenzo che con il loro tango perfetto, con i loro ascoltatori folli che telefonano, ci fanno ridere e ci fanno arrabbiare. Soprattutto ci lasciano in ogni caso stupefatti per come ci consentono di dire a noi stessi che quelli, nel bene e nel male, siamo proprio noi. Io conosco moltissimi ascoltatori della Zanzara: posso dire di non averla mai nominata a qualcuno scoprendo che non la conosceva e non conosco nessuno che ne parli bene. Molti la odiano. Quasi tutti vorrebbero chiuderla, bruciarla. Ho amici che dicono di Cruciani e Parenzo quello che non direbbero del loro peggior nemico. Ma tutti la ascoltano. La sentono di nascosto, vergognosi, senza parlarne, si sintonizzano quando sono soli in macchina, ma la ascoltano. David Parenzo e Giuseppe Cruciani tirano fuori il peggio di noi facendoci capire che se c’è stato un meglio di noi è perché esso è stato visceralmente collegato al quel nostro peggio che tanto ci fa inorridire. Conosco gente che ha scaricato su podcast spezzoni de La Zanzara in cui un tizio o una tizia sono riusciti a “vincere” contro Cruciani perché lo hanno azzittito. “Capisci – mi hanno detto – anche Cruciani taceva”.
Ascoltiamo La Zanzara e ci immaginiamo chi parla perché chi parla siamo noi, sono io. Siamo quelli che hanno litigato ma soprattutto quando siamo quelli che non hanno avuto il coraggio di litigare, siamo quelli che si sono arrabbiati ma soprattutto siamo quelli che si sono tenuti dentro tutto. Azzardo un paragone irriverente: Cruciani e Parenzo sono il Fantozzi del mondo di oggi.
I prossimi giorni senza La Zanzara saranno lunghi. Meno male che il traffico sarà veloce. Dirò il Rosario. Ma senza Radio Maria.

Tratto da AGI