MIO Anno II n. 29/ DON MAURO LEONARDI PARLA CON I LETTORI – Il comune senso del pudore
Mauro Leonardi (Como 1959) è stato ordinato sacerdote dal 29 maggio 1988. Vive a Roma presso l’Elis centro di formazione per la gioventù lavoratrice accanto alla parrocchia di san Giovanni Battista in Collatino. È cappellano del Liceo dell’Accoglienza Safi Elis. Da anni pubblica racconti, articoli, saggi e romanzi. Scrive su diverse riviste e quotidiani. Il suo blog è Come Gesù.
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Caro don Mauro,
Sono un’anziana signora di Mestre e quest’anno ho trascorso qualche giorno di vacanza in riviera Romagnola. Sarò una persona d’altri tempi, ma non le pare di cattivo gusto lo spettacolo che certe giovani offrono con costumi sempre più striminziti, topless, modi provocanti? Per non parlare dei ragazzi pieni di tatuaggi e piercing. Possibile si sia perso il senso del pudore? Dove andremo a finire? (Luisa, Viserbella)
Cara Luisa.
Cos’è il pudore? È il senso di custodia di sé che si elabora quando si è consapevoli di essere un tesoro. Di essere e di avere una bellezza tale da non poter essere svenduti e vilipesi. È un concetto che più che con i centimetri di costume ha a che vedere con la dignità umana e si trasmette con l’amore. Io so di valere, se valgo per qualcuno. Per questo l’amore è così importante nell’elaborazione personale del senso di pudore. Dio ci ha creati nudi. Il corpo umano in sé non ha nulla di brutto o di cui vergognarsi: anzi. È tempio dello Spirito. Pensa alla Cappella Sistina dove Michelangelo dipinse completamente nudi tanti personaggi. Oppure rifletti sulle statue greche dove la nudità era associata all’ idea di armonia, di forza e di bellezza.
Direi quindi, Luisa, di non scandalizzarsi e di non essere duri di fronte a queste giovani e questo giovani che esaltano a modo loro la loro bellezza. Piuttosto interroghiamoci sull’amore che abbiamo per questi ragazzi. Cerchiamo di parlare loro e di far loro scoprire il senso ed il valore profondo della loro unicità e quindi della loro bellezza. Di come si possa valorizzarla e quindi custodirla.