FarodiRoma – Siccità. Il Papa che fa chiudere i rubinetti delle fontane è uno di noi
Papa Francesco pensa come la gente qualsiasi.
A causa della siccità fa chiudere le 100 fontane del Vaticano che non zampilleranno più fino a quando non sarà superata l’emegenza idrica. Per il dolore dei turisti che rimarranno senza selfie, non ci saranno più giochi d’acqua in piazza San Pietro né dentro le Mura Leonine. Ma la gioia dei romani è così grande che la notizia passa di bocca in bocca più veloce di internet. Si vede che il Papa vive la realtà della nostra città, dice la gente: vive le nostre cose e sta dentro la nostra vita.
Quando i dotti si interrogano su cosa significhi davvero per il Papa essere il vescovo di Roma spesso ne fanno solo una questione di ecclesiologia e di teologico primato petrino: invece con questo gesto ancora una volta, per la gente, il Papa non è stato il primo cittadino del Vaticano ma uno che vive a Roma ed è “uno di noi”. Uno che non si fa scudo dell’abitare tecnicamente in un altro stato, che non gode delle immunità politica e diplomatica per avere una vita più comoda ma uno che soffrirebbe troppo nel vedere zampillare giochi d’acqua a spreco mentre la gente che vive a pochi metri la deve razionare.
Io ho saputo della decisione papale non dai social come sarebbe normale oggi ma come ai vecchi tempi: da una telefonata che mi raccontava come il Papa fosse davvero uno di noi, uno che non sta chiuso là dentro ma vive la nostra vita. Non si conoscono i meccanismi della decisione papale ma non è difficile immaginare che sia avvenuta come nelle case della povera gente: “Hai chiuso il rubinetto? Non sprecare l’acqua, guarda che ce n’è poca”: se le frasi non saranno state proprio queste, di sicuro non saranno state molto diverse.
Le cose importanti della vita non avvengono attorno ai tavoli delle riunioni ma nei corridoi. Sentendo delle pioggie al nord c’era già chi aveva cominciato a parlar male dei giornalisti che erano i soliti esagerati. Sono i discorsi di chi non rischia di essere colpito dal razionamento idrico e che non si fa problema di continuare a spingere al massimo il condizionatore d’aria.
Invece il Papa non scrive la Laudato Si: la vive. Se la Regione Lazio provvede a razionalizzare i rifornimenti d’acqua per la drammatica situazione idrica del lago di Bracciano il Papa si dimostra Vescovo di Roma e dà lezione ai potenti del G7: loro parlano di teorie, il Papa guarda alla città dove vive saltandosi la separazione legale del Vaticano e spegne le proprie fontane. Intervento pratico immediato, significativo. Intervento laico si dirà. Che c’entra Dio con lo spegnere le fontane? borbotterà qualche clericale. È il bicchiere d’acqua che Gesù ci chiede di dare a chi c’è lo chiede: la misura dell’amore su cui saremo giudicati.
Tratto da FaroDiRoma