Blog / Lettere | 11 Luglio 2017

La Lettera di Marco Tamburri – Marco era gay ed adesso non lo è più

Ho 50 anni, sono ateo.

Dall’età di 7 anni sono stato attratto da uomini maturi in modo del tutto esclusivo.
Dai 12 anni ho cominciato a provarne attrazione visiva palese ed esclusiva quando a 26 anni decisi di andare in psicoterapia.
Erano uomini dai 55 anni in su, attrazione verso le donne zero! Uomini robusti, in carne, icona del “papà”-tipo.
Pensavo di essere davvero omosessuale, una auto-diagnosi a cui ero molto “affezionato”.
Le mie fantasie masturbatorie si ispiravano sempre alla figura dell’omone maturo robusto in carne, un classico “paparone”.
Con loro mi sono sentito sempre come un “cucciolo” proprio come se riattivassi un rapporto regressivo (in forma erotizzata) “bambino-papà”.

A 16 anni ebbi l’occasione di un rapporto con una ragazza ma in intimità fisica con lei non provai assolutamente nulla, ne rimasi sconfortatamente deluso e la cosa mi convinse che sotto sotto ero proprio “omosessuale” visto che anche l’attrazione visiva per le donne era zero!

Elaborando con lo psicoterapeuta la mia storia e la mia attrazione, gradualmente scoprivo uno scioglimento libidico dell’attrazione verso gli uomini e una graduale libidizzazione spontanea verso le donne….
Non credevo ai miei occhi e ai miei cambiamenti graduali !!
Elaborai molto il rapporto con mio padre (i maturi rappresentavano proprio il padre!) e scoprivo che attraverso i “paparoni” desideravo compensare la carenza di attenzione, di approvazione e di appartenenza maschile non ricevuta pienamente da mio padre reale (che guarda caso era NON giovane) !

E così nel tempo l’attrazione verso le donne aumentava con mia grande sorpresa ! Avevo interiorizzato che “cambiare non era possibile” ! Che tortura !

Ho elaborato le dinamiche che mi portavano a legarmi sempre a uomini maturi che mi negavano l’attenzione, il riconoscimento, mi tenevano come “separato” da loro e la rabbia connessa a questa carenza frustrante ecc. ecc.
Paradossalmente più mi separavano da loro, più ne ero attratto e il bisogno di ritentare ostinatamente l’attaccamento era il tentativo (illusorio) di risolvere definitivamente il problema della mancata appartenenza maschile !
Con lo psicoterapeuta deducemmo che erotizzavo la mancanza ! Il vuoto della mancanza che inconsciamente tentavo di riempire sessualizzandola per sopperire alla sua perdita che sarebbe stata devastante ! Una dinamica di cui non avevo consapevolezza !

Da qualche anno conosco un signore maturo eterosessualissimo con cui ho sviluppato una bellissima amicizia che, al contrario, mi offre affetto, appartenenza maschile, complicità e riconoscimento del tutto spontaneamente ! Beh con lui ogni erotizzazione scompare come per “miracolo”, così…spontaneamente ! e mi aspettavo, invece, tutto il contrario !

Ora mi piacciono molto di più le donne ! Con loro nessuna delle dinamiche sopra esposta coi maturi ! Ne ho riacquistato la “vista” solo a circa 30 anni di età ! (meglio tardi che mai !).
Ora ho una storia con una mia coetanea da 3 anni e precedentemente una bella storia con un’altra donna durata 7 anni.
L’attrazione verso i maturi è ora solo residuale e molto più fioca, non riesce più a mettermi “in crisi” !

Ecco, mi chiedo cosa ne sarebbe stato di me se anche lo psicoterapeuta avesse tradotto le mie attrazioni come naturale “omosessualità” ?!?!

Per questo credo, quando possibile, nel cambiamento di orientamento sessuale (ovviamente se voluto e desiderato).
E per questo mi fanno rabbia i discorsi di passiva identificatorietà omosessuale del “sei così e basta” come unica possibile strada identitaria delle attrazioni omoerotiche, dell’impossibilità del cambiamento e della negazione perentoria di qualsiasi componente psicologica dell’omoerotismo !

Marco