Agi – Sui vaccini il mito rischia di vincere sulla verità
L’entrata in vigore del decreto che rende obbligatorio vaccinarsi prima che il problema dei vaccini, fa scoppiare il problema dell’autorevolezza della competenza e dell’autorevolezza dell’autorità. Infatti la decisione presa dal governo nella persona della Ministra Lorenzin (autorità) non è altro che la messa in pratica dell’indicazione unanime della medicina (competenza): vaccinarsi è d’obbligo.
È un fatto però che mentre la scienza non ha nessun dubbio rispetto alla necessità di vaccinarsi la stessa percentuale di certezza non è riscontrabile tra la gente qualsiasi: il fronte antivaccinista è molto più dello “zero virgola” che meriterebbe secondo la medicina ufficiale (con la quale io mi schiero). Le ragioni di tale forbice sono molteplici ma una mi colpisce più di tutte: ed è che la scienza fornisce numeri, dati, percentuali che incidono sulle convinzioni degli anti-vax quanto una piuma d’oca su un monolite di marmo. La verità può vincere quando deve combattere contro la semplice ignoranza, non quando se la deve vedere con una mitologia. Un mito avrà sempre ragione della verità se, quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Ministero della Salute negano l’esistenza di un complotto delle case farmaceutiche e dimostrano che non c’è nessuna relazione tra l’autismo e le vaccinazioni, il mito può replicare che anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Ministero della Salute fanno parte complotto.
All’indomani dell’elezione di Trump in un suo mirabile articolo Baricco parlò del problema dell’autorevolezza della competenza nel nostro tempo.
Io ho 58 anni e ho fatto il servizio militare quando era obbligatorio (sì, sono una vocazione “adulta”…). Ebbene ai miei tempi tutti noi facevamo la famosa vaccinazione “antitutto” al muscolo pettorale per la quale rimanevamo a letto con la febbre per qualche giorno: ne scherzavamo e non so di genitori e fidanzate che abbiano mai denunciato lo Stato per i danni che certamente qualcuno di noi avrà subito. Noi infatti ci fidavamo dello stato, dell’esercito, di chi comandava, dei responsabili, della competenza degli ufficiali medici: insomma dell’autorità. Questo oggi non accade più ma abbiamo assoluto bisogno che a livello sociale si rinegozi la fiducia verso chi “ne sa di più”. Altrimenti la nostra società finirà. Perché essa si regge sulla competenza di tanti specialisti. Ciascuno di noi è chiamato ad esserlo perché ciascuno di noi ha il dovere di contribuire con il suo lavoro ben fatto al paese. Ma è necessario che tale competenza venga riconosciuta. E questo è vero a partire dai politici e dalla politica. Dacché i politici o i giornalisti o la televisione avevano sempre ragione, si è passati all’estremo per cui, dal momento che sono politici e giornalisti, hanno sempre torto. Benissimo fare piazza pulita dell’arroganza, dei privilegi, della cecità, delle argomentazioni facili di un tempo ma, dopo aver buttato via l’acqua sporca, teniamoci ben stretto il bambino. Che è la persona che sa il fatto suo e di cui non posso irridere la competenza solo perché ho fatto un giro su quattro blog e, grazie agli algoritmi di un social, ho raggiunto qualche decina di like.
Cosa prevede il decreto sui vaccini a scuola.