Blog / Renato Pierri | 11 Giugno 2017

Le Lettere di Renato Pierri – Lo scandalo dei “piccoli”

Don Franco Barbero risponde a Renato Pierri Ho inviato a diversi giornali (uno alla volta per evitare pubblicazioni contemporanee) la seguente lettera, che tutti stranamente hanno cestinato. Corrado Augias pubblicò una mia precedente segnalazione, ma questa volta anche lui ha preferito cestinare. Evidentemente è rassegnato: evitare che altri sbaglino in futuro è pura illusione. Alla fine l’ho pubblicata sul blog “Come Gesù” del prete e scrittore Mauro Leonardi. Ed ora è stata pubblicata dal colto don Franco Barbero sul suo blog, con la risposta che unisco.

Monsignor Vincenzo Paglia interpreta male il vangelo Questa proprio non me l’aspettavo. Sono decenni ormai che segnalo invano lo stesso errore nell’interpretazione di un passo del vangelo, e non mi aspettavo che a sbagliare questa volta fosse nientedimeno che monsignor Vincenzo Paglia, arcivescovo e presidente della Pontificia Accademia per la vita. Chiunque può accertarsene avendo a portata di mano un vangelo commentato. Deve essere commentato, altrimenti il profano rischia di fraintendere, come ha fatto il monsignore ieri sera, durante la trasmissione “Di martedì” (La7 – 6 giugno). Il simpatico monsignore ha detto: “Gesù a tal punto amava i bambini da arrivare a dire che a chi li scandalizza è meglio sia messa una macina al collo e gettato in fondo al mare”.

Il versetto del Vangelo mal interpretato è il seguente: “Ma se uno sarà di scandalo a uno di questi piccoli che credono in me, è meglio per lui che gli sia legata al collo una mola asinaria e sia precipitato nel fondo del mare”. I piccoli di cui parla Gesù, non sono i bambini, ma i suoi seguaci. Ecco il commento di P. Rossano: “I piccoli sono i seguaci di Cristo, senza preminenza né appoggi umani, perciò più esposti ai pericoli dello scandalo, per altro inevitabile, data la proclività al male della natura umana” (La Bibbia – Edizioni Paoline 1990). Ed ecco il noto versetto nella Bibbia (LDC – ABU), tradotta in lingua corrente da studiosi cattolici e protestanti: “Ma se qualcuno farà perdere la fede a una di queste persone semplici che credono in me, sarebbe più conveniente per lui che lo buttassero in fondo al mare, con una grossa pietra legata al collo”. E ancora il teologo Giuseppe Puccinelli: “L’ammonimento di Gesù – malgrado si presti molto all’attualità e venga citato a tal proposito con giusta indignazione – non era indirizzato contro chi aveva commesso abusi sessuali sui bambini” (Famiglia Cristiana n. 17 del 2010).

Renato Pierri

Risposta di don Franco Barbero

Caro Renato Pierri,

l’equivoco da Lei segnalato e purtroppo tuttora molto diffuso e fa parte di una delle mille manipolazioni dei testi biblici che si sentono continuamente sulla bocca dei “pastori” del popolo di Dio. Stupirsi? L’ultima cosa che normalmente i vescovi curano è l’aggiornamento rigoroso sul piano biblico. Dalla mariologia alla cristologia, dalla liturgia alla sacramentaria, il linguaggio ufficiale è fermo al Concilio di Trento e sembra che l’esegesi, i metodi storici e critici, l’ermeneutica e la semiologia siano discipline assenti, sostituite dalle formulazioni dogmatiche e catechistiche.

La stragrande maggioranza dei vescovi si occupa d’altro.

Per fortuna che alla base, tra preti veri e seri e molti uomini e donne credenti, sta nascendo una fede adulta, libera, responsabile.

Poi c’è sempre qualche vescovo che si converte al Vangelo ascoltando il popolo e mettendosi a studiare.

Quindi…. tanta e tanta fiducia in Dio e nel popolo di Dio.

Un cordiale saluto

don Franco Barbero