Giuliano Guzzo – Noi stiamo con Mons. Negri
Parte del mondo cattolico e del mondo mussulmano italiano, dopo l’attentato di Manchester, hanno espresso la loro condanna. Ma non contro il giovane attentatore, Salman Abedi, bensì verso S.E. Mons. Negri, arcivescovo di Ferrara, reo d’aver commentato l’accaduto da cattolico ricordando che «il Male è una persona», che quelle dei morti del Manchester Arena sono «vite falciate dall’odio del demonio» e che è tempo di sbarazzarsi della «retorica di chi non ha niente da dire di fronte alle tragedie perché non ha niente da dire di fronte alla vita».
Ora, che la comunità islamica di Bologna si sia risentita per queste parole – e per altre, in cui Mons. Negri ha osato parlare di «guerra di religione» –, sarò crudele, non mi allarma particolarmente. Mi preoccupa invece di più un mondo cattolico dove oggi il pensiero infastidisce più del peccato; dove delle cose si tenta di dare solo, spesso neppure riuscendovi, una interpretazione sociale e mai soprannaturale; dove si predica l’illimitatezza della misericordia ma se pratica l’assenza; dove la tolleranza è abbondante ma selettiva; e dove il Vangelo, ormai, fa più paura del Corano.
Lo so, non c’è molto da guadagnare a schierarsi dalla parte di un «vecchio rancoroso» – così è stato elegantemente apostrofato l’arcivescovo di Ferrara, in un sito teoricamente cattolico –, ma da quel poco che ho capito del Cristianesimo verità e convenienza non fanno rima; anzi, dove c’è la seconda, di solito, non trovi mai la prima. Per questo, e non certo perché venerdì scorso ha avuto parole generosissime per il mio libro, aggiungo il mio trascurabile appoggio a quello di coloro i quali, in queste ore, stanno esprimendo la loro solidarietà a Mons. Negri. Meno male che abbiamo ancora pastori che, all’intensità dell’applausometro, preferiscono l’integrità delle pecore.