METRO – Dalla realtà al “sentito dire”
Ci sono delle Ong – e sono l’assoluta maggioranza – che cercano di salvare dei migranti nel Mediterraneo. Non sono “taxi” e non cercano accordi “per fare soldi” con gli scafisti: è vero, qualche Ong si è comportata male ma il mondo delle Ong di oggi non è quello della Tangentopoli di un tempo.
C’è e ci sarà gente che rischia e rischierà di morire in mare per colpa dello “sviluppo” come concepito dal “primo mondo”. E le Ong cercano di salvarli: capita, ad alcune, di trovarsi vicino alle coste libiche. Perché è lì che serve la loro presenza per non far morire quella gente. Lo stesso Zuccaro dice che “ci sono quelle buone e ci sono quelle cattive”. Nel 2016 (dati della Guardia Costiera Italiana) su 178.415 migranti, le Ong ne hanno salvati 46.796 a fronte dei 35.875 salvati dalla Guardia Costiera stessa, dei 36.084 salvati dalla Marina Italiana e dei 13.616 salvati da Frontex. Le Ong impegnate nel Canale di Sicilia sono occhi che alimentano i rovelli delle nostre coscienze e sono mani che qualcuno lo tirano su. Nella loro assoluta maggioranza sono un pezzo di umanità buona che cerca di salvare gente dal naufragio. Impariamo a diffidare del “sentito dire” e ad operare dei distinguo.
Tratto da METRO