METRO – Tutto il peso della memoria
La festa della liberazione quest’anno deve passare per forza attraverso il ricordo di Primo Levi morto l’aprile 1987, cioè 30 anni fa. Si suicidò perché non resse più il peso della memoria: quella degli orrori patiti ad Auschwitz, quella del ritorno e dell’accoglienza fredda ed incredula dei compatrioti, quella dei tanti che volevano e vogliono ridimensionare il peso della Shoah.
Festeggiare il 25 aprile, quindi, non è solo una ricorrenza: significa affondare le radici negli uomini che siamo stati, per essere quelli che siamo e che saremo. Mentre i fondamentalismi religiosi e politici crescono e diventano sempre più minacciosi è necessario uscire dalle false certezze costruite sull’indifferenza e sulla pigrizia. Dimenticare è di nuovo uccidere, è compiere un altro omicidio. È necessario vivere nel presente la libertà che la Resistenza ci ha donato. Bisogna ogni momento riconoscere che ogni dittatura è sbagliata perché nega all’uomo di essere uomo. La nostra intelligenza e la nostra moralità devono essere tese a creare il bene non a distruggere vite, ad alzare barricate, ad impugnare armi e a lanciare missili.
Tratto da Metro