MIO Anno II n. 14/ DON MAURO LEONARDI PARLA CON I LETTORI – Un lato positivo in ogni vita
Mauro Leonardi (Como 1959) è stato ordinato sacerdote dal 29 maggio 1988. Vive a Roma presso l’Elis centro di formazione per la gioventù lavoratrice accanto alla parrocchia di san Giovanni Battista in Collatino. È cappellano del Liceo dell’Accoglienza Safi Elis. Da anni pubblica racconti, articoli, saggi e romanzi. Scrive su diverse riviste e quotidiani. Il suo blog è Come Gesù. Il compenso di questa settimana va a una ragazza la cui mamma fa la baby sitter e che userà i soldi per una cura medica
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Caro don Mauro,
ho letto una predica del Papa a santa Marta che mi ha proprio fatto arrabbiare. In pratica lui dice che le persone depresse sono persone tristi e che devono vedere il bello della vita attraverso la fede, ma come gli viene in mente? Io ho una moglie che soffre di sindrome bipolare e le posso assicurare che la sua malattia c’entra con la chimica e non con le preghiere. Glielo faccia sapere. Al Papa. (Stefano, Borsighera)
Caro Stefano, credo di aver capito a cosa ti riferisci. È l’episodio del capitolo quinto del vangelo di Giovanni: quello dell’uomo che è paralitico da 38 anni. Io, quando ho letto le parole del Papa, non ho avuto la tua impressione. Alla fine Gesù dice “alzati, prendi la tua barella e cammina” e il Papa ha commentato questo. Mi è sembrato che lui ci incoraggiasse, come fa Cristo, a vedere il positivo che c’è in ogni vita: a non buttare via nulla delle nostra esistenza. Questo è l’errore che compiamo quando diciamo: azzero tutto e ricomincio. Questo può avvenire in una carriera, in un rapporto, ma non con la nosrta vita. La nostra vita è quello che abbiamo vissuto. E tutto quello che abbiamo vissuto, fosse anche “una barella” vecchia e consunta va considerato preziosamente e portato a Dio perché è comunque parte della nostra esistenza. Io ho letto così l’omelia del Papa. Spero di non essermi sbagliato. Sono certo però che Francesco non volesse togliere importanza alla terribile sofferenza della sindrome bipolare banalizzandola a livello di una semplice tristezza o scoraggiamento.