METRO – Il diritto e l’interesse
Per sopravvivere l’Italia ha bisogno dei migranti. Le badanti legali sono 693.000: se le rimandassimo indietro chi farebbe il loro lavoro? Gli alunni stranieri sono il 9% del totale, cioè 805.000: se respingessimo questi bambini avremmo 35.000 classi in meno, cioè 68.000 insegnanti a spasso. Sono due dei mille esempi che si potrebbero fare. Bisogna anche rendersi conto che è impossibile – materialmente impossibile – rimandare indietro i 500.000 clandestini che arrivano da noi. Oltretutto, significherebbe mandarli in campi definiti “buchi infernali”. Dove sono stipati a gruppi di venti in celle di due metri quadrati; dove l’uso della tortura è sistematico; dove ci sono i lavori forzati. Vorrebbe dire cioè mandarli nella cosa più simile a un lager che si sia mai vista dopo la guerra. Il problema vero da affrontare diventa quindi quello di coniugare i diritti umani con gli interessi italiani. E qui, se scoprissimo che la politica coincide col nostro guadagno, capiremmo che la soluzione è l’integrazione e il vero problema non è l’immigrazione ma la clandestinità. Eppure non c’è verso: invece della ragionevolezza, tutto quello che viene fuori è l’avversione. Un respingimento, brutale e vergognoso.