Blog / Don Sergio Fumagalli | 17 Marzo 2017

Le Lettere di don Sergio – Amore e sentimenti

Data la necessità di non eccedere nella lunghezza degli articoli, chiedo umilmente scusa se qualcuno troverà che quello che scrivo non è completo ed esauriente sotto tutti punti di vista dai quali questo argomento potrebbe essere affrontato. Non ne ho la pretesa.
Mi sono trovato spesso di fronte a persone che non sapevano valutare con chiarezza se alcuni pensieri, sentimenti o reazione emotive fossero peccati di cui accusarsi come mancanze di carità più o meno gravi. Queste possibili reazioni possono succedere non solo nei confronti di colleghi, conoscenti, amici o personaggi pubblici, ma anche nei confronti del coniuge, dei figli, dei genitori e di parenti stretti.
Nelle relazioni con il prossimo è piuttosto normale trovarsi di fronte a comportamenti sgraditi, difetti di carattere e anche peccati. Essere pazienti e comprensivi di fronte a queste cose non significa violentare se stessi e la realtà giudicando graditi quei comportamenti che non lo sono, pregi quelli che sono difetti e virtù quelli che sono peccati. Certamente ognuno di noi prima di giudicare l’esteriorità di ciò che vede fare agli altri deve chiedersi se il suo giudizio è corretto, ma, fatti salvi i possibili errori, il giudizio è una facoltà necessaria della propria ragione. Il “non giudicare” non è stato mai inteso come un annientamento della facoltà umana del giudizio.
La reazione emotiva naturale di fronte a ciò che è percepito come male è quella di fastidio, sofferenza, dolore e l’accorgersene non è mancanza di carità o d’amore. Quello che può essere mancanza di carità o di amore è quello che si fa dopo, associando ad essa azioni volontarie che allontanano, offendono o causano del male al prossimo o anche semplicemente desiderando queste cose con un atto interno volontario.
Viviamo in un contesto culturale in cui la costante esaltazione dello spontaneismo e della ricerca del piacere hanno fatto dimenticare che “ciò che esce dal cuore dell’uomo” (non solo dal cuore degli altri, ma anche dal proprio)spesso non sono cose buone, e che l’uomo ha bisogno di una lotta interiore per fare il bene e che questa lotta è necessaria. Certamente i motivi e gli aiuti che riceviamo per affrontarla ci vengono dall’amore di Dio, che ciascuno di noi deve costantemente assaporare di aver ricevuto immeritatamente, ma sarebbe una pia illusione aspettarsi che questo comporti anche l’annullamento del proprio sforzo interiore.
Sarebbe bello avere accanto a noi qualcuno così innamorato che dice di non aver mai trovato in noi nulla che gli sia dispiaciuto (intanto una cosa è che lo dica e un’altra è che ciò succeda veramente), ma se uno pensasse veramente di essere così infinitamente amabile, sarebbe solo vanitoso e superbo.

Don Sergio Fumagalli è nato nel 1957 ed è diventato presbitero il 21 maggio 2005. Attualmente è vicario nella Parrocchia di San Giovanni Battista in Collatino a Roma. Ha un suo sito.

Ricordo che sul blog Come Gesù chiunque ha la possibilità di scrivere delle Lettere di cui è e rimane l’unico responsabile.