Le Lettere di Nuccio Gambacorta – La Madonna non è omofoba
Vivendo in Calabria uno come me dovrebbe sapere tutto della propria terra ma non sempre si trova il tempo per conoscere le molteplici sfaccettature d’una regione aspra e dolce al contempo, non sempre l’ occasione per aggiornarsi sui fatti passati e presenti della storia calabrese.
Avrò sentito parlare di personaggi più o meno famosi, di curiosità e aneddoti, leggende o eventi storici e certamente anche di Vincenzo Fullone su cui però non m’ero soffermato più di tanto, senonché alcuni giorni fa mi telefona dall’ Australia un vecchio compagno di scuola e mi parla (come spesso fa) di extraterrestri, di angeli in astronave, di apparizioni, sensitivi e veggenti. Stavolta cita un nome per me poco sentito e, comunque, mi spiega tante di quelle cose su tale personaggio che la mia curiosità ha il sopravvento su tutto inducendomi, dopo la telefonata, a fare ricerche precise su Vincenzo Fullone, personaggio a dir poco singolare per la sua straordinaria vicenda umana ed anche spirituale.
Il Fullone da bambino subisce violenze e sua madre pur accorgendosi dei “segni” di tali atti fa finta di niente. Un giorno, per sfuggire all’ennesima violenza il ragazzino si rifugia in una chiesa diroccata e lì vede l’Addolorata piangere. Poi la Madonna gli parla in dialetto calabrese dicendogli tra l’altro ” Iu sugnu a mamma de tutt’e mamme” [io sono la mamma di tutte le mamme, ndr]. Siamo nel mese di maggio del 1987 e da quella data in poi, sino al maggio del 2010 la Vergine continua a parlargli con cadenza varia (quotidiana, settimanale, mensile).
La cosa non può sfuggire alle autorità ecclesiali della zona (siamo a Crosia, provincia di Cosenza) e mentre l’arcivescovo Sprovieri segue con interesse la vicenda, i vescovi calabresi sono contrariati da questi episodi, per cui il Fullone – che nel frattempo aveva deciso di diventare prete – viene sollecitato ad allontanarsi e a frequentare la Pontificia Università Urbaniana insieme ad altri giovani aspiranti sacerdoti. Accusato nel ’95 di rapporti sessuali con ex-drogati, egli è distolto dai propositi originari di sacerdozio e al contempo, avendo conosciuto tra i suoi compagni di studio Alessandro Lallai, scopre l’amicizia profonda e quindi l’amore.
Le parole di Maria rivolte a Vincenzo nel 92: “l’unico peccato è la mancanza d’amore”, si concretizzano rassicurandolo e consolandolo delle sofferenze avute con le stimmate a 19-20 anni. Nel 2013 si reca a Gaza per alcuni mesi perché deluso dalla militanza in movimenti gay e LGBT troppo politicizzati. Quindi fa la scelta dei diseredati, degli ultimi, degli immigrati, trasferendosi in un altro paese mediorientale (Amman) dove vive e lavora col suo compagno così da sfuggire al mondo occidentale.
Nel 2016 infine si unisce civilmente con Alessandro presso il Maschio Angioino a Napoli con officiante il Sindaco De Magistris, festeggiando a Spaccanapoli per rifiutare le sale da ballo. Presente su Facebook, Vincenzo Fullone è snobbato da molti cattolici che gli tolgono l’amicizia perché ritenuto peccatore, meritevole di dannazione eterna, ma lui replica così: non siamo figli di un Dio minore né minorato perché l’unico vero peccato è la “mancanza d’amore” e Dio è amore !
Mi piace questa storia perché mette insieme realtà che sembrerebbero discordanti e che invece collimano se si pensa che l’origine dell’amore è una, ovvero la forza creativa e onnipotente di Dio. L’unica cosa che non capisco è perché avendo chiesto l’amicizia al Fullone su FB ancora non me l’ha data !