METRO – L’obbligo del no alla violenza
La penso come Emma Watson: il femminismo è credere che uomini e donne debbano avere uguali diritti ed opportunità. Ma non mi nascondo che prima di arrivare a vedere realizzata una cosa così bella la parola da usare non è femminismo ma femminicidio. Perché in Italia ancora troppi pensano che se una donna è violentata è perché se l’è cercata. Ho letto che i casi di femminicidio del 2016 sono stati 116: sono le donne uccise perché erano donne. Moltiplicate per tutte le altre versioni dei maltrattamenti e avrete il senso di una parola che vuol dire “violenza sulle donne”. Non sto confondendo il 25 novembre con l’8 marzo. La festa della donna è una giornata che deve ricordare nel piccolo l’obbligo di dire “no” alla violenza che ancora tanti uomini si permettono in nome di un amore che è solo possesso e prigionia. Per questo non bisogna dimenticare che il rispetto per la donna passa anche dalle piccole gentilezze che servono per ricordare ai maschi che le donne vanno trattate con cura. Sì, sto pensando al far passare prima dalla porta, avvicinare la sedia e non chiedere “quanti anni sono” il giorno del compleanno. Perché è più difficile essere violenti se ogni giorno si è un po’ più rispettosi e delicati. Poi si potrà parlare di donne manager, gap di stipendi e soffitti di cristallo.