MIO Anno II n. 6/ DON MAURO LEONARDI PARLA CON I LETTORI – Tradire ha una sua verità
Mauro Leonardi (Como 1959) è stato ordinato sacerdote dal 29 maggio 1988. Vive a Roma presso l’Elis centro di formazione per la gioventù lavoratrice accanto alla parrocchia di san Giovanni Battista in Collatino. È cappellano del Liceo dell’Accoglienza Safi Elis. Da anni pubblica racconti, articoli, saggi e romanzi. Scrive su diverse riviste e quotidiani. Il suo blog è Come Gesù. Il compenso di questo numero va a una ragazza la cui famiglia è molto povera.
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“Caro don Mauro ho scoperto che mio zio tradisce sua moglie (mia zia acquisita) da tre anni. Le mie cugine piangono dicendo di non riconoscere più il padre e non si spiegano il suo comportamento freddo e indifferente ma non sospettano nulla. Sapere la verità mi fa sentire colpevole, qualcuno mi ha consigliato di non dire niente ma io credo non sia giusto e non voglio essere complice di questa azione terribile. Cosa devo fare? (Maria M., Alghero)
Non c’è solo parlare o no. Io non direi nulla aggiungo però che neppure è bene starsene con le mani in mano. Il tradimento ha una sua verità: ciò che si vede è il tradimento ma cosa ne sa chi è fuori cosa c’è veramente in quella coppia? Spesso la moglie è l’ultima a sapere proprio perché non vuole vedere. E non vuole vedere perché quella è la sua vita. Sembra un gioco di parole, ma non lo è. Se non vede quello che tutti vedono è perché non vuole, e perché non vuole? Non sto parlando del fatto materiale del tradimento ma di quei tantissimi indizi, minimi spesso, che però sono urla. Non ci sei mai, sei sempre stanco, non parli: frasi così vengono spesso liquidate con un’alzata di spalle e invece possono essere decisive. Ti ripeto che dire “la pura verità” a volte può essere davvero comodo. Se è una verità che l’interessato non vuole vedere significa che ci sono contenuti il cui peso crede di non riuscire a portare. Prova a lavorare su quelli: prova a dire a tua zia che si lamenta se può cambiare qualcosa lei. E vale anche il reciproco. Se lo zio liquida il disagio con una battuta spiegagli che, invece di ridere, è meglio che riveda qualcosa.