Le Lettere di Renato Pierri – Un cristiano può essere favorevole all’eutanasia?
(dialogo immaginario tra due monache)
Teresa: “Hai seguito, sul blog “Come Gesù” il dialogo tra don Sergio Fumagalli e Renato Pierri?”
Veronica: “Sì, cara, Renato Pierri prova pena per le persone malate gravemente senza speranza di guarigione, che invocano la fine della loro inutile sofferenza, ed è favorevole ad una legge sull’eutanasia. Anche don Sergio, ovviamente prova questa pena, ma è contrario ad una legge sull’eutanasia”
Teresa: “Mia cara Veronica, come può un cristiano essere favorevole all’eutanasia?”
Veronica: “Sì, credo proprio di sì, credo che un cristiano possa essere favorevole ad una legge sulla dolce morte. L’eutanasia non è in contrasto col Vangelo, col comandamento dell’amore”
Teresa: “Come fai a sostenere una tesi del genere?
Veronica: “Mettiamo il caso, Teresa, che io generosamente ti regalassi un prezioso dipinto in una bella cornice. Una cornice che diventa tutt’uno col dipinto. Bada che è solo una metafora con tutti i suoi limiti. Tu ti prenderesti cura del dono, oppure lo trascureresti?
Teresa: “E’ ovvio, cara, che anche per gratitudine verso di te, terrei in gran conto il tuo regalo”
Veronica: “Bene. Passa il tempo, e per quanta cura tu abbia avuto per il dono prezioso, un giorno ti rendi conto che i tarli hanno fatto scempio completo della bella cornice: il legno si sfarina e cade a pezzi. Mettiamo anche il caso che tu non abbia la possibilità di cambiarla, la cornice così malridotta, e che tu faccia invano tutto il possibile per ripararla; che dici, cara, ti sembrerebbe mancanza di riguardo verso di me, amorevole donatrice, liberare il dipinto dall’ormai inutile telaio destinato inesorabilmente a diventare polvere?”
Teresa: “Ho capito, amore mio, dove vuoi arrivare. Il dono più importante è salvo. Pazienza per la povera cornice diventata orribile, che lo teneva prigioniero, e che io qualche modo sono costretta a gettare via…. “
Veronica: “Brava! Immagina che il dipinto sia la vita eterna, e la cornice la vita terrena; e ti renderai conto che l’affermazione ai credenti tanto cara, che la vita è «dono di Dio», non implica necessariamente che in determinate particolarissime circostanze non possiamo disporre della parte terrena di essa. Io donatrice amorevole, buona, comprensiva e intelligente, modestia a parte, eh, non mi offenderei. Figuriamoci il buon Dio!”
Teresa: “Già, perché dovrebbe dispiacersene il buon Dio? Tu non dovresti offenderti, ma semmai sentirti un po’ in imbarazzo avendomi donato una cornice piena di tarli…“.
Veronica: “Mah, si continuano a ripetere concetti, senza mai ben rifletterci sopra. Questa faccenda del dono, riferita alla vita eterna, se vita eterna significa eterna beatitudine, ci può stare, ma riferita alla vita terrena, soprattutto di certe creature sfortunatissime, il termine “dono” stona proprio.
Teresa: “Il dono si offre, non si impone, ma la vita in qualche modo ci viene imposta, il buon Dio non ci chiede (e come potrebbe?) se vogliamo nascere. Inoltre si ha la possibilità di accettarlo o rifiutarlo, un dono”
Veronica: “Tornando alla cornice: sarebbe un’offesa per me se tu la sciupassi deliberatamente, oppure te ne disfacessi pur non essendo irrimediabilmente rovinata, e ancor più mi offenderei se tu non tenessi nel massimo conto il dipinto, il vero dono”
Teresa: “Ma secondo te, anche il medico che pratica l’eutanasia non va contro il Vangelo?”
Veronica: “Per il medico favorevole all’eutanasia per sé e che la pratica ad esclusivo vantaggio del malato, vale la regola d’oro: “Quanto dunque desiderate che gli uomini vi facciano, fatelo anche voi ad essi. Questa è infatti la Legge e i Profeti” (Mt 7,12).