MIO Anno II n. 1/ DON MAURO LEONARDI PARLA CON I LETTORI – La pace nonostante tutto
Mauro Leonardi (Como 1959) è stato ordinato sacerdote dal 29 maggio 1988. Vive a Roma presso l’Elis centro di formazione per la gioventù lavoratrice accanto alla parrocchia di san Giovanni Battista in Collatino. È cappellano del Liceo dell’Accoglienza Safi Elis. Da anni pubblica racconti, articoli, saggi e romanzi. Scrive per Huffington Post, METRO e su ilsussidiario.net. Il suo blog Come Gesù è uno dei più seguiti su internet. Il compenso di questa settimana va a un ragazzo di 14 anni che vive con la mamma disoccupata e due fratelli più grandi, uno dei quali uscito recentemente da una grave malattia. Il padre ha lasciato la famiglia quando il ragazzo era piccolissimo.
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Ho sentito il Papa dire che domenica scorsa erano 50 anni della Giornata della pace: ed era appena accaduta la strage di Istanbul. Mi sembra evidente che pregare è inutile. Perché voi cristiani insistete?
Luca, Gorizia
Pregare non fa parte del kit del cristiano perfetto, pregare non è una modalità religiosa tipica del cristianesimo: pregare è parlare, tacere, stare, guardare, essere guardati, da Dio. Lo fanno tutti gli uomini perché l’essere umano è un essere religioso, cioè un essere che vive di legami, di relazioni e questi legami e relazioni li chiamiamo, con sfumature diverse, amore.
Dio è per un cristiano, amore, amore in tre persone, Dio è quindi una relazione di amore.
Avere fede quindi non è condividere un insieme di leggi morali e di riti comuni ma amare e le persone che si amano si dicono tutto, si chiedono tutto, e lo fanno perché si amano non perché l’altro possa risolvere i problemi che sono oggetto delle loro parole. Per un cristiano una di queste persone con cui parlare è Dio e pregare è parlare con Lui. Chiedere perché si prega è come chiedere perché si ama. A che serve? A che serve amare? È vita che vive. E la pace, anzi la mancanza di pace, è uno degli argomenti più importanti del nostro vivere quotidiano. Smettere di parlare della pace con Dio sarebbe come smettere di vivere. Forse, lo dico con ironia, sarebbe una soluzione: ottenere che non ci sia più guerra ottenendo che non ci siano più uomini. Ma la pace non è assenza di guerra: è sovrabbondanza di amore. Che è proprio quello che la preghiera rappresenta: io e Dio uno di fronte all’altro.