Blog / Renato Pierri | 09 Gennaio 2017

Le Lettere di Renato Pierri – Il dono più bello per il Bambinello

Dialogo immaginario tra due monache

Veronica: “Evidentemente don Mauro Leonardi non avrà letto l’articolo di Renato Pierri sul Babbo Natale e sulla Befana ingiusti”

Teresa: “Perché, cara, che cosa te lo fa pensare?”

Veronica. “Perché ha pubblicato un nuovo articolo su Il Sussidiario, che parla di Babbo Natale e della Befana, ma non ha tenuto per niente conto di quanto aveva scritto Pierri: «Nel simpatico articolo di don Mauro Leonardi, non c’è un cenno ai bambini che Babbo Natale neppure se lo sognano. Forse questi pensieri vengono in mente solo a chi di regali, di giocattoli, di Babbi Natale ha sentito la mancanza». Neppure nel nuovo articolo, c’è il minimo cenno a chi in vita sua ancora oggi non vede mai né Babbi Natale né Befane”

Teresa: “Hai ragione. Pierri, il tuo amico Pierri, concludeva così l’articolo: «Una Befana ingiusta, com’è ingiusto ancora oggi Babbo Natale che non porta a tutti i bambini, i giocattoli che sognano, e a tanti bambini non porta niente, né giocattoli né caramelle»”

Veronica: “Don Mauro sembra chiuso nel suo mondo, nel nostro bel mondo, dove c’è un allegro scambiarsi di doni: io riempio di leccornie la calza a te e tu riempi di leccornie la calza a me”

Teresa. “Dici cose giuste, Veronica cara, esistono altri mondi dove non si sognano leccornie, ma pane, acqua magari anche sporca, e medicine. Mondi dove la Befana non porta neppure il necessario per sopravvivere, mondi dove la Befana non è neppure un sogno”

Veronica: “Ma ci sono altre cose che non mi piacciono in questi articoli di don Mauro. E’ la seconda volta che il prete ci ricorda: «Tutti quelli che vanno a trovare il Bambino ci vanno in gruppo: la Sacra Famiglia, i pastori, i Re Magi. L’unico che dice di volerci andare da solo, Erode, alla fine non ci va». Ci vanno in gruppo, che significa? Don Mauro sembra ignorare che non esistono solo gli egoismi dei singoli, ma anche gli egoismi dei gruppi, delle famiglie, dei popoli”

Teresa: ”Sì, però lui scrive anche: «Questa necessità di comunione io ce la trovo ben espressa dai dolcetti nella calza»”

Veronica: “Certamente, ma se la comunione avviene all’interno del gruppo, se non c’è condivisione con gli altri gruppi, con tutti, non è assolutamente un bene, anzi, può essere un male”

Teresa: “Possibile che devo darti sempre ragione, amore mio? E se noi, monache di clausura, fossimo esistite al tempo di Gesù, come ci saremmo recate alla mangiatoia, sole o separate dagli altri?”

Veronica: “In realtà, noi non ci saremmo potute andare, giacché le regole del monastero ce lo avrebbero impedito. Ma tornando ai doni, alle calze piene di caramelle e cioccolatini, ai Babbi Natale e alle Befane, non bisogna dimenticare che c’è qualcosa che va oltre il dono: la condivisione, mettere in comune ciò che possediamo”

Teresa: “Purtroppo, la nostra è una società profondamente immorale: c’è il gruppo dei ricchi, il gruppo dei privilegiati che si fanno ricchi doni reciprocamente, che si tengono stretti i loro privilegi e magari, anche per sentirsi la coscienza a posto, si degnano di fare qualche dono ai poveri”

Veronica: “Riguardo ai Magi, al gruppo dei Magi, ho immaginato una bella storia”

Teresa: “Che storia? Dimmi”

Veronica: “Ho immaginato che un Re Magio arriva da Gesù bambino senza nessun dono, e in grande imbarazzo, vedendo i doni portati dagli altri Magi, gli dice: «Gesù, io avevo con me doni bellissimi per te, avevo tutto, oro, incenso e mirra, ma lungo il cammino ho incontrato tanti bisognosi, famiglie poverissime, bambini poverissimi, molto più poveri di te, molto più poveri, te l’assicuro, e ho dato all’uno e ho dato all’altro e all’altro ancora, e mi sono trovato a mani vuote. E Maria e Giuseppe gli dicono: «Questo è il dono più bello che oggi ha ricevuto Gesù»”

Teresa: “Con tanta abbondanza di doni ai piedi del Bambino, e non conoscendo il destino di Gesù, sicuramente non gli avrebbero detto: «I poveri li hai sempre con te… »”.

Veronica Tussi

Il dialogo