Blog / Renato Pierri | 17 Dicembre 2016

Lettere di Renato Pierri – Un Babbo Natale ingiusto è solo una bugia

“La bugia (vera) di Babbo Natale” è il titolo di un articolo apparso su Metro del 14 dicembre, a firma del prete e scrittore Mauro Leonardi. Trascrivo in parte: “Noi – io faccio parte di questi ultimi – non sentiamo di dire una bugia. Io dico che a Natale non viene solo Gesù Bambino ma anche Babbo Natale perché voto per la verità dell’amore e del dono. Credo che la gioia di scartare i regali sia parte integrante dei regali e che Babbo Natale faccia parte della confezione. Lo zio mascherato e i genitori che sgattaiolano di notte in salotto fanno parte della festa. La bellissima bugia vera di Babbo Natale non è creata dalla menzogna ma dalla fantasia al servizio della verità. Perché le bugie vere esistono”.

E trascrivo in parte ciò che scrivevo sul blog di Beppe Severgini, il 24 settembre del 2015: “Sono arrivato alla fine del libro simpatico, delicato, di Sandra Petrignani, “Il Catalogo dei giocattoli. Storia di un’infanzia” (BEAT), sono arrivato alla fine e, sempre che non mi siano sfuggite, non ho trovato due parole dell’autrice, un pensiero dell’autrice sui milioni di bambini che la maggior parte di quei giocattoli se li sono solo sognati, oppure neppure sognati, giacché mai visti”. Così, nel simpatico articolo di don Mauro Leonardi, non c’è un cenno ai bambini che Babbo Natale con i suoi bei doni, neppure se lo sognano. Forse questi pensieri vengono in mente solo a chi di regali, di giocattoli, di Babbi Natale ha sentito la mancanza. Quando ero piccolo io, Babbo Natale non esisteva, e neppure il suo antenato san Nicola esisteva, perlomeno a Carrara, dove vivevo. C’era la Befana. Pensava lei a portare i doni la notte dell’Epifania. Ma quando ero piccolo io c’era la guerra, ed eravamo in tanti fratelli, giacché mamma, forse per far piacere al marito e forse un po’ anche a Mussolini, era sempre incinta. E così i doni che arrivavano di notte erano poveri e scarsi. La gioia, però, l’emozione era grandissima. Non si riusciva a dormire quella sera, poi alla fine il sonno vinceva e la mamma entrava in azione. E ci si svegliava scartando il pacchetto. Niente calza, niente calza, era un pacchetto. Una manciata di caramelle, qualche biscotto, qualche cioccolatino e i soliti giocattoli: una pistola di latta col rotolino di carta picchiettato di gocce di povere da sparo, una trombetta, una trottola di latta colorata che girava girava ed emetteva un rumore che era quasi una musica, una macchinina con la carica a molla… Poi si tornava a scuola e si restava male apprendendo che a qualche compagno la Befana aveva portato la bicicletta, i pattini, il trenino o altri giocattoli costosi.

Una Befana ingiusta, com’è ingiusto ancora oggi Babbo Natale che non porta a tutti i bambini i giocattoli che sognano, e a tanti bambini non porta niente, né giocattoli né caramelle. Ma un Babbo Natale ingiusto, una Befana ingiusta possono essere una “bugia vera”, oppure sono solo una bugia?

Carmelo Dini

 

Politicamentecorretto;

Il Pasquino;

Corriere Nazionale