Articoli / Blog | 18 Novembre 2016

L’Huffington Post – Il volto umano della Clinton, quando a un politico mancano le parole è il momento di ascoltarlo

Dopo la sconfitta, Hillary una di noi. “Ci sono stati momenti cui tutto quel che avrei voluto fare era acciambellarmi a leggere un buon libro o giocare con i nostri cani senza dover uscire di casa mai più”. Hillary una di noi non per quello che ha “fuori”: potere, lavoro, denaro, prestigio, posizione sociale. Ma per quello che ha dentro: fatica, delusione, amarezza, abbattimento, “ho sbagliato”.

Qualcuno dice che forse avrebbe dovuto mettere più in mostra questo suo lato “umano” durante la campagna elettorale. Forse. Non so. Devo dire che a me sembra anche molto bello che ci sia un “lato umano” che non entra a far parte delle strategie degli esperti e delle campagne elettorali. Che non diventi un elemento da sfoderare a seconda di come vanno i punteggi di gradimento. Mi piace pensare che il nostro “lato umano” sia ancora nostro e che “esca” perché siamo umani e non perché stiamo sotto con i sondaggi o perché dobbiamo ricostruirci un profilo politico.

Il lato umano di Hillary viene a galla tutto quando il viso della signora Clinton emerge alla Children’s Defense Fund, un’organizzazione che si occupa di aiuti all’infanzia. Stanchezza, delusione, dolore, fatica, rabbia, imbarazzo, scritti qui senza virgole così come senza trucco si palesano sul suo viso provato.

“Venire qui non è stato facilissimo”. Metterci la faccia con tutti i segni che parlano muti, non è facile. Soprattutto quando vuoi scomparire. Se invece ti vinci e ti fai guardare in faccia direi che è quasi da eroi. Perché la mondovisione va bene al tempo dei sorrisi e delle bandierine stelle e strisce ma a denti stretti e a mani vuote, pesa. Pesa molto.

“So che molti di voi sono rimasti profondamente delusi dal risultato delle elezioni. Lo sono anche io. Più di quanto riuscirò mai a esprimere. Non è facile per nessuno. Tutti in questi giorni ci siamo chiesti se l’America è davvero il paese che pensavamo fosse”.

Ha parlato per venti minuti, riuscendo a commuovere il suo pubblico e invitando i suoi sostenitori a “credere nel Paese”, “lottare per i propri valori” e “mai, mai rinunciare”. Quando a un politico mancano le parole è il momento di ascoltarlo. Bello. Triste ma bello.

Tratto da L’HuffPost