Blog / Don Sergio Fumagalli | 28 Ottobre 2016

Le Lettere di don Sergio – Il papalismo, ovvero cos’è davvero il fondamentalismo

Premetto che questo intervento costituisce solo un contributo personale che espone un mio punto di vista su un argomento già dibattuto ampiamente su questo blog, ma che continua a creare un po’ di confusione. Non mi ritengo l’Oracolo di Delfi della teologia, come pensa qualcuno, cerco solo, nell’esporre il mio pensiero, di essere coerente con la fede e la ragione.

Il termine fondamentalismo, come si sa, nasce per indicare una corrente protestante della fine dell’ottocento, che voleva riaffermare in modo dogmatico punti irrinunciabili della fede definiti fundamentals, i fondamenti, vedendo la necessità di proporre una fede facilmente comprensibile all’individuo. Caratteristica del pensiero dei fondamentalisti, era la riaffermazione del valore letterale del testo della Bibbia. Questa doveva essere considerata un testo storico che narra fatti realmente accaduti nel modo esatto in cui sono descritti, con un netto rifiuto di sottoporre la Bibbia alla stessa analisi e critica testuale a cui erano stati sottoposti gli altri testi classici dell’antichità. Per un cattolico invece l’esegesi dei passi della Bibbia è più complessa: riconosce che la Parola di Dio si è incarnata in un ambiente sociale e culturale concreto, quindi riconosce l’importanza dell’analisi storico-critica ed accanto al senso letterale accoglie anche un senso spirituale e teologico più profondo di quanto espresso letteralmente. Inoltre per un cattolico ogni passo della Sacra Scrittura deve essere interpretato nell’insieme di tutta la Bibbia, in sintonia con la Tradizione (cioè la trasmissione viva della fede) e con il Magistero della Chiesa, e possono essere acquisiti nel tempo nuovi approfondimenti. Per questo motivo, strettamente parlando, un cattolico non può essere fondamentalista e viceversa.

Con il passare del tempo, il termine fondamentalismo si è esteso genericamente ad una qualunque lettura letterale e dogmatica di testi religiosi, e, con ulteriori significati negativi, i fondamentalisti sono dunque dogmatici, intransigenti, rigidi, chiusi a qualsiasi novità, ecc… A ciò si aggiunge il fatto che Papa Francesco ha usato questo termine parlandone come di una malattia spirituale contro la quale tutti devono stare in guardia.

In questi ultimi anni però, si presenta a noi una situazione paradossale.

Quando un buon cattolico espone una posizione dottrinale della Chiesa, citando passi della Sacra Scrittura, con un’interpretazione cattolica come detto sopra (anche se non richiamata esplicitamente), spesso viene tacciato di essere fondamentalista. Potrebbe essere accusato giustamente di fondamentalismo se non fosse neanche ipoteticamente aperto ad accettare dal Magistero alcuna novità ponderata adeguatamente, ma non una qualsiasi novità sponsorizzata nei media.

Ora conosciamo la disinvoltura con cui il Papa affronta le interviste, ed ha anche detto che non vuole rinunciare ad essere spontaneo, pur essendo consapevole che questo comporta dei rischi.

Allora, quando attraverso i mezzi di comunicazione, qualcuno commenta una parola del Papa in questo modo:

– la prende nel suo senso letterale e con la propria interpretazione,
– considera tale parola fuori dal contesto,
– non tiene conto né di ciò che il Papa stesso aveva detto altrove sullo stesso argomento, né della Tradizione, né del Magistero dei Papi precedenti,
– riduce la fede alla semplice accoglienza di questa sua parola,
– questo si avvicina di più all’approccio fondamentalista, con la sola differenza di aver sostituito la Bibbia con la parola del Papa, e con questa parola vorrebbe chiudere la bocca a quei cattolici che non si conformano al suo illuminato pensiero, accusandoli di essere fondamentalisti e scandalizzandosi che non ascoltino la parola del Papa!

Poiché già mi risuona all’orecchio l’obiezione che quello di cui ho parlato è il fondamentalismo originario, posso subito rispondere che non avrei nessun problema ad usare un altro termine e avrei potuto introdurre le presenti considerazioni così: “Ai nostri giorni è sorto un nuovo tipo di fondamentalismo, che chiamerò papalismo, che come tutte le cose che si ritengono originali, non vuole avere confronti con il passato, ma in realtà ricalca il fondamentalismo originale in tutto, tranne che una sola cosa (la sostituzione della Bibbia con la parola del Papa)… e come il fondamentalismo originale è inconciliabile con il cattolicesimo…”

E’ tuttavia evidente che ogni cattolico deve essere consapevole che la buona dottrina è necessaria, ma non sufficiente, perché la buona dottrina, oltre che essere custodita, ha bisogno di essere messa in pratica con una carità reale, senza sentirsi superiori agli altri. E questo vale per tutti…

Don Sergio Fumagalli è nato nel 1957. Laureato in fisica ha insegnato per vent’anni in scuole e licei delle periferie romane. Il 21 maggio 2005 è diventato sacerdote ed ha conseguito il dottorato in filosofia ecclesiastica. Attualmente è vicario nella Parrocchia di San Giovanni Battista in Collatino a Roma. Ha un suo sito

Ricordo che anche per “L’angolo del teologo” vale ciò che vale per ogni Lettera, e cioè che l’autore è l’unico responsabile di quanto ha scritto