Blog / Renato Pierri | 11 Ottobre 2016

Le lettere di Renato Pierri – Cose che fanno rabbia e fanno ridere e pena nello stesso tempo

Vi capita di leggere cose che vi fanno ridere e contemporaneamente vi fanno rabbia e magari anche pena? E’ possibile? A me è capitato. Sul blog “Come Gesù” del prete e scrittore Mauro Leonardi si parlava dell’amore omosessuale, amore a mio modesto parere, benedetto dal buon Dio, come l’amore eterosessuale. Agli occhi di Dio, infatti, necessariamente le persone sono tutte uguali, femmine, maschi, omosessuali ed eterosessuali. Dio non può fare discriminazioni: tu puoi fare all’amore perché sei eterosessuale, tu non puoi fare all’amore perché sei omosessuale. Non è possibile. A dirci che non è possibile è la ragione, il senso di giustizia. Ma c’è chi della ragione e del senso di giustizia se ne infischia e se n’esce, nel terzo millennio, badate, nel terzo millennio, con queste parole: “Ricordo infine che, in senso generale, ogni peccato grida vendetta al cospetto di Dio perché apre una ferita nel Corpo Mistico di Cristo”. Non c’è da ridere, da arrabbiarsi e da provare pena per una persona che vive ancora oggi in tale sconcertante stato d’inconsapevolezza? E quali sarebbero, secondo questo signore, i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio? Sarebbero quattro: “Omicidio volontario, atto impuro contro natura, oppressione dei poveri, mancato pagamento del giusto salario al lavoratore”. Secondo la ragione? Secondo il senso di giustizia? No, secondo la Sacra Scrittura, “poiché nella Sacra Scrittura si usa, per questi peccati, il termine «gridare verso il cielo». Capito? Ecco perché l’amore omosessuale grida vendetta al cospetto di Dio. Che ne dite? Mettere sullo stesso piano l’omicidio, l’oppressione dei poveri, il mancato pagamento del giusto salario, e l’amore omosessuale, non sarà un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio? Non sarà un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio mettere sullo stesso piano l’amore omosessuale e i peccati descritti nelle righe che seguono? Le trascrivo dal libro di Giovanni Luna “La Resistenza perfetta”, letto in questi giorni. “Novena aveva allora raggiunto il culmine della sua scalata nelle gerarchie della Repubblica di Salò… a Lampo prima sfigurarono il viso colpendolo con una noccoliera, poi cavarono gli occhi… La crudeltà manifestata nei confronti di Lampo non fu un episodio isolato, alla fine fu accusato di ben 95 omicidi, in alcuni dei quali sarebbe stato coinvolto anche suo figlio (“Vai, divertiti anche tu!)… Furono uccisi una donna di 52 anni, le figlie e un figlio di dodici anni… le vittime furono chiuse ancora vive dentro la loro casa incendiata… la cancellazione di ogni parvenza di umanità dai volti e dagli occhi dei nemici per poter più liberamente infierire sui loro corpi e sulle loro membra (a Lanfranco, Novena infilò un ferro rovente negli occhi)”. Ecco, perché ho parlato di sconcertante inconsapevolezza. Solo chi vive in uno stato di preoccupante sconcertante inconsapevolezza può ritenere che gli atti del fascista Novena, agli occhi di Dio sono come gli atti di due persone omosessuali che si amano. Oppure questi ultimi saranno lievemente più gravi? Incoscienza.

 

Politicamentecorretto;

Il Pasquino