Blog / Renato Pierri | 18 Settembre 2016

Lettere di Renato Pierri – Preservativo, autoerotismo, atti di omosessualità. Peccati per la Chiesa, ma non per Dio

Mentalità aperta, sì, quella del prete e scrittore Mauro Leonardi, ma sino ad un certo punto, giacché è sempre un prete ed anche per lui alle volte il Catechismo è più importante del Vangelo. Un lettore del settimanale Mio gli fa tre domande precise che sintetizzo: “Come mai la Chiesa non ha ancora oggi modificato la sua idea circa l’uso del preservativo? Perché la pratica autoerotica è considerata ancora «materia grave»? Può un prete negare l’assoluzione ad una persona omosessuale che ama stabilmente un’altra persona dello stesso sesso?”.

Ed ecco parte della risposta: “Carissimo le domande che poni hanno una cornice ben precisa, la coscienza del singolo e la confessione. Bisogna stare attenti a non confondere il concetto di “materia grave” con quello di peccato mortale. Per il peccato mortale non è sufficiente andare gravemente contro un comandamento. Bisogna farlo con totale consapevolezza della malizia dell’atto e con assoluta libertà, cioè con una libertà capace di essere pienamente libera rispetto agli inevitabili condizionamenti che ciascuno di noi ha. Per questo motivo Papa Francesco nel viaggio del 1.12.2015 a un giornalista che chiedeva se in caso di Aids fosse lecito il preservativo rispondeva in maniera aperta dicendo “La morale della Chiesa si trova in questo punto davanti a una perplessità: il quinto o il sesto comandamento? Difendere la vita o il rapporto sessuale aperto alla vita”. Il Papa risponde così non perché ci siano dubbi sulla norme morali ma perché ciò che bisogna valutare è proprio la coscienza concreta della singola persona nel caso specifico. Non c’è, Marco, un meccanismo per cui si può dire che un’azione sia “sempre peccato”, come non c’è il meccanismo contrario: quello che fa dire “questa azione non è mai peccato”.

Io non credo che il lettore sia rimasto soddisfatto, giacché il sacerdote non risponde alle domande. Lui chiede chiaramente: “Perché la pratica autoerotica è considerata ancora «materia grave»?”. E il prete non spiega il perché, quali siano le ragioni, ma dà per scontato che sia grave peccato qualora l’atto sia compiuto nella piena consapevolezza di fare cosa cattiva. Dà per scontato che sia cosa cattiva. Ma il lettore voleva sapere perché è considerata cosa cattiva. In realtà, non si comprende perché sia cosa cattiva. Nel vangelo non si parla assolutamente dell’autoerotismo. Se ne parla nel Catechismo della Chiesa cattolica. Ma non ci sono serie ragioni per ritenere l’autoerotismo in sé cosa cattiva. Lo stesso discorso vale per gli atti di omosessualità. Non se ne parla nel vangelo e non esistono serie ragioni per ritenerli in sé cosa cattiva. Ma se ne parla nell’Antico Testamento e nelle lettere di San Paolo. Sì, ma di troppe cose irragionevoli si parla nell’Antico Testamento e nelle lettere dell’ebreo di Tarso, alle quali la Chiesa stessa non dà importanza alcuna. Perché si dovrebbe dare importanza ai discorsi irragionevoli sull’omosessualità?

Il sacerdote, invece, dà qualche spiegazione riguardo all’uso del preservativo. Spiegazione che lascia a desiderare. Cita il Papa: “La morale della Chiesa si trova in questo punto davanti a una perplessità: il quinto o il sesto comandamento?”. E che cosa c’entra il comandamento non uccidere (privare della vita, causare la morte, per lo più con mezzi violenti) con l’evitare che si formi una eventuale (non certa) vita? E l’astenersi dall’amplesso (consigliato dal Catechismo) non equivale forse ad impedire che si formi la vita? E qui c’è la solita obiezione che è un arrampicarsi sugli specchi, la solita questione di lana caprina, ed è meglio lasciar perdere.

Io credo che il lettore dovrebbe sforzarsi di immaginare che cosa risponderebbe Dio alle sue domande. Signore, sono queste per te le cose cattive, l’autoerotismo, l’amore omosessuale, il condom, oppure spingere al suicidio una sventurata ragazza, come è avvenuto di recente, la tortura, lo sfruttamento sessuale delle donne e dei bambini, stupri, omicidi, genocidi e via di seguito?

Renato Pierri

 

Il Pasquino;

Corriere Nazionale;

Politicamentecorretto