Blog / Nuccio Gambacorta | 02 Settembre 2016

Le Lettere di Hermes – Mio fratello

Apro questa lettera con una citazione trovata tempo fa quale commento introduttivo d’una raccolta di versi poetici di mio fratello: “Aspre sono le strade che gli uomini devono percorrere sulla terra. Sono piste del deserto, sentieri della palude, viottoli di montagna. Perchè tanti dolori accompagnano il suo andare, fino a quando si smarrisce nel deserto, affonda nella palude, precipita da una montagna? Dove sono le piccole fioraie, dove sono le principesse delle favole, sulle cui orme fioriscono le rose, dove sono le creature che cospargeranno di fiori quegli aspri cammini? (Selma Lagerlof) Perchè voglio parlarvi di mio fratello? E’ presto detto, io lo ammiravo molto, lo vedevo come un fratello maggiore benchè anagraficamente era in realtà il secondogenito dei miei genitori che avrebbero potuto avere un altro figlio se mia mamma non avesse avuto un aborto spontaneo dopo di me e poi era nato lui, pacioccone rotondetto un vero Cicciobello, molto diverso da me che ero nato settimino, gracile e nerissimo di capelli, mentre lui era biondo! Gli volevo un bene dell’anima a questo fratellino e lo consideravo una specie di bambola vivente lo vedevo bellissimo con quegli occhi verdi differenti dai nostri (miei e dei miei genitori) molto scuri. Benchè diversi nei comportamenti e anche nei giochi, in quanto io amavo persino i giochi femminili e lui prediligeva quelli maschili, andavamo molto d’accordo. Sui 16 – 17 anni cominciavo ad avere le mie comitive e lui era la “mascotte” del gruppo perchè mi seguiva. Poi con gli anni quando gli amici cominciavano a fidanzarsi e a sposarsi cominciavo a sentirmi solo ed ero io allora a seguire lui già liceale con i suoi compagni di scuola alcuni dei quali molto attraenti che mi colpivano per la loro bellezza fisica. Grazie a lui cominciai a frequentare ambienti parrocchiali e percepii quel senso di amicizia fraterna che mi faceva star bene con tutti, uomini e donne anche se i turbamenti non mancavano e nel confessionale costruivo inconsapevolmente la mia “nevrosi” confessando sempre e comunque gli stessi peccati riferiti al 6° comandamento e ignorando tutti gli altri. Lui intanto si interessava alla filosofia e alla legge laureandosi con una tesi sulla filosofia dei Valori dove tra l’altro in riferimento ad un celebre filosofo di origine calabrese esaminava la funzione dell’Arte e della Religione. E organizzava convegni e dibattiti e preparava relazioni di diverso genere trattando temi anche scottanti ( uno degli ultimi fu il “satanismo” ). Quando si cominciava a parlare in TV delle unioni di fatto, lui era già sposato, si metteva dalla parte della coppia asserendo che non c’è niente di male a volersi bene aiutandosi l’un l’altro. Sapeva mio fratello di me e comprendeva le grandi difficoltà della mia condizione tanto che in una delle lettere che mi scriveva mentre compiva il servizio militare, affermò che se avesse avuto tanti fratelli io sarei stato quello preferito e mi diceva pure che nella vita non tutto è bianco o nero dal momento in cui esistono svariate gradazioni e infinite possibilità. Una volta definì l’Arte come la somma di tutti i Valori esistenti e l’artista come un eroe che non si può conformare ai luoghi comuni e alla retorica. Mio fratello era un idealista e anche il suo lavoro era inteso da lui come “missione” come “servizio”, molti lo amavano ma a tanti altri certamente dava fastidio quella sua aria da idealista rivoluzionario. Beninteso che la sua era una rivoluzione intellettiva, pacifica, umana. Molti lavorano per accumulare denaro, lui per esprimere sè stesso e dare testimonianza della Verità. Avrei tante altre cose da dire su di lui, so che mi manca e mi manca tanto. In questo altro uomo a cui mi sento legato molto non vedo, nel mio presente, solo un “amato” ma anche un fratello e questo fatto è molto singolare poichè mi pone su piani d’amore diversi da quelli consueti. E’ difficile da capire perchè è un tipo di attrazione variegata, multiforme, forse anche pericolosa ma la vita è tutta un rischio, o no?