Blog / Renato Pierri | 19 Agosto 2016

Lettere di Renato Pierri – Quando si scambia il Signore per un ufficiale delle SS

 
Parlavo, sul blog “Come Gesù” del prete e scrittore Mauro Leonardi, di una povera bambina che neppure un secolo fa, circondata da persone religiose ignoranti del vangelo, morì persuasa che il Signore avesse esaudito la sua preghiera di prendersi la sua vita in cambio della conversione della mamma. Ebbene, con grande sconcerto ho dovuto costatare che ci sono ancora molte persone persuase che Dio possa uccidere una persona, mandandole gravi malanni, in cambio della conversione di un peccatore. Nell’articolo scrivevo tra l’altro: “Nel vangelo non esiste un solo versetto che autorizzi a pensare che il Signore chieda sacrifici d’innocenti per concedere grazie o convertire peccatori”. Trascrivo uno dei cento e più commenti. E’ di una lettrice che si rivolge ad un’altra lettrice: «Però, se una persona decide di offrire se stessa al posto o per la salvezza di un altro perché fa peccato? Dio saprà cosa fa, se accoglie il sacrificio e non è mica detto che lo accolga! Non penso che si tratti di una specie di suicidio, se è l’offerta di un’anima generosa come ce ne sono poche, poi sarà Dio a fare ciò che vuole. Non mi sembra che usare la parola “peccato”, in questo caso sia corretto». Gentile lettrice, le trascrivo parte di un mio articolo apparso su Affaritaliani il 21 settembre 2012:

«Padre Pio il 17 ottobre 1915, scriveva a padre Agostino: “Tutti i tormenti di questa terra raccolti in un fascio, io li accetto, o mio Dio, io li desidero qual mia porzione… Voi [padre Agostino] poi mi esortate ad offrirmi vittima al Signore per i poveri peccatori. Questa (offerta) la feci una volta e la vado rinnovando ancora più volte al giorno. Ma come va che il Signore non mi esaudisce?”. La risposta sarebbe dovuta essere: “Non ti esaudisce, caro figliolo ignorante, semplicemente perché il Signore non è come quell’ufficiale delle SS, che ad Auschwitz esaudì la richiesta di padre Kolbe”. Dio, a differenza dell’ufficiale delle SS, non dà tormenti a nessuno, innocenti o colpevoli che siano; né toglie tormenti ad uno dei suoi figli per darli ad un altro figlio. Dio non è dispensatore di dolori. Dio non è un tiranno». Ed ecco allora la risposta alla sua domanda, gentile lettrice: se ci fosse consapevolezza, considerare il Signore, Padre amorevole, alla stregua di un ufficiale delle SS, sarebbe grave peccato. Però, giacché non c’è consapevolezza, offrire la propria vita, nel senso di farsi uccidere da Dio, oppure di suicidarsi con digiuni e patimenti in cambio di grazie o la conversione di peccatori, è solo una grande idiozia.

Renato Pierri