Articoli / Blog | 30 Giugno 2016

MIO n. 25/ Un prete per chiacchierare – “Sì” annullato o nullo?

Mauro Leonardi (Como 1959) è sacerdote dal 29 maggio 1988 e abita a Roma presso l’Elis centro di formazione per la gioventù lavoratrice sito accanto alla parrocchia di san Giovanni Battista in Collatino. È cappellano del Liceo dell’Accoglienza Safi Elis. Da anni pubblica racconti, articoli, saggi e romanzi. Scrive su internet su The Huffington Post e su ilsussidiario.net. Il suo blog si chiama Come Gesù. Il compenso per la rubrica, questa settimana va a una signora anziana che non ha i soldi per curarsi i denti
_________________
Gentile don Mauro, la moglie di mio figlio ha abbandonato la religione cattolica ed è diventata testimone di Geova. Le chiedo: se  un coniuge passa ad un’altra religione o ad una setta, si può chiedere l’annullamento del matrimonio?
Arturo, Pinerolo (Torino)

Buon giorno Arturo. L’annullamento del matrimonio è un modo di dire improprio perché la Chiesa non può annullare un matrimonio, può dichiararne la nullità: cioè può definire con sentenza di un tribunale ecclesiastico che quel matrimonio non è mai esistito. Ora, tornando al caso di tuo figlio, se tuo figlio si è sposato liberamente e validamente, il fatto che la moglie abbia nel tempo maturato la volontà di cambiare religione non è causa di nullità anche se ciò non toglie valore al peso negativo che avrà nella loro vita coniugale una scelta del genere. Forse mi fai questa domanda perché hai sentito parlare di privilegio Petrino e privilegio Paolino ma, senza stare a dilungarmi, posso dirti che essi valgono solo quando il matrimonio era avvenuto prima che gli sposi si battezzassero

Caro don Mauro,  secondo lei, come può essere possibile che Dio possa permettere la morte di giovani innocenti? Che colpa può mai aver una giovane creatura morta ad esempio di tumore?
Davide, Follonica (Grosseto)

Caro Davide le tue sono domande grandi ed eterne, nel senso che appartengono ad ogni uomo di ogni tempo: però sono domande diverse. Dio permette la morte di tutti perché, secondo la nostra religione, è la conseguenza consapevole della scelta compiuta da Adamo ed Eva col peccato originale. Ma davanti alla morte di chi ci è caro o di chi ci pare totalmente indifeso, tutto questo non ci basta, non ci basta mai. Perché? Perché noi siamo fatti per la vita in abbondanza e per questo Dio non voleva che morissimo. Nonostante ciò, in Cristo, Dio è con noi in questa vita. Non è uno spettatore che non interviene. È con noi. Proprio domenica ci chiedeva nel vangelo: ”Chi sono io per voi?”. Difficile rispondere quando i conti non ci tornano.
Per quanto riguarda invece il discorso delle colpe per cui si ha una sorta di pena da scontare con un tumore, qui ti dico un netto “no”. Già nel Vangelo Gesù ce lo dice un no netto. Non ci sono colpe per cui veniamo colpiti con terribili malattie. Questo giubileo di misericordia ci dice proprio che Gesù, Dio, è venuto ad alleviare le nostre sofferenze e a prendere i nostri peccati, cioè a prenderci, a portarci sollievo e vita con la Sua vita.

Carissimo don Mauro,  Sono una ragazza di 25 anni e da circa 2 anni frequento un uomo più grande di me, sposato e con figli. Ne sono innamorata e lui lo è di di me. Lui e la moglie non si amano più da tempo, e a dire il vero non so se si siano mai amati. Lui è molto infelice con lei, e non si sente amato dalla famiglia ma non chiede la separazione per via dei figli. Entrambi stiamo vivendo un momento molto difficile, e mi sento molto confusa…
Maria Cristina, Comiso (Ragusa)

Maria Cristina non è che ti “senti” molto confusa: è che stai vivendo oggettivamente una vita confusa. Io non voglio dirti se lui è l’uomo per te o no: lo sai tu. Però certamente la sua vita è della moglie e dei suoi figli. È così perché lo ha voluto lui nel momento in cui ha scelto di sposarsi e di creare una famiglia. Tu sei arrivata dopo e questo ora causa difficoltà e confusione. Credo che tu non abbia bisogno di consigli, mi sembra tu abbia chiara la situazione. Hai bisogno di amiche, amici, relazioni che possano aiutarti a vivere questo dolore e la sua necessaria soluzione.