Blog / Il diario di Paci | 15 Aprile 2016

Il diario di Paci – 124. Ti amo perché non sei…

“Pensavo di essere la coda di mia madre”.
Stella ha letto questa frase.
L’ ha scritta un uomo malato.
Di quelle malattie che fanno, del corpo, una prigione.
E tu chiusa dentro.
Cammini, ma non vai da nessuna parte.
Apri la bocca, ma non esce parola.
Pensi e ragioni, la testa piena di pensieri e ragionamenti, ma sembri vuoto.
Ti innamori, ma lei non lo sa.
Ami,  ma le tue mani non riescono ad accarezzare. Sembrano botte. Ma tu volevi accarezzare.
Ecco,  ha letto una frase scritta da uno così. Malato così.

Che bella la scrittura.
Ti fa viaggiare senza staccare i piedi da terra.
Rimani seduta.
Se scrivi, anche uno scalino va bene per viaggiare.
Ti fa parlare nel silenzio.
Discorsi senza suoni.
Ti innamori e lo sa il  mondo perché la scrittura è di tutti.
Appena scrivi una parola è come se fosse di tutti perché non è più tua.
Ami e fai l’amore, totale, ad ogni pagina.
Un bacio ogni riga.
Che bella la scrittura.
“Pensavo di essere la coda di mia madre”.

Paci ma è una frase triste.
Essere la coda di qualcuno?
Non mi piace.

A me piace, Stella.
È la frase di un bambino.
Ascolto sempre i bambini quando parlano perché loro parlano solo di amore anche se non lo nominano mai.

Essere la coda di qualcuno.
È essere la sua fine.
È essere il suo modo per dire che  è felice, impaurito, arrabbiato.
È essere la parte morbida da mettere sul muso,  al  momento di acciambellarsi e dormire.
È essere una parte di lui e aiutarlo a comunicare al mondo chi è.

Un bambino che pensa di essere la coda di sua madre è un bambino che non ha paura.
Non conosce quella che è l’unica paura.
Essere soli.
È un tutt’uno con chi ama.

Un bambino che pensa di essere la coda di sua madre.
È un bambino che sa se la  mamma è felice o no e lo sa dire.

Non lo so, io ho letto questa frase e ho pensato alle volte che mi hanno detto “Ti amo perché non sei…”.
Ti amo perché non sei pesante.
Ti amo perché non sei  gelosa.
Ti amo perché non sei appiccicosa.
Ti amo perché non sei avida.
Ti amo perché non sei di quelle che fanno il broncio e spariscono.
E ho pensato che, invece,  vorrei sapere perché mi ami.
Di quello che ho, che sono, ami qualcosa?
Perché io vorrei essere amata per quella che sono.

Oddio Paci, io  mi accontento di essere amata e basta.

Io non più, Stella.
Io voglio accontentarmi solo di quello che voglio.
E quello che voglio è quella che sono.
Non lo so spiegare.
So solo che quella frase mi ha fatto tenerezza.
Mi ci sono riconosciuta.
Io sono la sua coda.

(Il Diario di Paci, Mauro Leonardi)
Paci è il personaggio che ha dato vita alla protagonista del romanzo “Una giornata di Susanna”, acquistabile online e in tutte le librerie. È un’emigrante di origine venezuelana sposata con René, un uomo che la trascura. Ha un amante, una bimba che si chiama Marta e un’amica che si chiama Stella. Da vent’anni vive a Roma e si mantiene facendo pulizie.