Audio & Video / Blog / Lettere | 09 Aprile 2016

Le Lettere di Paolo Pugni – Perché scendo in campo col Popolo della Famiglia

Paolo Pugni è stato per parecchio tempo una presenza forte sul blog. Per questo facciamo un’eccezione alla regola che ci siamo dati di non fare pubblicità a candidature politiche.
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Ho deciso di candidarmi, anzi di mettermi a disposizione, e mi è stato chiesto di svolgere i ruolo di coordinatore per Milano, perché penso che sia necessario far ripartire la politica dalla famiglia, costituzionale e naturale.
Perché la gente del Family Day, tanta e di ogni estrazione, non si ritrovava più in nessuno schieramento politico esistente.
Perché siamo assediati da una cultura contro la famiglia, contro la vita, contro l’educazione.
Perché costruire ponti non vuol dire gettarli nel vuoto né abbadonare la riva che il ponte sostiene.
Perché il clima culturale è di così totale, allucinante, assurdità, che qualcosa bisognava provare a farlo.
Perché meglio avere una delusione che soffrire per un rimpianto e un rimorso, quello di non averci provato.
A Milano sono in molti quelli che stanno dando adesioni. Tra gli altri abbiamo un esponente islamico, il presidente dell’associazione famiglie numerose, giornalisti, scrittori, persone comuni, che ci vogliono mettere la faccia.
Appoggeremo come sindaco Nicolò Mardegan confluendo nella sua lista NoixMilano.

Aggiungo un cappello.
Ci siamo guardati in faccia in famiglia ed è stata una decisione comune quella di scendere, o salire, o cadere, in politica: perché se è vero che la politica è la scienza della città, il servizio alla città, allora è bene che siano le famiglie, che della società e quindi della città sono le cellule prime, si rimbocchino le maniche, si sporchino le mani -in modo onesto- per aiutare la città e la società e per aiutare se stesse.
Per questo abbiamo accettato la proposta, anzi in qualche modo ce la siamo andata a cercare, pur con le infinite difficoltà che abbiamo e che avremo. Era il momendo del redde rationem, di rendere conto di ciò che conta, di alzarsi in piedi come disse Giovanni Paolo II.
Non scendiamo in campo contro nessuno, semmai contro quelle filosofie, valori, atteggiamenti che sono contro la verità e i valori in cui crediamo, e contro la famiglia.
Chi crede che dissentire sia odiare, ha le idee molto confuse o le ha molto chiare e vuole manipolare la realtà.
Ma non è di questo che parliamo oggi.
Ho accettato l’incarico di coordinare le attività per Milano del Popolo della Famiglia perché credo che questa sia una occasione utile e irripetibile per provare a dare dignità e centralità alla famiglia.
Senza paura.
Molti ci stanno cercando: amici, vecchi compagni di scuola, colleghi, ex-colleghi, delle più disparate proveninenze politiche e religiose: tutte persone che sentono che è ora di finirla con una colonizzazione culturale manipolatoria e monotematica e che è bene ripartire dalla concretezza della famiglia.
Ci proviamo.

Qui la pagina Facebook del Popolo della Famiglia (Milano)