Lettere di Renato Pierri / Bisogna obbedire alla Chiesa o alla propria coscienza?
Bisogna obbedire alla Chiesa o alla propria coscienza?
Poiché ho scritto sul blog “Come Gesù” del prete e scrittore Mauro Leonardi: “La Chiesa sbaglia condannando l’amore omosessuale, e un cristiano che pensa con la propria testa ha il dovere di dirlo”, un religioso signore mi scrive: «Parafrasando Papa Francesco, si potrebbe affermare: “Chi sono io per dire che la Chiesa sbagli?”. Il Magistero è frutto di una tradizione millenaria, approvata spesso espressamente dal consenso dei vescovi di tutte le chiese locali, ovvero dalla Chiesa universale. Si può proporre, nei modi opportuni, una modifica ma ritengo che sia fondamentale l’obbedienza, come ci insegna Cristo con il suo esempio. Ancor di più a cose che facciamo fatica a capire o che, in buona fede, non approviamo». Tradotto in altre parole il discorso è questo: “Il cervello e il cuore degli uomini (non delle donne ovviamente) della Chiesa, sono il tuo cervello e il tuo cuore; il pensiero degli uomini della Chiesa, sono il tuo cervello e il tuo cuore; il pensiero degli uomini della Chiesa è il tuo pensiero. Tu devi solo obbedire”. Si dà il caso che il sottoscritto non fa nessuna fatica a capire che è sbagliato pretendere dalle persone omosessuali la rinuncia per tutta la vita all’esercizio della sessualità. Si dà il caso che di errori la Chiesa per suo stesso riconoscimento ne ha commessi nel passato, e non si vede perché non potrebbe continuare a commetterne oggi. Del resto: dobbiamo obbedire alla nostra coscienza, oppure agli uomini della Chiesa? Considerato anche che: “La coscienza di un uomo talvolta suole avvertire meglio di sette sentinelle collocate in alto per spiare” (Siracide 37,14). Considerato anche che: “Tutto ciò che non viene dalla coscienza è peccato” (Romani 14,23). E, infine, che Gesù disse: “Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?” (Luca 12,57).
Carmelo Dini
Tratto da Politicamente Corretto