Blog / Lettere | 07 Marzo 2016

La Lettera di Marisa Levi – Perché non pregare per Tobia Antonio “povero figlio”?

Buonasera don Mauro,
ho letto due volte l’articolo di oggi sull’Huffington Post [Tobia Antonio e l’uso politico della preghiera come arma, ndr].

Sono in alcuni gruppi whatsapp di “contrari al DDL Cirinnà” e riconosco che fra questi ce ne sono diversi che si esprimono in toni duri e inappropriati (che cerco di moderare).

Ma perché non si dovrebbe pregare perché non venga approvata una legge che si ritiene gravemente ingiusta? Io ho pregato, fatto adorazioni eucaristiche e digiunato perché lo Spirito Santo illuminasse le coscienze e “quella” legge sulle unioni civili non passasse come era stata formulata. Contro la legge, non contro le persone. Anche Bergoglio, quando era vescovo di Buenos Aires ha fatto pregare perché una legge non passasse.

Anch’io ho pregato per Antonio Tobia e pensato “povero bambino”: povero non perché esiste, evidentemente, ma perché è stato generato come un prodotto, privato da subito della madre. Certo non ho usato i pensieri e le parole che lei cita, ma perché pregare per lui dovrebbe automaticamente voler dire pregare contro chi ha fatto questo o usare la preghiera politicamente? Ho pregato anche per le persone coinvolte nell’operazione (perché di operazione nella realtà si tratta). Quello che suscita indignazione non è la nascita, è il modo in cui ci si è arrivati, per di più da parte di un uomo politico italiano, che va all’estero a fare ciò che la legge italiana proibisce.

Io penso che quando lei scrive sull’Huffington lo faccia per gettare ponti con persone che normalmente sono lontane dalla fede e dalla religione, ma mi chiedo: uno che legge questo articolo, che idea si fa? Che i cattolici che sono contro le unioni civili come formulate nella legge (peraltro seguendo un documento della Congregazione per la dottrina della fede) sono duri cattivi ecc. ecc., mentre Vendola e Testa tutto sommato non hanno fatto niente di male. E’ evangelizzazione questa?

Certo, la sintesi fra la condanna del male e il rispetto per chi il male lo compie non è facile, è una ricerca continua. Penso che la meditazione del Messaggio del Papa sulle comunicazioni sociali possa aiutare molto. Ne riporto alcuni brani:

“La parola del cristiano, invece, si propone di far crescere la comunione e, anche quando deve condannare con fermezza il male, cerca di non spezzare mai la relazione e la comunicazione.

Noi possiamo e dobbiamo giudicare situazioni di peccato – violenza, corruzione, sfruttamento, ecc. – ma non possiamo giudicare le persone, perché solo Dio può leggere in profondità nel loro cuore.

È nostro compito ammonire chi sbaglia, denunciando la cattiveria e l’ingiustizia di certi comportamenti, al fine di liberare le vittime e sollevare chi è caduto.

È nostro precipuo compito affermare la verità con amore. Solo parole pronunciate con amore e accompagnate da mitezza e misericordia toccano i cuori di noi peccatori. Parole e gesti duri o moralistici corrono il rischio di alienare ulteriormente coloro che vorremmo condurre alla conversione e alla libertà, rafforzando il loro senso di diniego e di difesa.”

Ecco, certamente ci sono cristiani “anticirinnà” che affermano la verità con parole e gesti duri, ed è giusto ammonirli (con carità anche per loro, però!), ma sinceramente mi pare che lei spesso penda troppo dall’altra parte, trascurando il giudizio sulle situazioni di peccato, ed è questo che sconcerta molti (me compresa).

Accompagno questa mail con la preghiera per lei.

Marisa Levi, biologa, già docente presso il Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona, si è perfezionata in Bioetica presso l’Università Cattolica a Milano. Interessata da molti anni all’approfondimento del rapporto scienza-fede, dell’evoluzione, di diversi aspetti di bioetica e più recentemente del gender, ha tenuto e tiene numerosi incontri su questi temi presso associazioni, parrocchie, scuole e gruppi di amici. La fa piacere far sapere che è dell’Opus Dei da 35 anni perché è bello far vedere che due persone dell’Opera possano affrontare i problemi in modo diverso e discuterne con rispetto reciproco.

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43 risposte a “La Lettera di Marisa Levi – Perché non pregare per Tobia Antonio “povero figlio”?”

  1. mauroleonardi ha detto:

    Anche a me capita di essere coinvolto in “catene di preghiera”. Ma è ben diverso fare “una catena”, per esempio, per un bambino che deve subire un’operazione, per una persona in fin di vita, per le vittime di una strage, da quanto invece è accaduto per Tobia Antonio.
    Per brevità, fisso in questa prima risposta alle tue obiezioni solo due punti.
    Il primo si riferisce alla pagina di Tertulliano che noi preti abbiamo trovato nel breviario di giovedì scorso (è quella nell’immagine di copertina). In sintesi dice che il modo di pregare dei cristiani è radicalmente diverso da quello dei pagani: “L’orazione è un sacrificio spirituale, che ha cancellato gli antichi sacrifici….Quanto è più ampio il campo d’azione dell’orazione cristiana! …Si sente raccontare che in antico la preghiera infliggeva colpi, sbaragliava eserciti nemici, impediva il beneficio della pioggia ai nemici. Ora invece si sa che la preghiera allontana ogni ira della giustizia divina, è sollecita dei nemici, supplica per i persecutori…” (Tertulliano, Ostia spirituale, cap. 24-25). Non ti sembra che pregare “contro” un atteggiamento parlamentare sia esattamente ciò di cui parla Tertulliano?

    C’è un secondo aspetto poi, sbagliato, che mi è sembrato di notare. Ed è l’atteggiamento del “fare la conta” – più proprio di un partito, cosa che infatti pare diventerà il Family Day – così lontano da ciò che vuole Gesù. Ricordi il vangelo? “Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà – Mt 6,6”. È l’esplicitazione positiva del grave peccato che fa Davide con il censimento raccontato in 2 samuele 24 1-4: “24 La collera del Signore si accese di nuovo contro Israele e incitò Davide contro il popolo in questo modo: «Su, fà il censimento d’Israele e di Giuda». 2 Il re disse a Ioab e ai suoi capi dell’esercito: «Percorri tutte le tribù d’Israele, da Dan fino a Bersabea, e fate il censimento del popolo, perché io conosca il numero della popolazione». 3 Ioab rispose al re: «Il Signore tuo Dio moltiplichi il popolo cento volte più di quello che è, e gli occhi del re mio signore possano vederlo! Ma perché il re mio signore desidera questa cosa?». 4 Ma l’ordine del re prevalse su Ioab e sui capi dell’esercito e Ioab e i capi dell’esercito si allontanarono dal re per fare il censimento del popolo d’Israele.”

    Ho un amico sacerdote che tempo fa si era sorpreso perché un tweet in cui chiedeva preghiere per una bimba con una malformazione era diventato virale in poche ore. È molto diverso “constatare” quanta gente buona ci sia, quanta gente voglia pregare, rispetto al fare la conta dei gruppi di wapp, di fb (che poi diventano treni) che, leggendo le parole con cui vengono espresse, non sono preghiere “per Tobia Antonio” ma sono preghiere contro Vendola e il compagno.
    Così almeno sembra a me.
    Comunque, sono qui per parlarne.
    Ciao e grazie.

  2. loretta conte ha detto:

    Grazie professoressa Marisa Levi, è bellissima la sua lettera e sono d’accordo con lei

  3. sandokan ha detto:

    Il punto in questione, secondo me, è la preghiera in qualche modo “esibita” come segno di appartenenza e per marcare una differenza, un confine tra il bene e il male.
    In epoche passate spesso la preghiera è stata usata contro qualcuno: la Bibbia è piena di episodi nei quali si invoca Dio per uccidere i nemici (i nemici del popolo eletto, mai invocazioni del genere si sono rivolte verso altri ebrei) e anche la storia cristiana ha tanti episodi di questo genere (per esempio contro i Turchi invasori).
    Secondo me a questi riferimenti culturali si rifà chi, tanto per fare un esempio, organizza veglie di preghiera mettendo nei manifesti un soldato armato.
    La differenza col passato sta nel fatto che mentre prima si combatteva contro estranei, che non facevano parte della nostra vita (gli ebrei non vivevano con i Filistei e neanche i cristiani assieme ai Turchi), e quindi veniva facile etichettarli come “male”, i “Turchi” e i “Filistei” di oggi sono i nostri figli, i nostri fratelli … forse siamo noi stessi, ma comunque li abbiamo partoriti noi. Vivono con noi. Per questo, in un certo senso, comprenderli ci è necessario: per conoscere noi stessi. E un certo modo di comportarsi invece contribuisce a renderli estranei.
    Dire per esempio che un figlio viene generato come un prodotto è un problema di tutta l’umanità e non è introdotto da una legge. Non è più “prodotto” un figlio nato con la maternità surrogata di un figlio messo al mondo “per salvare un matrimonio” (ne conosco tanti), che si ritrova sulle spalle una responsabilità che non gli compete fin dalla nascita. Eppure non si organizzano veglie di preghiera per questi bambini. E questo per il semplice fatto che è più difficile tracciare linee di confine tra il bene e il male dentro il nostro stesso mondo, dentro noi stessi.
    Certamente non avere la madre (o il padre) è un problema che, se non viene percepito, è perché le madri e i padri che ci sono, nelle nostre famiglie in regola davanti alla legge, non sono poi un granché, molto spesso. E quindi non sarà lottando per le forme che si cambieranno le cose, ma stando accanto alle persone con tutti i loro sbagli che a volte son capaci di mostrarci che noi, dentro le nostre regole, non siamo capaci di voler bene al nostro coniuge come a volte sono capaci di fare persone che ridono delle nostre regole. Sembrano ridere delle nostre regole, ma in realtà ridono di noi, della vita che facciamo, delle parole di felicità che pronunciamo che non rendono felici noi stessi. Forse le vite degli altri non sono un granché, ma non le scambierebbero con le nostre. Forse un giorno capiranno meglio di noi il senso delle nostre leggi e ci spiegheranno perché siamo tristi senza commettere peccati.
    Non sto esaltando i peccati. Non sono i peccati il punto. Il punto è camminare in mezzo alla gente, senza rinchiudersi in recinti aspettando la salvezza dall’alto. La salvezza cristiana è venuta da fuori dal recinto. Oggi siamo tutti convinti che saremmo stati dalla parte giusta duemila anni fa, oggi che sappiamo come è andata a finire perché ce l’hanno raccontato, lo ascoltiamo nelle omelie e lo leggiamo sui libri. Ma io ci penserei un po’ prima di esserne tanto sicuro.

  4. Lidia ha detto:

    Sandokan, sono del tutto d’accordo con te.
    A me preme però ribadire un punto che nessuno fa mai. Perché è un punto scomodissimo che a me fa male – e Dio mi è testimone, la frase suona solenne ( :) ) , ma è davvero così: ci ho passato ORE a pregare e piangere su (e probabilmente buona parte delle terapie e medicine che devo prendere ora anti-stress ecc. sono anche dovute a questo stress. Non esagero, sono sincera, e sono la prima a dire che sicuramente è stata una reazione patologica la mia).
    I cristiani che fanno veglie di preghiera anti-Vendola; i cristiani che urlano “farabutti compratori di bambini”; i cristiani che fondano partiti cercando solo visibilità….tutti questi, no, non sono loro, non dovrebbero essere loro I PRIMI nelle nostre preghiere, nelle nostre azioni di ponte?
    O perlomeno, non dovremmo mostrare carità?
    A me viene molto facile e spontaneo scrivere quanto poco cristiani siano i commenti sul blog di Costanza Miriano. Mi viene molto facile e spontaneo dire che il FD non mi piace. Mi viene facilissimo dire che le lettere di Paolo Pugni – quando le scriveva qui – mi davano fastidio e mi parevano quanto più lontano c’è da una fede autenticamente misericordiosa.
    Mi viene facilissimo essere amica delle mie amiche lesbiche, mi viene facilissimo gioire perché avranno un figlio con l’inseminazione artificiale, (mi viene invece difficilissimo gioire per Tobia Antonio: o meglio, felice per lui che è nato, sì; ma mi chiedo davvero se sarà felice, io prego perché lo sia tanto, e me ne frego se con due padri o cinque madri, ma ho paura che avrà dei problemi e vorrei tanto di no).
    Tutte queste cose mi vengono facili, facilissime; e bene così.
    Ma…maè giusto? è davvero giusto? E dove creo io – parte don Mauro, lui fa come crede e pace, ma io Lidia – ponti, veri ponti con tutti, estremisti cattolici?
    La mia risposta sta nella mia dimensione privata. Privatamente mi veine facilissimo essere amica di ebrei che il sabato manco accendono la luce, atei divorziati, musulmane velate da capo a piedi, lesbiche conviventi…e faccio solo esempi di amici reali, con cui prendo caffè, tè, che invito a casa mia a cena.
    Amici integralisti cattolici pure ne ho, magari evito discussioni su questi temi perché purtroppo non ce la faccio. E mir endo conto che nell’amicizia privata, e soprattutto nella dimensione pubblica, accanto alla reale necessità di dire “chi erge muri non è cristiano” non ho anche il dovere di dire “ma persino tu che ergi muri, io sono per te ponte!”.
    Gesù è morto pure per Mario Adinolfi, oltre che per Nichi Vendola. Penso Adinolfi mi faccia più rabbia perché mi sento violentata nel mio diritto di essere cattolica senza dover essere come lui, mi sento scippata del mio diritto a dire che sono cattolica come e quanto lui anche se la penso in modo diverso.
    Ma poi, accertato che certo risolvere i problemi del mondo non sta a me, ma anche a me, come sono ponte io, per loro?
    Questa domanda mi lascia stremata, perché non c’è facile soluzione. Io cerco di non farmi trascinare troppo, ma invidio molto la sicura convinzione che Adinolfi, la Miriano, don Mauro, Renato eccetera hanno di essere sempre nel giusto, di fare sempre la volontà di Dio, di sapere con certezza quali accuse sono calunnia e quali giusto e fraterno rimprovero.

  5. Paola ha detto:

    Marisa,
    abbiamo molte cose in comune (OD, docenza universitaria, preghiera per don Mauro), ma una diversa valutazione delle posizioni di don Mauro sull’Huff. A me aiutano molto a mettermi dal punto di vista di molti con cui vivo accanto e questo aiuta me e loro a trovare Dio nella realtà pur piena di limiti in cui vivo.

    Invece sono più preoccupata per sandokan. Noto da qualche tempo un retrogusto amaro quanto scrive di coppie e direi di matrimonio. Ora accomunare la maternità surrogata alla maternità cercata per salvare la coppia mi pare sintomatico di questa disillusione sulla coppia, di sposi, e aggiungerei, se non sbaglio, cattolici. Forse sei a metà del percorso. Mi spiego: stai traghettandoti, mi pare, da una impostazione di vita OD dove tutto funziona quasi meccanicamente, nella realità del sacramento, ad una più scialla, ma che guarda al cuore che mi pare bellissima. E mi ci trovo, in parte. Io me la racconto come un passaggio da adorare l’altro ad amarlo.
    Ma la maternità surrogata, direi, è più simile allo stupro o allo sfruttamento della prostituzione.

  6. Betulla ha detto:

    Apprezzo molto l’intervento di Marisa Levi, che trovo molto equilibrato e rispettoso delle due parti dei cattolici , la cui divisione è sempre più netta. Quello che percepisco sempre di più è che ,nonostante si parli di “ponti”, si sono creati all’interno della chiesa divisioni nette tra cattolici ,quelli che ostentano la spiritualità della preghiera , appunto usandola come arma per colpire, quelli che che combattono questi atteggiamenti ma allo stesso tempo si fanno portari di un pensiero debole che annacqua la Verità per renderla più bevibile, ma che perde il profumo e l’essenza di essere nettare dell’anima.L’equivoco di fondo è pensare che il pensiero forte,appunto è una sorta di armatura che chiude alla comunixcazione con l’altro diverso da me, mentre è esattamente il pensiero forte che stabizza il pensiero, e che determina il percorso riconoscendo di volta in volta gli ostacoli da superare.

  7. Paola ha detto:

    Cui adde: una mia amica giornalista del Corriere sabato sera mi faceva notare che la maternità surrogata come principio è assimilabile alla compravendita di bambini. In fondo, perché differenziare tra vendere un bimbo appena nato dalla vendita ad 1 anno? O meglio a 15, quando l’adolescenza avanza e ti fa perdere le staffe?
    Io monetizzerei abbastanza da acquistarmi una bella mansarda a Cortina.

  8. sandokan ha detto:

    I primi nelle mie preghiere sono quelli che conosco. Che siano o meno cristiani, non importa. Per me sono tutti “cristiani”, ossia di Cristo, e quindi non ho priorità. Prima ancora però ci sono quelli che sento “miei”, che Dio per qualche misterioso motivo mi ha dato legandoli a me con vincoli di amore. A me tutto questo inseguire e leggere notizie dai siti X o Y per costruire ponti o muri o quello che ci pare non mi sembra sano.

  9. Lidia ha detto:

    Infatti sicuramente non lo è…( basto io per fare pubblicità negativa a qualsiasi forma di bloggherismo; sono una testimonial).
    A me quello che lascia amareggiata è che nessuno, ma proprio nessuno, si chiede mai se per caso stesse sbagliando qualcosa. Io me lo chiedo troppo, e vabbè, sono malata io e non ci piove. Ma tutte queste certezze nei protagonisti dello spazio pubblico, da dove vengono? Come fanno?

  10. Betulla ha detto:

    Devo dire che da donna ,(e l’ho scritto più volte) mi sento vilipesa e mortificata e strattonata quando vedo giustificare il ricorso alla maternità surrogata,con sofismi che allegeriscono la portata devastante di quest’ultimo colpo di grazia inferto alla donna.

  11. sandokan ha detto:

    A me sembra che qualcuno se lo chieda, che sia più facile chiederselo se si parla di sé piuttosto che di ciò che si pensa. Se ci si sforza di essere sempre la stessa persona in ogni ambiente. Se sempre uno si immagina, quando tratta qualsiasi argomento, che tutto questo riguardi la persona che ama di più al mondo – un fratello, un amico, il coniuge … – e non una entità astratta necessaria per contrapporla a ciò che sono. Soprattutto se ci si guarda con coraggio. Solo chi ci ama ci può conoscere e noi possiamo conoscere solo chi amiamo. Io non devo diventare una specie di divinità superiore equidistante che capisce quello che altri non capiscono. Devo semplicemente amare qualcuno e devo sentirmi amato da qualcuno.

  12. sandokan ha detto:

    So che amare “qualcuno” a molti sembra poco. Ma amando sul serio qualcuno è tutto il mondo ad acquistare rilevanza. Di tutto Schindler’s List mi è rimasta in testa una frase del Talmud lì citata: “Chi salva una vita, salva il mondo intero”. E’ una frase bellissima. Che sento mia. Io non sono fatto per amare il mondo. Sono fatto per amare una persona (non pensare a Gesù, pensa a uno qualsiasi, a una qualsiasi … però la devi amare come la ama Gesù) e, attraverso questo amore, qualcosa che non ti aspetti succederà.

  13. sandokan ha detto:

    A me, ti dirò, questi che amano Gesù mi fanno sorridere. Sono in buona fede, molti. Ma provare ad amare qualcuno come lo ama Gesù mi sembra più serio. Non che sia facile, ci vuole una vita, e anche un po’ di aiuto ;-)

  14. Marisa Levi ha detto:

    Al primo punto rispondo: no, non mi sembra affatto, perché io ho pregato “anche ” contro la legge, non “solo “contro, e soprattutto non solo per questo! Ho molte altre intenzioni di preghiera oltre a questa! Per esempio prego spesso per le persone omosessuali. E le assicuro che anche nelle catene di preghiera sulla legge Cirinnà si prega per molte altre intenzioni. E non ho pregato per l’incenerimento di quelli che avrebbero votato a favore, né per fulmini divini su Vendola. (a parte il fatto che non capisco perché se la sono presa con Vendola molti che facevano quadrato attorno a Lo Giudice).

    Quanto al secondo punto, mi sembra che possa essere inquadrato sotto il tema “mentalità laicale”, un altro punto su cui la sintesi è difficile. Il family day di giugno e di gennaio non è stata un’espressione della Chiesa, ma la libera azione di molti cittadini, cattolici e non, nell’esercizio della loro responsabilità di cittadini. Molti dei partecipanti, essendo persone di fede, hanno anche pregato: e le assicuro che quando sono stata in piazza San Giovanni (al circo Massimo non ho potuto andare) sono la prima ad essermi stupita di quanta gente c’era, e bellissima gente, gioiosa nonostante i disagi di due diluvi e dell’intasamento della metro, e ho avuto la sensazione del miracolo. Speravo che ci fosse tanta gente, ma sinceramente non mi aspettavo (poca fede?) che fosse così tanta. Il censimento non lo abbiamo fatto noi, ma quelli che si sono messi a contare scrupolosamente i metri quadri solo e specificamente per questa manifestazione, mentre non si facevano problemi di milioni di persone quando c’erano manifestazioni sindacali o di partito. A me che fossero decine o centinaia di migliaia o milioni non interessa, mi interessa che erano tanti, si sono autoconvocati, si sono mossi a proprie spese e con vari disagi, per qualcosa in cui credevano profondamente, da cittadini cristiani, che pregano e agiscono nel mondo.

  15. Marisa Levi ha detto:

    Anche a me arricchisce quello che don Mauro scrive, come sempre succede quando si hanno diversi punti di vista. Mi sembra però che spesso sia troppo “squilibrato”, nel senso che mi pare difenda solo le ragioni degli uni ma non si sforzi di cercare di capire le ragioni degli altri. E l’articolo a cui mi riferivo nella mia lettera ne è un esempio.

  16. mauroleonardi ha detto:

    Riporto di Stefano70:
    “Grazie a te, don Mauro.
    Sto riflettendo sulle tue risposte e, in effetti, un aspetto che mi suscita qualche perplessità è proprio il tuo separare le riflessioni per i fedeli in chiesa dalle riflessioni per il mondo. Io non ho la tua (grande) responsabilità e magari, in termini pastorali, dati i tempi, può essere una cosa buona e giusta. Non avendo ancora una idea chiara preferisco rifletterci ulteriormente (premetto che in ogni caso non posso né voglio dare un giudizio su una questione che attiene alla tua specifica vocazione. Valuto la cosa da ascoltare esterno, con i limiti del caso).
    Ho letto i tuoi ultimi due articoli. I temi sono importanti anche se lo stile risente del pubblico a cui ti rivolgi tramite quel particolare giornale. Anche qui, è il modo per arrivare a persone che non leggerebbero questi temi e quindi adatti la forma, oppure lo stile riflette pienamente il tuo pensiero? In altri termini, nell’omelia rivolta ai tuoi parrocchiani diresti che “le beghe di casa nostra sono davvero lo starnazzare delle galline nel pollaio”?
    Un caro saluto.”

  17. Betulla ha detto:

    Aggiungo a quanto detto sopra….sono andata a scuola e appena tornata e guardando i volti dei tanti bambini che ho avuto davanti stamattina, e sentire come ciascuno ci teneva a parlare della mamma…dico che l’amore che un bimbo prova per la sua mamma lo vorrà allo stesso modo ridare ai propri figli. Questa è la legge naturale scritta sul volto di tutti noi.

  18. mauroleonardi ha detto:

    @Lidia
    Io mi chiedo molte volte se sbaglio, ciao!

  19. Betulla ha detto:

    Riporto qui una la mia considerazione sulla lettera di Gigi e la domanda finale.
    Della lettera di Gigi, preferisco la prima risposta, tiene in conto la persona nella sua totalità, che in questo caso vive uno stato d’incertezza delle sue scelte.Va subito al cuore del problema…. “La castità ancor prima che sessuale è personale cioè riguarda tutto te e ogni tua relazione con gli altri”.. l’orienta a una prima verità sulla questione di fondo ,quindi apre le porte non solo al dialogo, ma ancora di più a un’introspezione più profonda. Poi lo invita a fare un passo più in avanti…”Pensa a come vivi e ami tutti, non solo lui. ” ..lo spinge a una prima riflessione forte , piena di senso, che sviluppa e conclude ..”Cioè essendo sè stesso e essendoci per ciascuno.”
    E chiude la lettera nel pieno rispetto dell’altro e dando una certezza, la sua amicizia .Più che una risposta è accompagnare Gigi a una serie di riflessioni che lo riportino a guardare dentro in profondo, quanto questo incida poi sulle relazioni che vive intorno a se.
    Concretamente in questa risposta che lei da a Gigi, mi sembra che si espliciti nei fatti, cosa intende quando parla di costruire ponti o mi sbaglio ?
    La seconda risposta è corretta, ma fredda e formale e ciascuno delle parti resta incontaminato.

  20. mauroleonardi ha detto:

    @Marisa @Stefano70

    Non ho detto che io non cada in eccessi e non sbagli ma, assicuro che ci sto attento. Devo dire che oggi dopo 8 giorni trovo per la prima volta delle parole – quelle di Sandokan – che cercano di venire incontro alle domande che ho posto su ilsussidiario lunedì scorso.

    Per venire alle questioni di Maria e Stefano70: ogni testo, per essere compreso, ha bisogno di un contesto. “Ti sta bene” detto da una fidanzato a una fidanzata che ha un vestito nuovo ha un senso completamente diverso rispetto alla mamma di Pierino che, piangente per un votaccio a scuola, gli dice “ti sta bene” con senso di rimprovero perché gli aveva detto di studiare e lui non l’ha fatto.
    Non si tratta di camaleontismo o trasformismo, si tratta di comunicazione nel senso più alto: si tratta dello sforzo per creare comunione. Che dialogo può mai costruire “Filtro antieresie” verso Renato? e perché ci rimprovera continuamente di non adempiere al nostro dovere di ricordare le eresie? Se io, Stefano, scrivessi su L’Huff le parole che ieri ha detto il tuo vescovo nell’omelia, quelle parole verrebbero comprese?
    Circa lo “starnazzare” non so se userei questa parola: a seconda di chi mi ascolta cerco di usare il modo migliore per spiegarmi (non per camuffarmi).
    Mi dispiace molto che le persone del FD credano ancora di essere “molte” perché significa aver perso di vista quel “a tutte le genti” di cui parla il vangelo. Sai che un parrocchia a Roma può arrivare a 43.000 persone? sai che significa un paio o tre di Circhi Massimi? E quante persone si sono allontanate inorridite da Cristo grazie a tanti comportamenti e modi di fare intransigenti?
    Per comprendere meglio cosa intendo ti invito a guardare questo video di Papa Francesco sull’intenzione di preghiera di gennaio. Quante persone potrebbero dire che pecca di relativismo, di irenismo, di qualunquismo. E invece è l’uomo che lo Spirito Santo ha scelto per guidare oggi la sua chiesa.
    Aggiungo, e ti lascio al video, che per conoscermi un po’ di più bisogna leggere un po’ di più di me ed ascoltarmi un po’ di più.

  21. mauroleonardi ha detto:

    @Betulla
    Si Betulla, la prima risposta “costruisce ponti”: la seconda informa semplicemente enunciando una dottrina. I discepoli di Emmaus avevano trovato la prima risposta, non la seconda.

  22. renato pierri ha detto:

    Per Stefano.

    Buongiorno Stefano, le chiedo subito: la prossima volta che mi scrive, può essere più conciso? Il computer mi stanca.
    Vedo che lei non contesta una sola parola di Mancuso ( lo ha ben compreso?), ma si limita a dare giudizi.
    Scrive: Sui passi biblici trovo imbarazzante l’affermazione: “Quando Gesù non era d’accordo lo diceva. Non avendo detto nulla, accetta. Chi tace acconsente”.
    Guardi che qui Mancuso riporta il pensiero di altri, non è un suo pensiero.
    Ho invitato Giuseppina a leggere lo scritto di Mancuso per evitarmi la fatica di scrivere io. Io non mi affido a Mancuso (l’ho criticato più volte), è da molto prima che Mancuso pubblicasse il suo scritto che critico la Chiesa per l’errore di condannare l’amore omosessuale. La mia prima letterina sull’omosessualità risale al 12 febbraio del 2000, quando ancora insegnavo religione cattolica nelle scuole medie superiori. Eccola:

    Liberazione 12 febbraio 2000

    Gay. Gesù distratto?

    Pochi sanno che Gesù, nei vangeli, inveisce contro l’ipocrisia dei farisei, si scaglia contro ricchi e potenti, enumera i peccati più gravi (omicidi, adultèri, prostituzioni, furti, false testimonianze, bestemmie), ma non dice una sola parola riguardo all’omosessualità. Evidentemente il problema, se di problema si tratta, non lo interessava più di tanto. O forse, diversamente dalla Chiesa, aveva ben altro a cui pensare?
    Renato Pierri

  23. Dory ha detto:

    Penso che per comprendere la preghiera si può partire anche dalla parabola del fariseo e del pubblicano e da quella del figliol prodigo.

    Il pubblicano e il fariseo pregano. Tutti e due pregano. Ma uno lo fa riconoscendosi peccatore e chiedendo misericordia, l’altro, appunto, pregando “contro” il pubblicano stesso e ritenendo di essere sempre nel giusto.
    Il fratello maggiore obbedisce, fa tutto bene, sta nella casa del padre, è convintissimo di essere buono e giusto: ma vive più da servo che da figlio. Più con costrizione ( che genera poi l’invidia per il fratello minore che “non è buono” come lui) che per amore.
    Infine se riflettiamo sulle prime due parole del “Padre nostro” abbiamo detto tutto: “nostro” significa di tutti. Vendola, Tobia, Miriano, divorziati risposati, lontani, eretici…tutti. In questo senso credo che il desiderio di Lidia sia molto bello e che dobbiamo fare ancor più sforzi in questa direzione ( non è semplice)
    L’unico ponte che l’amore non può costruire è il rifiuto:ma va da sè che un ateo può essere tale ma non negarsi all’Amore. Un cristiano può essere battezzato, cresimato, andare a messa tutti i giorni e dire di no a quell’Amore che prende tutta la vita.

  24. Ambrogio ha detto:

    Stefano, devo avvisare anche lei. Inutile interloquire con Renato, il massimo che può attendersi è di essere classificato come struzzogallo, pappastruzzo, confusionario, autore di commenti idioti, persona che non capisce, che non risponde, che non conosce.

    TEM-PO-PER-SO

  25. renato pierri ha detto:

    Ma voi le avete lette le preghiere riportate da don Mauro? Sono preghiere quelle? Ma fatemi il santo piacere! E non scrivete troppo, perché Mauro ha anche altre cose da fare.

  26. Stefania ha detto:

    Don Mauro, ma perché lei ogni 2 articoli, attacca quelli del family scrivendo che basta una parrocchia a superare i numeri del circo massimo , o paragonando Adinolfi e i suoi ai testimoni di Geova o dando alla Miriano della martire costruita e altre simili cattive affermazioni?
    Se lei avesse davvero solo la buona fede di creare ponti, allora, una volta detto il suo pensiero ( una volta sola!!!) non continuerebbe a riproporlo ogni volta , con titoli e frasi sempre più cattive ed aggressive verso quelli che lei ritiene cattivi cristiani.
    Se lei continua scrivere in questi termini, mi dispiace, ma non sembra proprio che voglia il dialogo o costruire ponti !!
    Sembra invece che, a furia di articoli, lei voglia solo convincere gli altri, farli capitolare alla sua idea, farli ragionare in un certo modo.
    Questo si chiama fare del proprio parere un assoluto: altro che dialogo!
    Perché le danno tanto fastidio i pochi ( a suo dire) cristiani che non la pensano come lei?
    Se sono davvero pochi, li lasci perdere. ( a parte che spesso i pochi hanno più ragione dei molti, come dimostra la storia)
    Perché non riconosce loro il diritto di agire come credono?
    E senza dover per questo, incappare negli strali dei suoi articoli?
    Nessuno la denigra ( ad esempio) per il suo cercare-contare like su questo blog, né le attribuisce fini poco nobili ( come quelli che lei attribuisce all’altra parte) o intenzioni malvage.
    Che penserebbe se Adinolfi o altri scrivessero che lei cura questo blog, perché magari ha ambizioni di diventare vescovo? O altre cose peggiori?
    Se le attribuissero ogni genere di intento spregevole?
    In fondo lei ha scritto questo di loro! ( poltrone,passate in televisione etc etc)
    Dunque ci pensi. Non è affatto da buon cristiano questo suo comportamento.

  27. Giuseppina F. ha detto:

    Io invece mi soffernmerei sulla parabola del samaritano per far capire soprattutto alla signora Marisa come seguire l esempio di Gesu;cioe amare come lui e come don.Mauro cerca di farci capire!!Il samaritano si comporto meglio del sacerdote e del levita.Perche?perche si lascio guidare dall amore come Gesu!Gesu ha dato la sua vita per tutti;senza guardare se erano buoni o cattivi.Cosa deve fare un cristiano?seguire l esempio di Gesu sulla strada dell amore verso chiunque.Non dobbiamo guardare a chi è destinato il nostro amore;se no si fanno pregiudizi che cerchiamo di celare pregando per cose sbagliate.Non dobbiamo guardare se quella persona;è degna ;se merita un gesto di amore da parte nostra.Ma si deve amare e basta.la nostra legge dev essere l amore;l amore fa vivere!Amare la vita di tutti come fosse la nostra vita.Amare ecrispettare tutti;in qualsiasi condizione essi siano;chiunque essi siano.Amare i fratelli è spargere fiori di amore(§anta Teresa di Lisieux) io vorrei donare agli altri la gioia;anche solo un sorriso se posso.Cio vuol dire non lasciarsi scappare nessuna occasione;uno sguardo;una parola e compierlo con amore per amare i fratelli comunque essi siano.Io pregherei francamente lo dico non per Tobia che la famiglia ce l ha e sicuro tamto amore;ma per tutti i bambini orfani che aspettano un papá ed una mamma;lo trovo piu giusto!!

  28. Giuseppina F. ha detto:

    Renato come ha scritto don Mauro è preghiera malsana perche non è fatta per il bambino ma per colpire i genitori che sono omosessuali

  29. Stefano70 ha detto:

    Cara Marisa,
    mi riconosco in molti aspetti del tuo pensiero e, soprattutto, nel tuo travaglio interiore. Anche io mi chiedo spesso se, in generale e nello specifico tema, stia compiendo la volontà di Dio.
    Credo che la preghiera, l’ascolto degli altri e in particolare dei cristiani con coscienze ben formate, dei sacerdoti con diversi punti di vista, ci aiuti ad interrogare la nostra coscienza.
    Dobbiamo anche tenere in conto che il mondo si è secolarizzato; che ci sono molte autorevoli persone che sostengono che la ragione sembra obnubilata; che il dialogo è fondamentale ma, alla fine, è giusto e doveroso prendere una nostra posizione senza paura di affermare ciò che riteniamo giusto e vero. Dobbiamo avere anche la forza e l’apertura del cuore e della mente per evitare di chiuderci, mettendoci invece alla prova con le opinioni di chi la pensa diversamente.

  30. Faticatore Operaio ha detto:

    Lidia, prego per te

  31. mauroleonardi ha detto:

    Il paragone con i Testimoni di Geova è di Renato Pierri, non mio

  32. Faticatore Operaio ha detto:

    Sa come chiamano dalle mie parti quelli che, come lei con questa risposta, trattano gli altri con un certo disdegno e aria di sufficienza (ha ignorato le principali obiezioni e si è limitato a un particolare marginale)? Sa come li chiamano?

  33. Giuseppina F. ha detto:

    Il commento che ho scritto a Renato sulla preghiera era generico riguardo a Tobia!!tanti hanno pregato cosi su facebook.Pero la signora Marisa credo abbia pregato veramentevpensando alle discriminazioni che questo bambino purtroppo potra avere in futuro.Per questo dobbiamo insegnare soprattutto ai bambini;ragazzi il rispetto verso gli altri.Credo che Tobia abbia tanto amore perche ha anche nonne e nonni oltre ai genitori.un caro saluto.

  34. renato pierri ha detto:

    Sì, Giuseppina, Mauro voleva semplicemente dire che non si può pregare sputando veleno. E la gente ci scrive su romanzi, semplicemente perché non ha capito che Mauro voleva dire che non si può pregare sputando veleno.

  35. stefania ha detto:

    Si, si, don Mauro.
    Il paragone era di Pierri, mi sono imbrogliata: ma tutto il resto?
    Ha ragione Faticatore: perché si è fermato solo a questo dettaglio?
    Lo sa che quando scrivo qui, io prima ci penso tanto?
    Perché non è facile non ferire nessuno, ma comunque non ritengo giusto in coscienza, tacere su quello che secondo me, va male e fa male, nei suoi interventi?
    Vorrei rileggesse il mio post e ci riflettesse con calma, magari solo per conto suo, non richiedo risposte pubbliche. Basta che ci pensi…
    @Stefano 70 Vero che il mondo si è secolarizzato: forse proprio per questo c’è tanta fame ( nascosta) di qualcosa di trascendente che dia senso.
    Il dialogo certo arricchisce, aiuta: ma alla fine non salva nessuno.
    E’ cosa buona il dialogo: ma non è un Dio, e non può, né deve diventarlo o prenderne il posto.

  36. Lidia ha detto:

    ;) Grazie!

  37. Giuseppina F. ha detto:

    Si non é cristiano proprio no;Dio.non.vuole queste preghiere

  38. Betulla ha detto:

    Grazie per avermi risposto. :-)

  39. elisa ha detto:

    Ho letto l’articolo sull’Huff, come avevo letto l’articolo sul sussidiario. Sono totalmente d’accordo con Marisa Levi e con Stefania , sebbene io non abbia la stessa pacatezza.
    Voglio aggiungere, infatti, che noto un grandissimo protagonismo in lei, don Mauro, una accentuata ricerca di facile consenso , una ossessione per i numeri che è del tutto fuori luogo. Sì, è veramente banale l’insistenza sui numeri del family day ( uno non può nemmeno dire che c’ è andato ed era contento di essere circondato da migliaia e migliaia di famiglie ! ) , e anche il vantarsi , sul sussidiario, che il suo articolo sia molto commentato e quanti articoli ha scritto , contare addirittura i propri articoli ed esibirne il numero…stucchevole. Sul Sussidiario ci sono stati tanti commenti, mi pare tutti estremamente negativi, non perché abbia colto nel segno, come millanta lei, ma perché quello che ha scritto è brutto, poco caritatevole e suscita sconcerto. Infine, mi sembra che lei si riempia la bocca di tante parole, ma dia invece una testimonianza di supponenza e di alterigia e di scarsissima carità …credo sia uno dei principali divisori e seminatori di zizzania nella comunità cristiana, almeno sul web è palesemente così.
    Un saluto a lei e anche ai suoi imbarazzanti sostenitori qui sul blog. Imbarazzanti per lei, se dal frutto si conosce l’albero…siamo messi proprio bene….che tristezza.

  40. paola ha detto:

    Signora Giuseppina, quel bambino non ha due genitori omosessuali, ma ha una mamma e un papà, come tutti al mondo, anche se è il bambino più povero del mondo, venduto dalla madre, per soddisfare il desiderio di due adulti. Certo che occorre stravolgere la parole per poter accettare questa violenza su Tobia, ha ragione anche lei , ma la violenza rimane. Poi, si può discutere su come contrastare questa violenza del forte su debole, o anche decidere di applaudirla, come mi sembra fare lei, ma bisogna essere onesti con le parole.

  41. Faticatore Operaio ha detto:

    No, don Mauro, lei non è un pioniere.
    Non ha il monopolio dell’apertura.
    Non è più intelligente dei semplici.
    Non è più adatto ai tempi.
    Non ha un cuore più buono e misericordioso.
    E non fa neanche un bel servizio alla Chiesa.
    … nihi scit.

  42. mauroleonardi ha detto:

    Cara Elisa,
    ben venuta sul nostro blog. Mi rallegra che a distanza di quasi dieci giorni il mio articolo le dia tanta energia: se le dà tanto fastidio forse è perché dice delle cose vere.
    Naturalmente potrei rispondere punto per punto a quanto mi scrive. Se il FD dice di essere 2 milioni ha qualche senso dire che erano meno di 70.000 persone (visto che non si parla di una tranquilla riunione di preghiera ma dell’embrione di un partito politico che vuole incidere sul parlamento); se mi si chiede come mai dica che sono tanti i cristiani che non si sentono rappresentati da un certo giro di persone mi viene spontaneo far notare i like di un articolo; se mi si dice che parlo sempre di omosessualità è logico dire che gli articoli sono 300; se al sussidiario la pensassero come lei, non mi chiederebbero di scrivere, non le sembra? aggiungo che conoscono i nomi delle persone che mi hanno criticato perché, a quanto sembra, sono presenze ripetute.
    Però ha ragione lei, finiamola qui. L’argomento delle Unioni Civili è stato fin troppo esposto e del Family Day, piccolo evento dentro una cosa poco importante, se ne è parlato troppo. Buona giornata.

  43. mauroleonardi ha detto:

    La discussione prosegue nel forum al thread Parliamo di omosessualità