
La Lettera di Lucio Brancaforte – Don Mauro non concordo
Caro don Mauro,
mi permetto di intervenire di nuovo a riguardo di un suo commento apparso oggi su Huffington Post.
In tale intervento lei prende a riferimento l’editoriale “Il fronte unico dei progressisti” di Ernesto Galli della Loggia apparso sul Corriere della Sera un po’ di giorni fa.
Conveniamo ambedue sul fatto che la posizione “laico-progressista” sia stata “iper-rappresentata” e, aggiungo io, iper-propagandata ai danni del pensiero tradizionale.
Posso anche essere d’accordo con lei che, oltre alla posizione “anti-laicista” ci sia da considerare una terza posizione: quella che lei definisce di “tanti portatori della dimensione religiosa” che dicono “se facevano un familiday contro l’IMU o le tasse sulle famiglie, allora sì che scendevo in piazza anch’io”.
Dove però dissento è quando dice “Ecco cristiani che sanno d’istinto ascoltare … il loro buon senso, la loro coscienza ben formata. Che capiscono benissimo che la minaccia alla famiglia arriva dalla disoccupazione, dal precariato, dalla eccessiva tassazione …….”
Incomincerei col dire che la legge, qualunque legge e su qualunque argomento:
• non può andare contro la legge naturale;
• ha, implicitamente, una valenza di modello. In altri termini, se rende un comportamento giuridicamente lecito oppure se ritiene di non applicare una sanzione, ancorché lieve o irrisoria, a fronte di un comportamento ritenuto non corretto, banalizza il comportamento medesimo e – di fatto- agli occhi di chi non ha specifica cultura giuridica rende il comportamento di cui si parla “lecito”. Nel tempo tale comportamento sarà vissuto ed interiorizzato come lecito e buono;
• deve promuovere il bene comune, altrimenti la legge non va bene. Al limite risolve momentaneamente qualche problema, ma alla lunga fa il male della società.
Io non sono un giurista, ma credo che bastino queste considerazioni per dimostrare che qualunque legge non può essere indifferente per un cristiano. Ne consegue subito che, se è vero che un punto in più o un punto in meno di percentuale dell’imposizione fiscale può essere moralmente irrilevante, è altrettanto vero che una legislazione che sul piano fiscale complessivamente sia opprimente sulla famiglia o sul singolo è moralmente inaccettabile e da combattere.
Lo stesso dicasi per leggi che “istituzionalizzano” il precariato e/o non favoriscano (in modo diretto o indiretto) l’occupazione. Ovviamente potremmo continuare con gli esempi.
Mi chiedo a questo punto per quale motivo le persone cui lei ha fatto riferimento non abbiano loro organizzato il loro “Familiday” anti IMU o anti tasse. La loro coscienza “ben formata” li avrebbe dovuti spingere ad organizzarsi e fare sentire la loro voce visto e considerato che tali leggi/normative sono contrarie alla famiglia.
Ho invece idea che le citate persone o non hanno più la forza di organizzarsi, oppure hanno “poca formazione”.
Venendo dunque alle cosiddette “unioni civili”, credo che vadano chiarite due cose:
1. molti dei cosiddetti diritti sono già previsti dall’ordinamento vigente per coppie di fatto e/o gay. Mi limito a citare solo qualche esempio:
a. la questione successoria, in quanto attraverso il testamento è possibile trasmettere il proprio patrimonio a chi non avendo vincoli legali e/o familiari col testatore sarebbe escluso dalla successione legittima. Oggi nulla vieta, peraltro, al convivente omosessuale di ricorrere agli strumenti del diritto volontario stipulando una polizza assicurativa o una pensione integrativa a beneficio del partner, o stipulando un contratto di comodato d’uso vita natural durante, ovvero costituendo un usufrutto d’immobile.
b. Subentro nella locazione dell’immobile, et;
c. Sono estensibili tutti i diritti riconosciuti alle coppie stabilmente conviventi, et.
Mi limito a consigliare un libro simpatico intitolato Certi diritti che le coppie conviventi non sanno di avere edito da Editrice Nuovi Equilibri in cui c’è un’ampia normativa da spulciare.
2. L’intento esplicito della legge Cirinnà è quello di equiparare le “unioni civili” al matrimonio. Non so se il cristiano “ben formato” possa permettersi il lusso di non tenerne conto, anche se pensa che sia giusto – e lo è – regolare le situazioni esistenti. Solo che, ritengo, le situazioni esistenti dovevano/debbano essere regolate sulla base del diritto civile comune, così come riporta un documento della Congregazione della Dottrina della Fede del 3 giugno 2003 retta dall’ora Cardinal Ratzinger intitolato “Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persona omosessuali”. Tale documento, affrontando il tema delle argomentazioni di carattere giuridico, sottolinea: «Non è vera l’argomentazione secondo la quale il riconoscimento legale delle unioni omosessuali sarebbe necessario per evitare che i conviventi omosessuali perdano, per il semplice fatto della loro convivenza, l’effettivo riconoscimento dei diritti comuni che essi hanno in quanto persone e in quanto cittadini. In realtà, essi possono sempre ricorrere – come tutti i cittadini e a partire dalla loro autonomia privata – al diritto comune per tutelare situazioni giuridiche di reciproco interesse. Costituisce invece una grave ingiustizia sacrificare il bene comune e il retto diritto di famiglia allo scopo di ottenere dei beni che possono e debbono essere garantiti per vie non nocive per la generalità del corpo sociale»
Come ultima cosa, ricordo a memoria che san Josemaria, Fondatore dell’Opus Dei, da qualche parte ha scritto che le leggi sull’educazione, la scuola e la famiglia non sono mai indifferenti. La citazione non è certamente testuale, ma il concetto è quello. E allora a questo punto io vedo un grande campo di lavoro per voi sacerdoti: formare bene le coscienze dei fedeli.
Cordialmente suo.
Lucio Brancaforte è nato a Noto il 13 dicembre del 1948. Primo di quattro fratelli, è stato adottato subito da Napoli dove suo padre lavorava ed ha risieduto fino alla fine e dove attualmente vive. Ingegnere meccanico, coniugato con Flavia e padre di Gaia ha lavorato in varie aziende (Olivetti, Ansaldo, et.), in vari posti d’Italia (Ivrea, Genova, Milano, Taranto, oltre che Napoli) e anche ad Atene per circa un anno. Ora, in pensione, promuove la formazione universitaria (e post) nel Mezzogiorno d’Italia.
Lucio Brancaforte ha già collaborato al blog con una Lettera
Caro Lucio grazie per i toni pacati.
Lo dico davvero perché penso che lettere come la tua aiutino un blog che, mi ostino a pensare, non sia solo “mio” ma sia luogo d’incontro per persone che la pensano in modo diverso. Aggiungo che, scritti come i tuoi mi aiutano a precisare meglio il mio pensiero, ad equilibrare meglio certe affermazioni, e infine a dar voce giustamente ad un modo di pensare diverso dal mio.
Tu inizi la tua lettera attribuendomi un’affermazione che è l’esatto contrario di quanto penso. Scrivi “Conveniamo ambedue sul fatto che la posizione ‘laico-progressista’ sia stata ‘iper-rappresentata’ e, aggiungo io, iper-propagandata ai danni del pensiero tradizionale.” No, Lucio, io questo non lo penso: io penso l’esatto contrario. Ecco la mia frase: “Dissento invece, e profondamente, sul fatto che l’opinione laico-progressista sia stata iper-rappresentata ai danni del pensiero tradizionale”.
È molto importante che sia avvenuto questo fraintendimento, che sono sicuro è stato in buona fede, perché il pregiudizio per cui le unioni civili vadano a risolvere un problema falso, artatamente creato dalle miseriose lobby gay e dai mass media è diffusissimo e radicatissimo tra, li chiamerò così d’ora in poi, gli organizzatori del Family Day: ma è, quanto meno, un dato indimostrato e indimostrabile. È del genere “se su questo tavolo ci fosse un gatto invisibile non vedrei nulla, dal momento che non si vede nulla significa che qui sopra c’è un gatto invisibile”.
La mia personale esperienza è che moltissima gente che conosco è convinta (con varianti) che una legge andasse fatta. E, ovviamente, essendo io prete, il mio campione non è puro: cioè moltissima gente a favore del mondo LGTB da me non viene perché, appunto, sono prete. Io penso, guarda che cosa strana, che il Parlamento rappresenti gli italiani (certamente in modo imperfetto) e che i giornali (certamente in modo imperfetto) dicano la verità e parlino di quanto vogliono gli italiani. Ovviamente non sono così ingenuo da pensare che non ci siano condizionamenti, anche pesanti a volte, ma credo che la gente sia meno stupida di quanto si pensi (la gente siamo noi, in fin dei conti). Ho poi la mia piccola esperienza: ti assicuro che quando uno scrive si accorge subito se scatta o no il dialogo col lettore e il lettore ha un modo semplicissimo per dire il suo dissenso: non legge, non compra. Se Repubblica scrive domani che a Roma è nevicato e invece c’è stato il sole, non venderà e, nel giro di poco, chiuderà. Tu hai lavorato per tanti anni in aziende importanti per cui saprai che il primo requisito che la pubblicità deve rispettare, alla lunga, è che un prodotto sia buono. Questo non è vero nei regimi dittatoriali ma converrai che l’Italia non è una dittatura.
Prova pertanto a pensare che l’ultimo articolo che ho scritto sia stato davvero apprezzato da tantissima gente e che non sia stato promosso dalla Annunziata che si è presa a pacche sulle spalle con Scalfari. Prova a pensare che veramente tantissimi italiani si sono sentiti capiti e spiegati dalle mie parole. Guarda che quanto sto dicendo è di assoluto buon senso: se tua figlia fosse andata male in greco e ti avesse detto che la colpa era della prof. tu, credo, mai le avresti dato ragione. Quand’anche fosse vero che le prof. le remasse contro, era importante per lei imparare a stare in piedi e leggere quella sfida come uno sprone a saperne di più. Ci sono squadre nello sport che non vinceranno mai perché la colpa è sempre degli arbitri, ci sono realtà ecclesiali che scompariranno (ne conosco) perché invece di fare un’attenta verifica su come il loro carisma entri in dialogo con il mondo reale, danno la colpa alla gente reale, alla gente, dicendo che è cattiva, manipolata, e così via e non prova davvero a farsi ferire da quanto realmente avviene.
Davvero tu pensi che in Italia la famiglia sia così poco aiutata perché ci sono i cattivi? non sarà perché mentre in Francia, Inghilterra, Spagna, Svizzera, quando ci si mette attorno ad un tavolo a parlare di famiglia lo si può fare perché avendo accolto che ci sono idee diverse su ciò che è famiglia, si è trovato un modo di dialogare, e invece questo in Italia, finora, non c’era? In Italia si provava a dire: aiutiamo la famiglia, e subito: già, ma cosa vuol dire famiglia? e allora si litigava e ci si alzava dal tavolo della trattativa. Non ti sembra che questa situazione andasse sanata?
Quindi, Lucio, il primo punto è che io penso che la gente voglia le unioni civili (e magari anche in modo diverso da come è l’attuale legge) e che l’elenco di principi che mi hai fatto e che conosco benissimo, non abbiano nessuna capacità di far cambiare idea a nessuno di loro. Sì, Lucio, convincono solo i già convinti. Ti chiedo, Lucio, davvero pensi di convincere il 50% + 1 delle persone qualsiasi, laiche, normali, sul fatto che a proposito dell’omosessualità esiste la legge naturale? se hai provato ti sarai accorto che nessuno ti dà retta. Questo, mi dirai, non cambia il fatto che io (Lucio) abbia ragione, e gli altri torto. No, Lucio, cambia: perchè siamo in democrazia e le leggi si fanno con gli elettori. E, inoltre, ti devi chiedere perché quella cosa che a te sembra tanto vera non arrivi proprio a nessuno. Io ci sto provando, Lucio, ma è difficile: ci sto provando con la Laudato Si, con tante cose, ma è difficile e sai perché? perché è difficile anche solo ottenere che “chi ha ragione” voglia umilmente chiedersi perchè nessuno gliela dà. Ma come, crediamo in un Dio che è Padre e Creatore e nessuno viene dalla nostra parte? ma la gente non dovrebbe stare meglio stando accanto a noi? Il problema, Lucio, è che non siamo ancora arrivati ad avere il coraggio di farci le domande: figurati a trovare le risposte.
A questo punto l’elenco di valori che mi fai è perfettamente inutile. C’è un signore sul mio blog – da un po’ è sparito – che a proposito di qualsiasi affermazione scrive “il matrimonio è tra uomo e donna”. Ma perché non si chiede “perché” se, chi non gli dà ragione, sia contento ed aiutato da questa reiterazione?
I valori, Lucio, li conosciamo: il problema è, in primo luogo, che dobbiamo trovare il modo per cui chi non li condivide cambi idea. Ma ti rendi conto di quanto sia assurdo e contradditorio fare corsi per dimostrare ciò che è evidente, cioè che l’uomo è maschio e femmina? se è evidente non si può dimostrare. Noi, invece, vogliamo dimostrarlo, oltretutto, dicendo che è evidente… vabbeh….
Veniamo alla questione del documento della dottrina della fede: è del 2003 (13 anni fa!) ed è per parlamentari. Sono indicazioni pastorali (ovviamente). Sai cosa vuol dire? che sono suggerimenti per chi deve votare in parlamento. Tu e io dobbiamo votare in parlamento? tu e io dobbiamo imparare a stare vicini a figli, mariti, mogli, amici, che vivono la questione omosessuale. E su questo – sull’approccio pastorale – la chiesa è cambiata profondamente.
Pio XII scomunicava i comunisti invece ora, l’8 maggio 2013, Papa Francesco ha detto: “adesso è un buon tempo nella vita della Chiesa: questi ultimi cinquanta anni, sessanta anni, è un bel tempo. Perché io ricordo quando ero bambino si sentiva nelle famiglie cattoliche, anche nella mia: “No, a casa loro non possiamo andare, perché non sono sposati per la Chiesa, eh”. Era come una esclusione. No, non potevi andare! O perché sono socialisti o atei, non possiamo andare. Adesso, grazie a Dio, no, non si dice».”
Tu sei in pensione. Ricordi quando consigliavamo a chi aveva un parente divorziato di isolarlo, di non andare al matrimonio civile? quando avveniva che un figlio andava a convivere, diceva ai genitori di non dare aiuti economici se no si era complici di un peccato? Ebbene, ora il Papa dice di non fare così ma di stare accanto, di fare il contrario. Ai tempi di Pio XII si diceva una cosa, adesso se ne dice un’altra: non sono i principi, è la pastorale.
Se tuo figlio (vedo che hai solo una figlia, per questo faccio un esempio irreale al maschile) ti dicesse che quando è a Roma non sta in appartamento con un amico, ma che convive con un compagno tu cosa gli diresti, come ti comporteresti? Secondo alcuni che erano al Circo Massimo dovresti dirgli che è malato, che dovrebbe fare una terapia riparativa, che quanto fa è immorale, non è naturale, (non tutte queste cose assieme, anche solo una di queste cose: io sto facendo un elenco) e che dovresti metterlo fuori casa e dirgli che finché non cambia lo disconosci. Un tempo il Papa ti avrebbe forse dato ragione, oggi no. Ti dice di stargli accanto, essergli amico, essergli padre. Fare questo vuol dire rinunciare alle tue convinzioni ed essere complice? No, affatto, vuol dire essere prossimo. Io, nel mio agire pubblico, sto cercando di fare questo. C’è stato qualcuno (pochi per la verità) che hanno scritto che benedico le unioni sodomitiche. DIcono così perché non avendo capacità di vivere in una società formata da gruppi con diverse concezioni religiose, antropologiche, e così via, non sanno più che pesci pigliare.
Il punto di vista ambizioso che sto cercando di proporre è quello del rispetto (che non è, affatto, perdita d’identità). Immagina che in una società ci siano vegani, vegetariani e onnivori. Come possono rapportarsi? il primo livello è cercare di convincersi reciprocamente che gli uni hanno ragione e gli altri torto: in questo modo, dopo una prima discussione, si arriva a un momento di stallo. A quel punto scatta l’elemento rispetto, che ha diverse manifestazioni. Il primo è, per esempio, che se io vegano invito a casa mia un onnivoro gli preparo anche la carne, e che lui farà lo stesso con me se vado a casa sua. Il secondo, ben più importante, è che un gruppo cercherà di prendere qualcuna delle cose belle del gruppo diverso dal proprio, per arricchire sé. Per esempio, cercherò di capire che mangiare meno carne dà salute: il rispetto non viola l’identità, non chiedo al vegano “per rispetto” di mangiare carne una volta l’anno, ma arricchisce. A questo punto, termino con una provocazione, ti chiedo: la voglia di matrimonio e di figli che hanno le coppie omosessuali non ha qualcosa da dire alle coppie eterosessuali? io, che sono onnivoro, non posso imparare a mangiare meno carne dai vegani?
Un’ultima cosa, sul fatto di essere formatore. Puoi immaginare che per una lettera così lunga abbia preso tempo al mio “tempo libero”. Lo faccio perché credo che questa lettera “formi”. Formi al cristianesimo: perché il primo nome dell’amore è “rispetto”.
Non dico Lucio che tu non lo faccia, anzi credo che tu sia pacato nei toni perché pacato nell’animo, ma non possiamo non dirci che per molti formare è formattare.
Formare una persona è formare la relazione con lei, perché nessuno “forma” le persone, neanche Dio, Lui le crea e poi , semplicemente, Lui c’è. Accanto a quella persona, sempre.
Anche se noi dobbiamo dare un nome alle nostre azioni e quindi diciamo “formatore, direttore spirituale, coscienze ben formate”, non dobbiamo dimenticare che l’unica “buona” formazione è una vita rispettosa, amante, dell’altro. Perché è nella vita buona con il nostro prossimo che incontriamo Dio e ci facciamo come lui.
La frase “formare bene le coscienze” scivola facilmente nella tentazione, sia per il formatore che per il formato, di formattare, di cercare una forma prestabilita in cui incastrare a perfezione la mia coscienza o la coscienza altrui.
Ma la coscienza personale non è una randagia in cerca di casa, in cerca di una forma, ma è lei stessa casa della mia vita, luogo da cui escono le mie azioni, si formano i contenuti dei miei pensieri. Io nutro la mia coscienza dalla parola di Dio, cioè da Gesù, e dalle mille relazioni con le persone che ascolto e che mi ascoltano.
Ecco io credo di non tradire la verità e di formare bene le mie relazioni se, come Papa Francesco, sono contento che oggi davanti ad una persona nuova appena presentatami io debba pensare solo a ricordarmi come si chiama e non a come devo comportarmi se irregolare. Sono contento che davanti ad una nipote che convive e vuole farmi battezzare la figlia, io possa solo essere preoccupato se la tutina che ho portato in regalo alla piccola sia della misura giusta e non a che scandalo possa dare la mia presenza nella loro casa di irregolari.
Sto formando male le persone? No, in coscienza non lo credo, credo che la coscienza sia una casa e che se le persone mi fanno entrare nelle loro case, lì io potrò amarle e conoscerle. E l’amore è l’unico formatore di coscienze perché è l’unico che rende presente e viva e amabile, la verità.
Chiarissimo. Il punto è ( e quindi dobbiamo porci la domanda) perchè questo elementare ( ma analitico e logico ragionamento) non viene compreso più, e dalla maggioranza delle persone ?
Eccomi, eccomi, scusatemi se sono sparito per un po’. Il matrimonio è solo tra uomo e donna. Non lo dico “su qualsiasi argomento”, come ironizza pungentemente don Mauro: non lo scriverei mai nelle rubriche di cucina presenti anche su questo blog, lo ripeto soltanto quando si parla di matrimonio e si pretende di chiamare matrimonio ciò che non lo è. Non ho la pretesa di convincere nessuno (come non ho la speranza di convincere chi fa gli aborti che l’embrione è una persona umana, però è così), anche perché essendo verità metafisica è sufficiente osservare la realtà. Mi sento però di ripeterlo perché è una cosa bella, vera e perché c’è tanta confusione anche sulle cose che dovrebbero essere scontate.
Ripeto, quindi: il matrimonio è solo tra uomo e donna.
Chi l ha detto che la maggioranza non.lo comprende??ci sono percentuali??la maggioranza invece pensa proprio come don Mauro!la maggioranza è fatta da tutti gli italiani;non da una sola piazza!!Purtroppo ci sono schemi mentali che non permettono a tanti di andare oltre l e apparenze e non arrivano a concepire che l altro va rispettato per le sue scelte che non devo imporre le mie anche se cristiano;che i miei diritti devono essere nella societa i diritti anche di altri che li attendono.Il problema non sono caro Signore gli omosessuali ma noi tutti che non facciamo che creare barriere di separazione tra categorie varie e non parlo solo dei gay.Il rispetto per l altro non ê guardare al mio star bene o pensare di tutelare la societa da nuovi mostri.Il rispetto è amore verso tutti non è egoismo o cristianesimo celato da ostruzionismo mentale e bigottismo.Sembra una selezione della razza pura;quella cosidetta etero e di una razza inferiore;gli omosessuali.Per fortuna la legge è passata;anche se nelle menti di tanta gente non passa che un solo pensiero gay=peccato
Mancano tanti Brancaforte e abbondano (purtroppo) i Leonardi.
Lui potrebbe, ma ha tralignato.
Salve Don Mauro ,
non so perchè le scrivo e non so ancora mentre batto i tasti cosa scriverò in questo blog che devo ammettere lascia trasparire alcune cose che nemmeno un incontro “de visu” farebbe.Sono solito giudicare il pensiero delle persone anche solamente dal come si esprimono (magari qualcuno mi dirà che non si fa ma perdonatemi se vi dico che mi sforzo di lasciare intatta la persona in sè) e la lettera del sig. Lucio Brancaforte è lineare , pulita , abb. sintetica e accademica e densa di argomenti (anche se già sentiti) che fanno trasparire una solidità e una convinzione che rassicura.
Il suo scritto è , mi permetta , antitetico.Appassionato , prolisso , denso di domande e di tante sfumature lascia il lettore con dubbi e interrogativi.
Ora io mi sforzo di non giudicare ciò che è meglio e buono e se lo avete letto da ciò che ho scritto sappiate che non era mia intenzione ; mi permetto di evidenziare questo perchè credo sia il fulcro sul quale ruota il dilaogo.Credo difatti che il blog potrebbe trattare anche del sesso degli angeli e non cambierebbe lo stile dei suoi interlocutori.Non è una critica distruttiva, non ci sono regole sul come si dialoga , se si ama ,ma è impossibile che non esca il nostro modo di essere e sono vani , per quanto apprezabili in certe situazioni,i nostri tentativi di tenere a bada il nostro cuore.
Credo , Don Mauro , che il suo modo di essere sia essenzialmente la critica che muove verso i suoi intelocutori e le assicuro che questo “arriva” chiaramente e credo che la critica che le sia mossa da questi ultimi sia la stessa.Tutto qui.Se uno ci fa una critica credo sia doveroso prenderla in considerazione , certo io tifo per lei Don Mauro che si è fatto bersaglio univoco mentre I suoi interlocutori non sono così coraggiosi.Vedo la forza vitale che c’è nella ricerca della verità e ahimè la scomodità atavica di chi si pone delle domande.Vedo anche il mistero e il muro sul quale si abbatte il pensiero a volte ma mi dico che non è ancora tempo per me capire , che Dio sa e mi guida cercando di darmi certezze altrimenti sprofonderei.Come la mano che i nostri genitori mettevano sulla nostra pancia per insegnarci a nuotare.
Scusate delle chiacchere si fa per parlare.
Grazie
Un caro saluto
@Paolo
Non so da quanto segui il blog ma ti assicuro che la frase “Credo difatti che il blog potrebbe trattare anche del sesso degli angeli e non cambierebbe lo stile dei suoi interlocutori.” si è dimostrata falsa: cioè, detto in affermativo, ci sono persone che sono cambiate attraverso il blog.
Io per primo
“Incomincerei col dire che la legge, qualunque legge e su qualunque argomento:
• non può andare contro la legge naturale;”
http://www.vitomancuso.it/2012/03/16/vito-al-ii-forum-dei-cristiani-omosessuali/
Su ilsussidiario.net scrivo a risposta di alcuni commenti: “Qualcuno scrive: ma che articolo è? è l’articolo di una persona che contestualizza la nascita di Tobia Antonio nella situazione del paese attuale. Che è quello di una realtà italiana (per non dire di una Chiesa italiana) lacerate e ferita da troppe persone urlanti da entrambe le parti. Da troppi dibattiti televisivi che sono stati finti dibattiti, quelli in cui ci si alza disinteressandosi della persona con cui si “dialogava” e si guardava solo alla percentuale in più della propria parte, quella in cui si sono organizzate piazze contrapposte. Davvero si sente il bisogno di stigmatizzare, di chiarire, di schernire e di attaccare? e quando cominceremo a costruire? e quando capiremo che per farlo bisogna prendere il bene che c’è ovunque, anche dove mai avremmo voluto vederlo? Giovanni Battista non ha perso la testa per la verità ma perché era amico di Erode: questo è ciò che ha terrorizzato Erodiade, non l’ennesimo proclama di matrimonio indissolubile “
Mi sembra che ognuno stia cercando di migliorare in questo blog;grazie al contributo degli altri io personalmente tanto grazie a don Mauro ;Renato;Betulla;Dory;Tres e tutti.Anche se abbiamo opinioni diverse;imparare a stare cin chi la pensa diversamente non é facile.Don Mauro non è il solito prete noioso che fa prediche sulla dottrina;lui porta la sua esperienza tra la gente che instancabilmente vive ogni giorno;sa chevil modo per incontrare gli altri è il dialogo il costruire ponti che é piu difficile!!i muri sono facili da innalzare!!benvenuto Paolo!!
la tastiera mia fa le bizze spero il prossimo cell mi faccia evitare errori di digitatura scusate
buonasera, sono nuova in questo forum e non so come si apre una discussione, pertanto scrivo qui, scusatemi … ora vi racconto il mio problema .., da tempo ho fatto entrare dio nella mia vita, è sempre andato tutto bene, ci siamo sempre amati, quando io chiedevo nel momento delle difficoltà cosa fare, lui mi rispondeva, ho sempre pregato e lo sentivo parlare, l ho sempre ascoltato. quando lui mi diceva cosa dovevo lasciare andare io lo facevo , insomma andavamo proprio d accordo, ho sempre seguito la sua parola e ascoltato i comandamenti.. tutto bene fino a 2 giorni fa,una mattina mi sveglio e non lo sento più,lo chiamo e non mi risponde,prego e non sento niente, vado in chiesa e non parla, non lo sento parlare.. sono preoccupata ,cosa sta succedendo? io non gli ho fatto niente, stavamo bene, dio non mi ama più, perchè? aiutatemi vi prego, datemi risposte, non ho capito perchè se ne è andato senza motivo, lui sapeva che lo amo, sapeva i miei piani, io li dicevo sempre vinceremo noi contro il male, e ora se ne e andato perchè? non ho sbagliato niente
Ma sei straniera?Dio si scrive maiuscolo.Ma come se n è andato??Dio o il tuo ragazzo??Mi sa che vuoi prenderci in giro!senti non è un agenzia di ricerca persone e comunque Dio non se ne va mai.Mi sembra che ti manchi qualche rotella o sei uno di quei troll che vengono con nomi nuovi sul blog!!qui non é forum é blog.Se poi magari è vero ma di solito ho fiuto non mi sbaglio sappi che Dio non ci abbandona mai;siamo noi che lo abbandoniamo;quando pecchiamo o ci dimentichiamo di lui.Se non lo senti piu vuol dire che non lo amavi abbastanza;se si ha fede lo si sente presente.Facci sapere se torna
Fatti vedere da uno psichiatra in ogni caso visto lo sentivi pure parlare
In ogni caso Letizia tranquilla stai in ascokto e vedi che si risintonizza con te a volte capita che ci lasciamo disorientare e distrarre da altre cose e ci sembra di non averlo vicino;che ci abbandona!Scusa prima ho scherzato un.po;non.prendertela!Le prove della vita;i problemi ci assorbono ed all improvviso ci sentiamo soli;senza Dio;in quei momenti invece siamo tra le sue braccia e lui condivide il nostro dolore.Preghero per te!Vedrai presto lo ritroverai nel tuo cuore;perche non ti ha lasciata mai.Fatti seguire da un sacerdote e fammi sapere
Basta loggarsi e andare al forum
WARNING. Vito Mancuso scrive eresie.
va bene stai tranquilla quando ho letto le tue risposte speravo che era uno scherzo, perchè quello che ho scritto è successo veramente, poi su tutto si scherza tranne sul Signore,quindi non mi permetterei mai… di solito quando ho avuto problemi non mi sono recata mai su internet a chiedere aiuto,ma se stavolta l’ ho fatto è perchè davvero sono preoccupata..chiedo scusa se sono sembrata agitata, comunque questa sua assenza la interpreto cosi ” quando Dio c’e è perchè ci ama,quando non c’è è per vedere quanto lo amiamo noi ” penso che mi sta mettendo alla prova per vedere se vado via anche quando non lo sento … dico bene ?
va bene stai tranquilla.. infatti quando ho letto le tue risposte speravo che fosse uno scherzo,perchè quello che ho scritto è successo veramente,chiedo scusa se sono sembrata agitata, ma sono assai preoccupata.poi su tutto si può scherzare tranne sul Signore,quindi non mi permetterei mai ..di solito quando ho problemi non vado su internet a cercare aiuto..ma stavolta l’ ho fatto perchè non mi era mai successa una cosa del genere..anche quando ho peccato Dio è stato vicino a me.. ma comunque questa sua assenza la interpreto cosi ” quando Dio c’è è perchè ci ama,quando non c’è è per vedere quanto lo amiano noi” forse mi sta mettendo alla prova per vedere se vado via anche quando non lo sento… dico bene ?
ho letto su internet cosa mi sta succedendo, l ‘ ho capito, Dio mi ha data la prova chiamata ” notte dell’ anima” ne avete mai sentito parlare ? praticamente senti la sua assenza senza motivo, sono tante le cose di questa prova, ma sono contenta che ho saputo di cosa si tratti :) ero proprio spaventata,pensavo che mi avesse abbandonata, si dice che Dio da questa prova alle persone più forti e fedeli..comunque grazie per le risposte :) a presto .. spero che non duri molto questa prova.. anche perchè penso che dipende tutto da me, da quanto io continui a seguirlo anche quando non ce
Brava Letizia proprio cosi é una sensazione che capita anche a me;ma è dovuta al fatto che vorremmo risolvesse lui con bacchetta magica tutti i nostri problemi.Le sue vie non sono le nostre vie.Si cara considerala una prova lui ti ama come sei;sa che presto lo sentirai piu forte di prima.Io sai che faccio quando lo voglio sentire vado in chiesa sola adoro lui che è li vivo nell ostia del tabernacolo e gli ripeto ti amo Gesu;ti amo Gesu;tantissime volte e penso a lui li vivo che mi ascolta.tvb cara scusami tanto.Spero di averti aiutata a presto facci sapere.Dio ti ama;non ha mai smesso!!
Letizia, se vuoi ci metto io una buona parola…
Prego per te fammi sapere Letizia.tvb
Caro don Mauro,
rispondo alla sua ….. risposta.
In primo luogo mi scuso per non avere capito che, a suo parere, la posizione laica non era stata iper- rappresentata a danno del “pensiero tradizionale”; cercherò di essere più attento la prossima volta.
Vorrei chiarire inoltre che:
• non mi sento rappresentato dal Familiday. Cerco di ragionare con la mia testa dopo essermi informato per quanto possibile sugli argomenti. Per quella che è la mia esperienza e la conoscenza di amici che hanno partecipato al Familiday devo dire che c’erano posizioni variegate e più o meno combattive;
• penso che la famiglia in Italia non sia aiutata perché non se ne è capita la essenzialità ai fini del bene complessivo della società;
• i politici nostrani sono esattamente la nostra espressione. Di fatto ci rappresentano bene ed è stupido prenderne le distanze. Un mio amico “Onorevole” mi diceva che, per quello che aveva potuto notare, il problema dei suoi colleghi era quello di capire come fare ad essere rieletto. A tale scopo era lecito cambiare casacca più e più volte; poi veniva, eventualmente, il bene comune. Tale comportamento ha l’equivalente in tanti comportamenti aziendali ed in tante “carriere” manageriali che ho avuto modo di ammirare in Aziende di vario tipo;
• il fatto stesso che il suo blog sia “frequentato”, testimonia per lo meno che c’è un uditorio che la apprezza e che condivide le sue opinioni. Altri dissentono, ma non si può piacere a tutti. L’importante è che rimanga nell’ambito del dibattito tra persone civili;
• scomunica o non scomunica, convivenza o non convivenza, comunisti o non comunisti, non ho mai avuto difficoltà (né mai mi è stato detto di dare loro l’ostracismo) a trattare, frequentare e volere bene a conoscenti e amici che erano o sono in quelle condizioni. Agli amici volevo, voglio e vorrò bene per quello che sono, non per quello che vorrei che fossero o sarebbe opportuno che fossero. E voglio essere voluto bene allo stesso modo, altrimenti vuole dire che non mi vogliono bene. Non ho avuto bisogno di un cambio di pastorale.
Vengo però alla parte che, almeno per me, è quella più interessante della sua risposta. Lei sembra cercare risposte a una serie di dubbi/domande: come mai l’elenco dei principi non fa cambiare gli altri? Come fare ad essere “prossimo” agli altri essendo rispettosi del loro modo di essere ? come formare la coscienza?
Ovviamente i dubbi e/o le domande devono comunque avere delle risposte, altrimenti si arriva alla paralisi, In questo penso che il blog possa essere di grande utilità se ognuno abbozza le sue risposte che, parziali per quello che si vuole, rappresentano comunque un modo di affrontare la realtà.
Cercherò, sinteticamente di abbozzare le mie e mi piacerebbe leggere quelle altrui.
Non credo che si tratti di sbandierare principi e valori, quanto piuttosto di viverli e fare in modo che essi siano attrattivi per gli altri, ad incominciare da che ci è più vicino (moglie, figli, parenti, amici, colleghi di lavoro, et). C’è bisogno di tanto lavoro umile, perseverante e nascosto. Non è un caso che si dica che “il migliore predicatore è frate Esempio”. Ne consegue che si deve iniziare da sé stessi per essere poi credibili per gli altri. Poi, a tu per tu, singolarmente, si potrà affrontare il sistema dei valori cercando di mostrare la bellezza e l’armonia. Occorre essere davvero amici (nel senso di cui alle righe precedenti) delle persone. Gli uomini seguono e si entusiasmano per gli esempi, difficilmente per le teorie. Insomma ci saranno anche i momenti in cui si dovranno difendere e fare pubblicamente conoscere i valori, ma è l’esempio che trascina.
Credo che se il sentire comune è tanto lontano da una serie di valori è perché ci sono stati troppi pochi esempi luminosi di coerenza silenziosa e discreta con i valori detti. Oltre a questo, anche tanta dottrina (conoscenza della verità che è quella che ci farà liberi) perché “per fare il bene, bisogna anche saperlo fare”.
Come fare ad essere prossimo per gli altri? In fondo penso di avere già dato la risposta: facendosi amici degli altri. Certo è evidente che il primo passo è il rispetto reciproco delle opinioni, ma non basta discutere civilmente, occorre che le persone sentano che loro non ci sono indifferenti, che ognuno di loro vale il nostro tempo, che ognuno di loro può venire a chiedere aiuto, consiglio, a sfogare le proprie amarezze, che ci facciamo carico dei loro problemi, che non li giudichiamo per le loro idee, il loro modo di essere. Ogni uomo è molto più ricco dell’ideologia che professa e della scelta di vita che ha fatto.
Caro don Mauro, visto e considerato che le piace Papa Francesco, ne prendo a prestito un’espressione: siamo noi “l’ospedale da campo” presso il quale chi ci è vicino si può recare per essere curato, lavato, disinfettato, et. Ma per fare questo c’è bisogno che “meditiamo nel nostro cuore” su ciascuno dei nostri amici: solo l’amore si accorge dei dettagli, sana le ferite e non mortifica o prevarica. Occorre tanta preghiera su e per i nostri amici. oltre a questo, anche tanta dottrina perché “per fare il bene, bisogna anche saperlo fare”.
Quanto poi alla formazione della coscienza, entriamo in un campo –forse – per specialisti. Io non sono un tuttologo e, quindi, è probabilissimo che scriva delle corbellerie.
Non ritengo che si tratta né di formattare, né di orientare, ma di aiutare la persona a riflettere, ad agire secondo logica, a motivare i propri comportamenti, ad avere a riferimento i principi di cui si parlava prima, in una parola ad “agire come Gesù”.
Insomma occorra che la persona si renda realmente conto di ciò che fa e delle implicazioni che possono avere le sue azioni su sé stessi, sugli altri e sul mondo. Poi gioca la libertà dell’individuo che va comunque rispettata.
Due ultimissime cose:
• mio figlio (ipotetico) /mia figlia (reale) sa che, qualunque cosa possa fare/accadere, ha sempre una casa, un padre e una madre cui rivolgersi. L’essere padre o madre è un a specie di cambiamento ontologico e dura tutta l’eternità!
• non ho esperienza di coppie omosessuali e della loro voglia di figli. Tuttavia relativamente alla sua domanda ritengo che questo desiderio di figli possa dire alle coppie eterosessuali che, loro che in linea teorica ne possono avere, farebbero bene a non mettere tanti ostacoli e ad essere più generosi.
Un saluto.
Lucio Brancaforte
La discussione a questo post prosegue sotto l’articolo de L’HuffPost – L’uso politico della preghiera