Articoli / Blog / Libri recensiti dal blog | 06 Febbraio 2016

Antonio Tommaso – Parlare d’amore stanca

L’amore sorregge e muove il mondo, quello dell’editoria e quello reale, come ci si può stancare dell’amore? Parafrasando una famosa battuta andreottiana potrei dire che l’amore stanca chi non ce l’ha ma, se deducete da questo che Antonio Tommaso non sia innamorato, sbagliate profondamente. Lo è ed anche troppo. Ma, oltre che essere un uomo profondamente innamorato, è anche molto divertente e, si sa, ridere è il modo più profondo che Dio ha regalato all’uomo per controllare in qualche modo il lato terribile della vita. Che è l’amore.
Meccanismo apotropaico, si chiama: e sta ad indicare il modo capace di allontanare il dolore. Il dolore?, direte voi: ma qui non si stava parlando di amore? Sì, appunto. Poiché si parla d’amore si parla di dolore: l’amore, che è vicinanza, reca con sé la maledizione della lontananza, dell’allontanamento: a volte temuto, altre cercato, desiderato, incombente, in ogni caso inevitabile.
E “Parlare d’amore stanca” è un libro sull’amore e infatti non stanca. Antonio Tommaso non stanca affatto. È un uomo innamorato che scrive. Parla dell’amore negandolo, parla dell’amore chiamandolo amicizia, dice che parlare d’amore stanca ma poi scrive poesie d’amore alla moglie (solo una però, dice). Ma Antonio Tommaso è innamorato di tutto e di tutti fino al punto di sostenere che l’unica vera prova d’amore è parlare di cose poco interessanti, perché così è il bello delle persone senza cosmesi che ci convince.
Tommaso è uno scrittore ironico e molto divertente che scrive con una prosa breve come i vecchi album di foto spazzati via dal digitale: ogni pagina una storia, un ricordo. Particolari di mattonelle e l’universale amore familiare nella stessa pagina.
A metà libro c’è una frase che svela come leggere questo libro: camminando. È una passeggiata metaforica, certo, ma è una passeggiata. Non viene raccontato l’amore ma dove l’amore vive. Entri in cucina, al Carrefour, in macchina, per strada, a casa dei nonni. Trovi l’amore perché trovi le persone e i loro amori.
Qui mi fermo perché non volevo che la mia recensione fosse più lunga di un capitolo del suo libro e, quasi quasi, non ci riesco. Però la frase ce l’ho e ve la copio: “Chissà perché le storie d’amore – poetate, cantate o raccontate – tendono per lo più a trascurare i contorni, gli ambienti, le cose, le persone insomma il mondo nel quale le storie hanno origine. Forse perché gli amanti credono di non farne parte, del mondo intero, oppure pensano di non doverci mai ritornare.”
P.S. naturalmente la foto con cui illustro questa recensione non è la copertina del libro (che trovate qui sotto) ma la foto di Silvia, la figlia di Antonio, e certamente uno dei suoi grandi amori. La scelta cade su di lei perché questa foto è stata la protagonista del blog Come Gesù quando eravamo agli inizi. E, in qualche modo, come racconta l’autore, tutto questo c’entra con il libro. Grazie Antonio!
41BOlCOsb7L._SX373_BO1,204,203,200_
Parlare d’amore stanca in ebook
Parlare d’amore stanca in cartaceo