Le Lettere di don Fabio Bartoli – Perché bisogna andare al Family Day il prossimo 30 gennaio
Don Fabio e io siamo intimi amici. Da un paio d’anni, il lunedì, i frequentatori del blog possono ascoltare l’omelia della sua Messa della domenica. Poiché a proposito del Family Day la pensiamo diversamente, l’ho pregato di prendersi sul blog lo spazio che voleva per spiegare il suo punto di vista
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Caro don Mauro, mi hai chiesto di scrivere una lettera da poter pubblicare sul blog per spiegare le ragioni della mia adesione al Family Day del 30 gennaio, adesione purtroppo solo virtuale visto che sono bloccato a letto con una gamba ingessata.
So che io e te la pensiamo diversamente su questo punto specifico e va decisamente a tuo onore quindi il fatto di dare spazio alla mia opinione, anche se premetto che date le mie attuali condizioni non seguirò un eventuale dibattito che ne scaturisca.
Innanzitutto trovo molto bella la testimonianza di affetto e stima reciproca che sa andare oltre un singolo punto di dissenso, ben altre e ben più profonde sono le cose che ci uniscono! Questa è davvero l’immagine della Chiesa dove vige la legge dell’unità nelle cose necessarie, della libertà in quelle opinabili e della carità su tutte.
Detto questo entrò nel merito: perché andare il 30 Gennaio al Circo Massimo?
L’art. 5 del DDl Cirinnà, se approvato nella sua attuale formulazione, consentirebbe “l’adozione -da parte del partner dello stesso sesso- del figlio biologico dell’altro partner” anche nei casi in cui il bambino sia nato grazie al ricorso a procedure di maternità surrogata e di fecondazione eterologa, codificando il diritto di adottare un bambino che è stato reso intenzionalmente “orfano” di uno dei due genitori, e per l’esattezza del genitore “donatore” o “surrogante”, da parte di chi ha coscientemente fatto ricorso a una procedura di filiazione che porta alla espulsione, dalla vita del concepito, del genitore biologico (il quale dovrebbe poi essere “surrogato” dal partner dell’altro genitore biologico che ha fatto ricorso a detta procedura), il tutto in un contesto in cui , a fronte della vuota formula ideologica di “genitorialità intenzionale”, si vuole in realtà far passare il principio più brutale, ma aderente ai fatti, di “orfanizzazione intenzionale”.
E questo in barba al sesto principio della carta internazionale dei diritti del fanciullo, che così recita: “salvo circostanze eccezionali, il bambino in tenera età non può essere separato dalla madre”. Ovviamente infatti non esiste alcun diritto ad avere dei figli, perché i figli non sono cose di cui disporre a piacimento, esiste invece il diritto del bambino a non essere separato dai suoi genitori naturali.
Questa è la linea del Piave che l’ideologia del postumano intende sfondare: introdurre il principio che il rapporto di genitorialità, grazie alla Tecnica e alle possibilità economiche di chi vi ricorre, non presuppone genitori di sesso diverso, né un legame genetico, essendo sufficiente l’intenzione di essere “genitore” (sic) di un “figlio”. Capisci di che stravolgimento culturale stiamo parlando? La cosa più carnale e viscerale che ci sia, cioè il rapporto padre/ figlio o madre/figlio verrebbe ridotto ad uno stato mentale, cioè a quello del l’intenzione. È poiché le intenzioni sono labili cosa garantirebbe la permanenza di questo legame? È la cronaca infatti, nei pochi mesi in cui questa pratica oscena dell’utero in affitto è venuta alla luce ci ha mostrato più di un caso di bambini rispediti indietro in base alla logica strettamente commerciale del “soddisfatti o rimborsati “. Chi un domani oserà parlare a questi bambini di amore incondizionato? Come educarli al disinteresse o alla generosità?
In altre parole, quindi, non penso affatto che la posta in gioco con questa legge sia la regolamentazione dello status delle coppie di fatto. Credo anzi che questo sia un false flag agitato a bella posta, come arma di distrazione di massa, visto che l’ordinamento italiano prevede di già l’istituto del contratto di convivenza che dà accesso a numerosi diritti come l’assistenza sanitaria del convivente o la possibilità di ereditare. Si può trattare sull’aggiungere ancora qualcosa al patto di convivenza senza andare a inventare nuove figure giuridiche che finirebbero inevitabilmente con lo svalutare il matrimonio.
Ci sono due limiti che mi sembrano invalicabili, entrambi stracciati dal DDL Cirinnà, che sono la possibilità di adottare, perché seguendo Freud e più di un secolo di psicologia clinica sono persuaso che l’uomo conosce se stesso confrontandosi con la polarità sessuale dei genitori, e la reversibilità della pensione, che ha il suo fondamento giuridico nella tutela della prole. Entrambi i punti dunque riguardano i figli, come è logico, visto che ciò che caratterizza il matrimonio (lo dice la parola stessa) è il sostegno alla “mater” cioè alla prole.
Per questo insieme di ragioni, niente affatto confessionali, come vedi, ma del tutto razionali, quindi considero questo DDL una vera porcheria, la questione è: come opporsi? Di fronte a questo, cioè di fronte alla possibilità per me mostruosa di vedere un bambino separato dalla sua mamma per soddisfare le ansie di paternità/ maternità di qualche ricco europeo io non posso infatti restare indifferente, me lo vieta la mia coscienza, e poiché una legge là si contrasta con gli strumenti democratici a nostra disposizione, tanto più che ben pochi in parlamento sono quelli che si oppongono senza se e senza ma, tra i quali ovviamente c’è la manifestazione in piazza.
Sono convinto anche io che non sarà una manifestazione a risolvere i problemi delle famiglie, il bonus fiscale ad esempio aiuterebbe assai di più, ma “queste cose bisogna fare senza trascurare quelle”. L’obbiettivo della manifestazione è assai circoscritto e preciso: fermare l’itinerario di un DDL iniquo e inumano, ai danni dei bambini. I problemi delle famiglie andranno affrontati in altre sedi e con altri linguaggi, d’accordissimo, ma intanto mi rifiuto di assistere impotente all’ennesimo sfruttamento dei bambini, camuffato per di più in salsa umanitaria (e chi usa questo linguaggio mente sapendo di mentire, visto che sa benissimo che in Italia, già adesso, per ogni bambino adottabile ci sono dieci famiglie richiedenti)
Mi scuso se mi sono accalorato un po’, ma non si può parlare di bambini in maniera neutrale, e ti ringrazio di avermi dato l’opportunità di spiegarmi.
Don Fabio
Don Fabio Bartoli, romano, ha 52 anni ed è Parroco della chiesa di San Benedetto. Ordinato il 16.5.1987 ha fatto tutto quello che un prete può fare, tranne la carriera diplomatica che non gli si addice. Licenziato in teologia morale non ha percorso la carriera accademica a causa di un gravissimo incidente stradale che lo ha paralizzato per un anno. È stato assistente nazionale della coccinelle (scout FSE) e del Rinnovamento Carismatico, dove è stato assistente nazionale della più antica comunità italiana, la Comunità Maria. In rete fin dal 1995, ha il blog “La fontana del Villaggio” (100.000 contatti l’anno). Ha una rubrica fissa settimanale su “La Croce quotidiano”, di Mario Adinolfi. Ha una rubrica il sabato mattina su Radio Radio, la più importante radio romana
Unifichiamo i commenti nel forum, nella discussione “Parliamo di omosessualità”
Don Fabio. Pur rimanendo dell’idea che non serva manifestare in questo momento, la voglio ringraziare per questo intervento pacato, fraterno, molto equilibrato. Credo farebbe molto bene sentire interventi così. Molti. Qualunque sia l’opinione esposta. La ringrazio.
Sono d’accordo con la lettera che ha scritto don Fabio Bartoli.Sono per la famiglia e il matrimonio tra un uomo e una donna. Non partecipo alla manifestazione
Grazie a Don Fabio per la preziosa, ottima lettera e a Don Mauro per la pubblicazione.
È importante sapere di avere dei padri così quando, seguendo l’appello del Santo Padre, ci “immischiamo” nella vita pubblica del paese testimoniando la verità, per amore di Dio e della Sua creazione.
Tutti al Circo Massimo, il 30 gennaio, a scrivere la storia!
Ciao Cecilia.
Grazie don Fabio , è stato di una chiarezza lapalissiana. Ha saputo smascherare con equilibrio, pacatezza e sopratttuto con cognitione di causa il DDL Cirinnà.Ma nonostante tutto credo che la manifestazione non sia risolutiva . Ritengo sia più incisivo ed efficace chiarire sempre di più a tutti (cosi come ha fatto lei, )che già esistono norme che garantiscono le unioni di fatto e che invece questa DDL è solo fumo negli occhi per potere poi continuare un percoso finalizzato a demolire la struttura identitaria dell’uomo , dove la persona più fragile e abusata nei suoi diritti fondamentali è proprio il bambino.
Su L’Huffington e ilussidiario sono usciti due miei pezzi sull’argomento ma preferisco aspettare domani per pubblicarli sul blog
Don Fabio , le auguro di riprendersi al più presto.
nonostante mi piace cio che dice don Fabio;credo che queste manifestazioni non.servano a nulla;se non a creare muri.Comunque la legge passera;le unioni civili si faranno;l Italia sara sanzionata se non.lo fara.Non c é nulla che puo impedirlo.grazie
Questa discussione prosegue nel froum al thread Parliamo di omosessualità