Blog / Le Lettere dal carcere / Lettere | 20 Gennaio 2016

Le Lettere dal carcere – Quindici giorni di felicità di un ergastolano

Ecco il diario minimo che Carmelo ha tenuto dei primi quindici giorni di permesso della sua vita
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Fra le molte lettere che ho ricevuto in questi giorni dai miei compagni mi hanno colpito queste parole di Alfio: “Sei il nostro compagno eroe. Sei quello che c’è l’ha fatta”. Questa frase mi ha fatto pensare che non sarò mai un eroe se non ce la faranno anche gli altri. E da domani continuerò a lottare più di prima affinché tutti gli ergastolani abbiano un calendario in cella e un fine pena.
(Diario di un ergastolano: www.carmelomusumeci.com )

Alla notizia che il Magistrato di Sorveglianza mi aveva concesso per la prima volta a casa quindici giorni di permesso mia figlia mi ha scritto: “Io e te… da sempre una cosa sola contro tutto… invincibili contro la speranza che ci avevano tolto… vincitori perché non ci saremmo mai rassegnati a vivere l’uno senza l’altra! Non importa quali difficoltà la vita ti metta davanti… vietato arrendersi, aspettare e compiangersi… siamo soltanto noi e la nostra determinazione gli artefici della nostra felicità! Divisi da sempre uniti all’anima…

22/12/2015 È difficile vivere senza un domani.Io ci ho vissuto per venticinque anni. Domani però torno alla vita. Ritorno a casa, da dove non sono mai andato via.

23/12/2015 Esco.Trattengo il respiro. Muovo la testa da tutte le parti. Il cielo mi sembra enorme. Non ho nessun muro davanti. Neppure a destra né a sinistra. Per una frazione di secondo ho l’impulso di voltarmi. E di tornare dentro l’Assassino dei Sogni per sentirmi protetto dalle mura e dalle sbarre del carcere. Non mi sono però mica rimbambito fino a questo punto. Raduno i pensieri. Ispiro profondamente. Chiudo gli occhi per vedere meglio dentro il mio cuore. E salgo in macchina del mio angelo che mi porterà a casa.

24/12/2015 Sono tanto felice. E anche tanto confuso.Oggi, dopo venticinque anni, il mio cuore s’è svegliato alla vigilia di Natale senza un blindato davanti e delle sbarre di dietro. E sono stato circondato tutto il giorno da tanti sorrisi.

25/12/2015 Sono uscito di casa con i miei nipotini. Sono stato ai giardini pubblici. E sulla passeggiata al mare. I bambini assomigliano ai filosofi perché ti fanno di continuo tante domande. E i miei nipotini vedendomi fare cose strane mi hanno chiesto perché abbracciavo gli alberi, toccavo l’erba e annusavo l’odore del mare.
Gli ho risposto che nel luogo dove sono stato per tanti anni non c’erano gli alberi, non c’era il mare e mi sono mancati tanto.

26/12/2015 Oggi la mia compagna mi ha dato le chiavi di casa. E mi sono sentito un uomo ancora più libero. Sono entrato e uscito una decina di volte in un’ora, perché è bellissimo aprirti e chiuderti la porta da solo senza aspettare che lo faccia una guardia.

27/12/2015 Oggi sono venuti a trovarmi degli amici e delle amiche di mia figlia. Mi hanno domandato come ho fatto a sopravvivere in tutti questi anni di prigione. Ho scrollato la testa sorridendo. Gli ho risposto che non lo sapevo. E che ormai non aveva più importanza.
28/12/2015 Oggi pioveva, ma nel mio cuore c’era il sole. Sono rimasto un po’ sotto la pioggia perché è bello bagnarsi da uomo libero. E ho pensato che la cosa più terribile del carcere è che con il passare del tempo ti abitui a vivere da prigioniero e ti dimentichi del mondo che esiste oltre il muro di cinta.

29/12/2015 Mia figlia mi ha portato di nuovo in spiaggia. E nel vedere e sentire le onde infrangersi nella spiaggia ho pensato che è tutta un’altra cosa immaginarsi il mare come ho fatto per tanti lunghi anni.

30/12/2015 Nonostante la felicità che sto provando in questi giorni spesso il mio pensiero va ai miei compagni dietro le sbarre. In questi giorni mi sento tanto fortunato che io ce l’ho fatta e loro no. E ho provato il desiderio di dividere con loro un po’ della mia felicità.

31/12/2015 Oggi ho passato uno dei più belli ultimi giorni dell’anno della mia vita, con mio figlio, mia figlia e la mia compagna. Mi sono sentito Ulisse che finalmente è tornato a casa.

1/01/2016 Oggi è il primo giorno dell’anno ed ho iniziato l’anno con il sorriso sulle labbra.Erano venticinque anni che non mi capitava più. Ho giurato a me stesso che continuerò a lottare contro l’esistenza in Italia della “Pena di Morte Viva” per me e i miei compagni. Ho sentito al telefono tanti amici e amiche che per molti anni mi hanno dato il loro affetto sociale.

2/01/2016 Una volta, tante vite fa, venivo chiamato “Il signore delle bische”.
Questa sera ho giocato a carte a “Scala quaranta” con il mio nipotino Lorenzo di nove anni. E mi sono subito accorto che non gli andava di perdere. Devo ammettere che non piace neppure a me.
…E ci sono rimasto male perché mi ha vinto venti euro.

3/01/2016 Questa sera mia figlia mi ha portato a cena al ristorante. Sono stato tanto felice. E ho pensato che la cosa che conta più di tutto nella vita è l’amore; l’amore è il metro per misurare tutte le cose.

4/01/2016 Questa sera ho raccontato un po’ di fiabe al mio nipotino Michael di sette anni, fiabe che non ho mai potuto raccontare ai miei figli. E mentre io parlavo, lui scriveva. Poi mi ha raccontato, quasi con un senso di colpa, che nel compito in classe sui nonni lui ha nascosto che il suo era in prigione. L’ho baciato con amore. E gli ho risposto che aveva fatto bene.

5/01/2016 Domani rientrerò di nuovo dentro l’Assassino dei Sogni, ma cerco di non essere triste perché penso che ho tanti nuovi ricordi d’amore che mi aiuteranno a continuare a sopravvivere nel mondo dei morti.

6/01/2016 Sono tornato alla mia tomba buia e triste, ma il mio cuore è illuminato e felice dal ricordo del sorriso dei miei nipotini. I miei figli ormai sono grandi e forse non hanno più bisogno del mio amore come quando erano piccoli, ma i miei nipotini ne hanno ancora bisogno e continuerò a lottare e a vivere per loro.

7/01/2016 I miei compagni mi hanno domandato com’era il mondo dei vivi. Mi è venuto in mente il “mito della caverna” di Platone e ho risposto loro che da dentro una prigione possiamo vedere solo le ombre della vita. Poi ho aggiunto che, al di là del muro di cinta, tutto è bello e vivo.

Carmelo Musumeci
Carcere di Padova, Gennaio 2016