Le lettere di Renato Pierri: Il Te Deum di don Mauro Leonardi, e il mio Te Deum
“Perchè possiamo ringraziare Dio nonostante l’Isis e il Bataclan”, è il titolo di un articolo del prete e scrittore Mauro Leonardi, apparso il 31 dicembre su Il Sussiidiario.net e sul blog “Come Gesù”. Le prime righe: “Anche quest’anno, l’anno del Bataclan, di Charlie Hebdo, della Siria, dell’Isis e di quant’altro, il 31 dicembre la Chiesa canterà l’inno di ringraziamento del Te Deum. Siamo “esseri graziati” e dobbiamo essere grati. Graziati dall’amore, graziati dalla bellezza, graziati da Dio che ci salva con l’amore. Siamo graziati da tutto l’amore che incontriamo nella vita. Dal buon giorno del portiere all’amore di tutta una vita portato all’altare o partorito o incontrato in un amico sincero…. Quando ringraziamo qualcuno, la bocca si apre in un sorriso dolce, gli occhi si allungano, e vengono quelle rughe che nessuna crema potrà mai togliere: le rughe del sorriso”. Pensando alle cose belle della vita, all’amore nella vita, ti ringrazio, Signore, ma il mio sorriso si spegne, diventa una smorfia se penso all’Isis, alle gole tagliate, a Charlie Hebdo, al Bataclan, alla Siria, alle valanghe di bombe sulla Siria, alle vittime innocenti in Siria. Pensando alle cose buone della vita, ti ringrazio Signore, ma il mio sorriso si spegne, diventa una smorfia, se penso alle cose cattive della vita, alla sofferenza inutile di tante creature innocenti, alla vicina di casa che ha perso la bimba undicenne a causa di un cancro. Se penso alle gioie della vita, ti ringrazio Signore, ma il canto si spegne, Signore, se penso alle disgrazie della vita, ai tanti bambini che nascono soffrendo e muoiono soffrendo. Il sorriso si spegne, il canto muore, se penso ai milioni di bambini malnutriti, al loro ventre gonfio, alle malattie, alle cecità, alle mosche sulle loro labbra. Sorrido, canto, Signore, se penso all’amore nella vita, se sento l’amore nella vita, ma il sorriso si spegne, il canto muore, se penso all’odio nella vita, alla cattiveria nella vita, alla ottusità nella vita. Il sorriso si spegne, il canto muore.
Carmelo Dini
Tratto da Il Pasquino