Blog / Una donna nel Vangelo | 02 Dicembre 2015

Giovedì 3 dicembre – Parole che sono roccia

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande». Matteo 7,21.24-27.

Ci sono parole che sono sabbia.
Scivolano e fanno scivolare.

Ci sono parole che sono roccia.
Solide.
Tutto reggono.

Le tue parole che entrano in me, si fanno volontà, vita, nelle mie mani.
Diventano una casa.
Forte.
Solida.
Pronta a contenere, proteggere, custodire.

Parlami.
Farò quello che vuoi.
E la mia vita non scivolerà via.

Questo commento del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).

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