Blog / Una donna nel Vangelo | 16 Novembre 2015

Martedì 17 novembre – Il mio peccato attira l’abbondanza del tuo amore

In quel tempo, Gesù entrato in Gerico, attraversava la città. Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «E’ andato ad alloggiare da un peccatore!». Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo; il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». Luca 19,1-10.

Hai fatto questa strada per incontrarmi.
Hai fatto questi alberi perché io potessi salirci e vederti da vicino.
Mi hai dato una casa perché ti accogliessi.
Mi hai dato gambe per correre e mani per incontrarti e servirti.
Mi hai fatto un cuore perché gioissi di te.
Mi hai lasciato rubare perché potessi restituire tutto e di più.
Perché il mio peccato attira l’abbondanza del tuo amore che tutto sommerge.
Mi hai dato una vita perduta e ladra.
Perché tu la cercassi e io te la donassi.
Eccola.
Eccomi.
Mi lascio trovare da te.
Mi lascio salvare e amare.
Sommergimi.

Questo commento del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).

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