Papa Francesco – La santità è controcorrente, ma è via della felicità
“La via della santità è la stessa via della felicità: è la via percorsa da Gesù, chi cammina con Lui entra nella vita eterna”. Così il Papa ieri pomeriggio celebrando la Messa nella Solennità di Tutti i Santi nel Cimitero del Verano a Roma. Presente al rito, il nuovo commissario di Roma, il prefetto Francesco Paolo Tronca. Francesco ha deposto una rosa bianca sulla tomba di una famiglia romana come segno di omaggio alla memoria dei defunti della diocesi. Il servizio di Paolo Ondarza:
I santi ci precedono nella patria celeste, ci accompagnano ed incoraggiano ad andare avanti nel nostro pellegrinaggio terreno. Con queste parole Francesco invita ogni uomo a mettersi in cammino sulla strada per raggiungere la vera beatitudine. Gesù è questa via, chi cammina con lui entra nella vita eterna:
“È un cammino difficile da comprendere perché va controcorrente, ma il Signore ci dice che chi che va per questa strada è felice, prima o poi diventa felice”.
Beato – spiega il Papa – è il povero in spirito, perché ha il cuore spogliato, libero dalle cose mondane: è atteso nel Regno di Dio. E’ beato chi è nel pianto perché chi “chi non ha mai provato tristezza o dolore non conoscerà mai consolazione”:
“Felici invece possono essere quanti hanno la capacità di commuoversi, la capacità di sentire nel cuore il dolore che c’è nella loro vita e nella vita degli altri. Questi saranno felici! Perché la tenera mano di Dio Padre li consolerà e li accarezzerà”.
E se siamo spesso impazienti, nervosi, lamentosi e abbiamo pretese, il Vangelo – ricorda Francesco – ci dice che beati sono i miti, come le mamme e i papà nei confronti di figli che li fanno impazzire”. Qualcuno ci precede nel cammino:
“Gesù ha percorso questa via: da piccolo ha sopportato la persecuzione e l’esilio; e poi, da adulto, le calunnie, i tranelli, le false accuse in tribunale; e tutto ha sopportato con mitezza. Ha sopportato per amore nostro persino la croce”.
Sono beati quanti hanno fame e sete di giustizia verso gli altri e verso se stessi: saranno saziati perché – prosegue Francesco – sono pronti ad accogliere la giustizia che solo Dio può dare. Beati anche i misericordiosi: “sanno perdonare, non giudicano tutto e tutti, ma cercano di mettersi nei panni degli altri”. Ogni uomo – ammonisce il Papa – ha bisogno di perdono: riconoscersi peccatori non è una formalità:
“E’ un atto di verità. E se sappiamo dare agli altri il perdono che chiediamo per noi, siamo beati”.
I santi inoltre sono pazienti seminatori di pace, “veri figli del Padre del Cielo che ha mandato nel mondo il suo Figlio come seme di pace per l’umanità”. Non sono felici, constata il Santo Padre, “quelli che seminano zizzania, o che cercano sempre le occasioni per imbrogliare. Dunque, conclude Francesco, sull’esempio dei santi “chiediamo al Signore la grazia di essere persone semplici e umili, la grazia di saper piangere, la grazia di essere miti, la grazia di lavorare per la giustizia e la pace, e soprattutto la grazia di lasciarci perdonare da Dio per diventare strumenti della sua misericordia”.