Blog / Una donna nel Vangelo | 26 Ottobre 2015

Martedì 27 ottobre – Attendevo te che ti facessi albero per il mio riposo

Diceva dunque: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo rassomiglierò? E’ simile a un granellino di senapa, che un uomo ha preso e gettato nell’orto; poi è cresciuto e diventato un arbusto, e gli uccelli del cielo si sono posati tra i suoi rami». E ancora: «A che cosa rassomiglierò il regno di Dio? E’ simile al lievito che una donna ha preso e nascosto in tre staia di farina, finché sia tutta fermentata». Luca 13,18-21.

Che strano regno.
Così piccolo da scomparire.
Non brilla su un monte.
Ma finisce sotto terra.

Che strano Dio.
Non domina gli uomini.
Ma si fa prendere dalle loro mani e gettare via.
Si fa prendere dalle mani di una donna e si lascia mischiare fino a scomparire.

Che strano uomo sei.
Parli di Dio e del suo regno con parole semplici che sanno di terra e di pane.

Le cose veramente grandi nascono piccole come un seme e l’albero che diventerà.
Le cose veramente buone vanno sempre unite, mischiate, generosamente.
La solitudine è morte.
E non è mai buona.

Attendevo te che ti facessi albero per il mio riposo.
Attendevo te che ti facessi pane per la mia fame.
Attendevo te.
E ora sei qui.

Questo commento del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).

“Una donna del vangelo” è anche sul network di Papaboys: ecco il link

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