Lettere di Renato Pierri -Monsignor Krzysztof Charamsa, L’Huffington Post, e l’uso della verità
Il Dialogo.org; Politicamentecorretto; Corriere di Puglia e Lucania 5 settembre
Monsignor Krzysztof Charamsa dichiara pubblicamente la sua omosessualità, presenta il suo compagno, e L’Huffington Post chiede (almeno così immagino) un articolo al prete e scrittore Mauro Leonardi, mettendolo in imbarazzo, considerata la delicatezza dei problemi: omosessualità e celibato. Mauro Leonardi scrive l’articolo, ma se la cava egregiamente, giacché non entra minimamente nel merito delle questioni, ma si limita a criticare il monsignore, così: «Il clamoroso coming out di monsignor Krzysztof Charamsa, officiale della Congregazione per la dottrina della fede e secondo segretario della Commissione teologica internazionale, è una sassata in fronte… Okay, Monsignore, ora lo sappiamo. Lo sappiamo noi, loro, lo sanno tutti. Pure la Santa Sede che, per voce di Padre Federico Lombardi, risponde con uno schiaffo: “Da Mons. Charamsa un gesto non responsabile, dovrà lasciare gli incarichi”. La chiesa ha ascoltato, e gli toglie gli incarichi. Poteva non farlo? Lo sa tutto il condominio direbbe una signora che conosco. Quando volano le urla, si alzano i toni, purtroppo si alzano le mani e volano gli schiaffi. Non va bene, anzi va malissimo, ma succede quando si grida» (L’Huffington Post del 3 ottobre). Abilissimo, Mauro Leonardi, abilissimo. Solo che parlare pubblicamente, senza offendere, nessuno, ma esponendo la proprie ragioni, come ha fatto il monsignore, non significa urlare, gridare, tirare metaforici sassi. Mauro Leonardi continua: “Ma dire la verità ed essere sinceri è la stessa cosa? Non lo so, non sempre, non se vuoi “usare la verità”. Neanche per avere ragione. Non c’è un modo giusto per usare bene la verità perché la verità non si usa mai. Neanche se hai ragione, neanche per avere ragione. La verità non si usa: al massimo si serve». La verità, in realtà, è strumento necessario alle volte, indispensabile, per denunciare soprusi, ingiustizie, cattivi comportamenti. Il monsignore non avrà pensato solo a se stesso, ma anche alla sofferenza di tante persone omosessuali e alla sofferenza di tanti sacerdoti “costretti” ad abbracciare il celibato per tutta la vita.
Elisa Merlo
Qui il link a Ildiaologo.org
Le prime righe di questa lettera non mi piacciono, perché ho scritto una cosa un po’ diversa da quella che pensavo.
“COSTRETTI ad abbracciare il celibato per tutta la vita”? Boh!
Ciao Filippo, ben venuto
…sacerdoti “costretti” ad abbracciare il celibato per tutta la vita.
Le virgolette hanno un senso.
Ti ho risposto nelle lettere di Pierri se vuoi puoirispondermi qua.Sai che sono daccordissimo con te
Su questa questione del celibato io potrei raccontare la mia esperienza, che smentisce l’incompetente Pierri…
Giuseppe mi piacerebbe tanto che tu raccontassi la tua esperienza. Sarebbe la prima volta che ci racconti qualcosa di tuo.
Mauro, se fossi fermato al primo punto della frase, Giuseppe non si sarebbe incazzato. Come se anche Giuseppe si fosse fermato alla virgola, non si sarebbe incazzato Renato. Però comprendo che alle volte uno abbia proprio desiderio di fare incazzare il suo prossimo.
Manca un “ti”.
Sandokan scusa, ma non capisco a quale frase ti riferisci e quindi non capisco dove secondo te mi sarei dovuto fermare.
MURO
=====
Giuseppe
Su questa questione del celibato io potrei raccontare la mia esperienza, che smentisce l’incompetente Pierri…
Mauro
Giuseppe mi piacerebbe tanto che tu raccontassi la tua esperienza. Sarebbe la prima volta che ci racconti qualcosa di tuo.
PONTE
======
Giuseppe
Su questa questione del celibato io potrei raccontare la mia esperienza.
Mauro
Giuseppe mi piacerebbe tanto che tu raccontassi la tua esperienza.
=====================================
Ora uno non è obbligato a costruire ponti o muri, fa quello che gli pare. Però, se uno lo vuole fare, un primo modo è scriversi mettendosi dal punto di vista di chi legge, soprattutto se ci si rivolge a una persona in particolare. Questo penso io.
Eheheheh
Ciò detto anche la “cazzimma” ha la sua utilità. Ma bisogna svilupparne l’arte. :-)
Hai ragione Sandokan, ci starò più attento.
Cmq la mia esperienza è presto detta.
Abbracciato il celibato per amor di Dio, sono stato meritatamente sollevato da responsabilità ecclesiali. Con la porta potenzialmente aperta al matrimonio seguo la chiamata, in cui, secondo la lettera Romani, non c’è pentimento da parte di Dio. Adempio alle responsabilità sopravvenute, ma non abbandono il celibato.
Quali costrizioni?
Quasi quasi mi forzano a lasciarlo.
Ma non è giusto. Non voglio!
Grazie Giuseppe per la tua apertura e grazie Sandokan che mi ha aiutato a costruire “ponti”. Questa discussione prosegue nel forum nel thread Celibato che passione!