Le lettere di Renato Pierri – Diversi tipi di aspide su siti religiosi
Politicamentecorretto 28 agosto 2015
Più si è avanti negli anni e più, per la maggior parte delle persone, diventa difficile ricredersi. Se per tutta la vita abbiamo creduto in qualcosa, quel qualcosa diventa parte della vita stessa, e ricredersi, ammettere d’essersi sbagliati, è come far morire una parte di sé. Per questo motivo molte persone giungono a negare l’evidenza, oppure proprio non vogliono prendere in considerazione l’evidenza, si rifiutano di pensare, di ragionare. Non vogliono neppure correre il rischio del dubbio. Niente, nessun ragionamento, nessuna dimostrazione, anche la più chiara, la più logica, è accettata. Nessun ragionamento che possa far vacillare certezze diventate parte della vita. Accade nell’ambito della politica, ad esempio, ma soprattutto nell’ambito della religione. Nella lettera del 19 agosto 1610 Galilei racconta a Keplero il comportamento dei docenti dello Studio di Padova: «Che dire dei più celebri filosofi di questo Studio i quali, colmi dell’ostinazione
dell’aspide, nonostante più di mille volte io abbia offerto loro la mia disponibilità, non hanno voluto vedere né i pianeti, né la luna, né il cannocchiale?». Si ha paura dell’evidenza, della verità, si ha paura di guardare attraverso il cannocchiale. Di questi aspidi, spesso anche giovani, se ne trovano a bizzeffe sui siti religiosi. Sul blog “Come Gesù” ad esempio, se ne possono osservare di tutti i tipi. C’è l’aspide che davanti all’evidenza si tura le orecchie, come quello biblico cui accennava Galileo, c’è l’aspide che grida allo scandalo, l’aspide che, al colmo dell’irritazione, tenta di morderti, e c’è l’aspide, infine, che fugge a gambe (si fa per dire) levate.
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