Renato Pierri – Il Messaggio di Fatima e l’ingenuità di Joseph Ratzinger
Sul blog “Come Gesù” del prete e scrittore Mauro Leonardi, leggo con santa pazienza, giacché parla d’inesistenti apparizioni della mamma di Gesù, il lungo commento teologico di Joseph Ratzinger, al Messaggio di Fatima. Per non annoiare il lettore, come mi sono annoiato io, trascrivo solo alcune righe bastevoli a dimostrare l’ingenuità del colto Papa.
“La parola chiave di questo « segreto » è il triplice grido: « Penitenza, Penitenza, Penitenza! ». Ci ritorna alla mente l’inizio del Vangelo: « paenitemini et credite evangelio » (Mc 1, 15). Comprendere i segni del tempo significa: comprendere l’urgenza della penitenza – della conversione – della fede”. Anche a me viene in mente il passo del Vangelo di Marco, viene in mente, però, per il netto contrasto. Giovanni Battista dice tranquillamente alla folla: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è giunto: convertitevi e credete al vangelo”. Lucia parla di un angelo con in mano una spada di fuoco che grida per ben tre volte «Penitenza!», pur sapendo che il suo monito sarebbe giunto agli uomini ben 83 anni dopo. Che bisogno c’era di tanta enfasi? Gesù ha mai parlato in tal modo? Ratzinger dimentica, poi, che per la veggente di Fatima, il termine “penitenza” non significava “conversione”.
Più avanti: “Esaminiamo ora un poco più da vicino le singole immagini. L’angelo con la spada di fuoco a sinistra della Madre di Dio ricorda analoghe immagini dell’Apocalisse”. Ovviamente al colto Ratzinger, poiché dà per scontato che l’incredibile messaggio abbia per davvero origini divine, non viene fatto di chiedersi come mai la Madonna dovrebbe ricorrere ad immagini analoghe all’Apocalisse. Se Giovanni scrivesse oggi L’Apocalisse non ricorrerebbe certamente ad immagini legate alla cultura del tempo, così come non vi ricorrerebbe Gesù, se venisse oggi a predicare sulla terra. Erano forse, quelle immagini, nella mente dell’ignorante pastorella portoghese? Non è possibile, giacché conosceva a malapena un po’ del vangelo. Le immagini, però, erano nella mente di suor Lucia, quando in convento, mise per iscritto il “segreto”. Così va il mondo.
Ancora più avanti: “Nella Via Crucis di un secolo la figura del Papa ha un ruolo speciale. Nel suo faticoso salire sulla montagna possiamo senza dubbio trovare richiamati insieme diversi Papi, che cominciando da Pio X fino all’attuale Papa hanno condiviso le sofferenze di questo secolo e si sono sforzati di procedere in mezzo ad esse sulla via che porta alla croce”. E qui non so se si tratta d’ingenuità o di furbizia, non maliziosa ovviamente, ma una furbizia inconsapevole per ingannare se stesso: poiché l’immagine descritta da suor Lucia non può riferirsi a nessun papa in particolare, Ratzinger se la cava egregiamente affermando che si riferisce un po’ a tutti i papi di questo secolo. Ma sì, ma sì.
Riguardi a Giovanni Paolo II, scrive: “Non doveva il Santo Padre, quando dopo l’attentato del 13 maggio 1981 si fece portare il testo della terza parte del « segreto », riconoscervi il suo proprio destino? Egli era stato molto vicino alla frontiera della morte ed egli stesso ha spiegato la sua salvezza con le seguenti parole: « … fu una mano materna a guidare la traiettoria della pallottola e il Papa agonizzante si fermò sulla soglia della morte » (13 maggio 1994). Si dà il caso però che Lucia parli di un “vecchio mezzo tremulo con passo vacillante” che viene colpito da frecce e proiettili (che cosa c’entrano le frecce?), mentre Giovanni Paolo II era nel pieno delle forze quando subì l’attentato. Lucia il vecchio tremulo lo fa morire, Giovanni Paolo II si salvò. E allora? Allora Ratzinger anche qui se cava egregiamente: “Che qui una « mano materna » abbia deviato la pallottola mortale, mostra solo ancora una volta che non esiste un destino immutabile, che fede e preghiera sono potenze, che possono influire nella storia e che alla fine la preghiera è più forte dei proiettili, la fede più potente delle divisioni”. Capito? Le nostre potenti preghiere possono smentire i messaggi della Madonna. Poi Ratzinger prende a parlare della scena dei due angeli che riempiono del sangue dei martiri annaffiatoi di cristallo (altrimenti il sangue non si vede) e con essi irrigano le anime. E qui conviene fermarsi…
Ma si sarà mai chiesto il colto teologo per quale motivo la Madonna dovrebbe affidare le sue parole a dei bambini e non a persone mature (anche se semplici come bambini) e responsabili, come fece Gesù? Sarebbe giunto a noi il Vangelo se Gesù avesse parlato a dei bambini ignorantissimi e non agli apostoli?
Renato Pierri
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