Articoli / Blog / Rassegna stampa | 30 Luglio 2015

La Croce Quotidiano – A che punto siamo? Risposta di Mauro Leonardi a Padre Tommaso Pio Fatone

Una persona del blog che ringrazio mi segnala questa Lettera indirizzatami da Padre Tommaso Pio Fatone. L’articolo di don Fatone è riportato sulla pagina fb de La Croce. È del 24 giugno 2015 ed è in risposta all’articolo richiestomi da La Croce in occasione dalla giornata del 20 giugno in Piazza san Giovanni. Dopo la mia risposta, per facilitare la lettura, riporto di seguito l’articolo di Padre Fatone. Grazie!
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A CHE PUNTO SIAMO?

Grazie a te Padre Tommaso e scusa del ritardo nel risponderti: purtroppo solo in questi giorni mi è stato segnalato questo tuo articolo sulla manifestazione del 20 giugno. Io ho un blog in cui tratto anche questi temi e non riesco a stare aggiornato su tutte le pubblicazioni che mi riguardano ed è per questo che invito chiunque voglia dialogare pubblicamente con me, a farlo attraverso il blog.  Ti scrivo questo per scusarmi, appunto, del ritardo nel risponderti, anche se devo aggiungere che, poiché io sono molto esposto su internet, mi sembra un po’ strano scrivermi una “Lettera aperta” senza inviarmela per mail, taggarmela, insomma in qualche modo assicurarti che io l’abbia letta.
Tanti sono i temi che metti sul tavolo nel tuo articolo. Vorrei fermarmi sulla chiusura dell’articolo visto che è passato più di un mese da quella manifestazione.
Sono circa trent’anni che l’Italia ha in agenda la “questione” omosessuale.
Che non è una questione qualunque perché porta il nome e il cognome di tante persone che sono cittadini italiani come te e come me. È pertanto una questione delicata come tutte le questioni che riguardano le persone e la loro vita. Il 20 giugno 2015 si è concretizzata la manifestazione di piazza S.Giovanni e anch’essa si inserisce nella discussione di questi trent’anni. Mi vengono in mente varie considerazioni. Tu parli di una deriva da fermare. L’immagine è quella di un’onda, di qualcosa che sta per arrivarci addosso. Io parlo con tante persone che sono nei nostri quartieri, che sono nostri vicini di casa e che sono coppie omosessuali che già hanno una vita comune e spesso hanno anche dei figli. Vanno dal pediatra con le altre famiglie, cercano scuole dove i loro figli possano crescere con i figli degli altri. Tommaso, non c’è nessuna ombra che incombe, nessuna deriva da fermare: le persone omosessuali sono un prossimo che già c’è. Un prossimo che, come tutti i prossimi, è qui, tra me e te. La domanda è: vogliamo vivere anche con loro sì o no? La manifestazione del 20 giugno è stato un aiuto a capirci, a vivere insieme, o almeno a cercare di farlo? Oggi, 30 luglio, quali sono stati i risultati ? Divisione sociale come prima, anzi rinfocolata da esternazioni di entrambe le parti, anzi di parti che diventano sempre più “schieramenti” che combattono da trincee opposte e che sono sempre meno “cittadini” di uno stesso stato e condomini dello stesso palazzo.
L’iter legislativo è andato avanti. C’è, su fb, chi fa il conto alla rovescia di quanto manca alle unioni civili. Siamo ad un’ ottantina di giorni. Sulla pagina on line del Senato della Repubblica, Senato Pd, l’onorevole Cirinnà spiega che dopo la manifestazione non c’è stato nessun rallentamento all’approvazione della legge al senato ma solo normali tempi tecnici e burocratici. Cioè, io così capisco da ignorante, il programma di marcia della legge sta andando avanti nel rispetto di tutti i tempi.
Nel frattempo si inaspriscono le dichiarazioni e le esternazioni sui giornali e sui social e, spesso, si riparte da lì, dalla manifestazione del 20. È di l’altro ieri la notizia che pochi giorni fa la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha, come previsto, condannato l’Italia per la conclamata violazione dell’art. 8 CEDU (diritto al rispetto della vita familiare), non esistendo ad oggi nel nostro Stato alcun mezzo di riconoscimento delle coppie omosessuali.
Certo, come da tua citazione, ogni città ha mura da difendere: non dimentichiamo però che i nostri vecchi e amati medievali nelle mura ci mettevano anche porte e ponti levatoi perché senza di essi non si può vivere. Ti chiedo a chi giova l’immagine di perenne guerriglia da assediati? Le mura ci sono per custodire una comunità, una società, che è casa comune per tutti. Per tutti. Ripeto quali sono i risultati ad oggi? Abbiamo una sanzione internazionale a nostro carico e la legge sta andando avanti. Ad ottobre sarà realtà, anzi a fine anno, dice Renzi. E, emendamenti e lungaggini procedurali permettendo, da più parti cattoliche ormai quando si parla delle unioni civili le si cita come “male minore”.
Aggiungo un’ultima cosa, ed è che a molti la manifestazione non è arrivata come “la voce gioiosa di un popolo che non è contro nessuno”. Sai bene che, al contrario, molti si sono sentiti aggrediti. Mi piace l’espressione che hai usato per sacerdoti e religiosi, definendoli “madri e padri spirituali” perché lo siamo. Devo dire allora che, come ho imparato dai tanti genitori che conosco, quando un padre o una madre parla, si confronta: a volte grida, anche; urla, magari. Ma se un figlio gli espone le sue ragioni, se il figlio gli dice che soffre, che si sente offeso, se solo vede che quel figlio è  ferito dal proprio modo di parlare o di dialogare, quel genitore si ferma, si interroga e cerca di capire se c’è un modo diverso di parlare con lui.
Si ferma e cerca di capire, perché crede al dolore che gli manifesta il figlio. Ci crede perché crede al figlio. Crede a quello che vede sul suo viso e ascolta da lui.
Ti è mai capitato di stare a parlare con qualcuno che parla dei preti ed espone idee e ideologie e tu sei lì, prete, e dici “non è vero, non è così” ma l’altro continua? ti è mai capitato che “chi parla” parla di quello “che sa”, ma peccato che “quello che sa” sia negato da chi è presente e dice: io sono uno di quelli di cui parli e ti dico che non è così, ciò di cui parli non c’entra con la realtà: ma per lui, per chi parla, questo è solo un dettaglio insignificante? “I preti pensano solo alla carriera”, proclama. Il prete presente dice “non è così”, ma chi parla continua dicendo: tu sei un’eccezione, lascia perdere perché io di preti ne conosco tanti, ti è mai capitato? sicuramente sì.
Ecco, a me sembra che continuare a parlare di battaglie, mura, assedi, cavalli di troia, spinga tutti a una situazione come quella che ho descritto. Forse se ci fermassimo ad ascoltare chi abbiamo accanto a noi, scopriremmo che ha anche lui qualcosa da dirci. E potremmo, da quel tavolino, ripartire.

Con affetto
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Ecco l’articolo di Padre Tommaso Pio Fatone
LETTERA APERTA A DON MAURO LEONARDI

Caro don Mauro Leonardi,
mi permetto di darti del tu perché, oltre che confratelli nel sacerdozio siamo anche amici su Facebook.
Ti ringrazio per il tuo contributo e do atto alla redazione del quotidiano La Croce di essere stata non poco inclusiva e coraggiosa nel pubblicarla, nonostante diverga dal pensiero del suo fondatore, poiché potrà servire senz’altro, come scrivi tu, ad allargare il contenuto e gli orizzonti del dibattito culturale sulla famiglia.
Mi permetto, però, come partecipante alla manifestazione di sabato scorso e quindi da te indirettamente chiamato in causa, di farti alcune osservazioni.
1) Che possano esserci veramente lobbie o complotti, forse non ne abbiamo le prove, ma non riuscirei altrimenti a spiegarmi tutto questo asfissiante martellamento mediatico contro la famiglia naturale e in favore di tutto ciò che mira a distruggere i fondamenti antropologici, culturali e morali dell’umana società.

2) Che bisogna togliersi prima la “trave” dal proprio occhio, siamo tutti cristianamente d’accordo, ma qui non si tratta di giudicare la “pagliuzza” del prossimo, quanto di difendere qualcosa di troppo grande da una serie di attacchi imminenti e micidiali.

3) Si rischia di ridurre il dibattito a contrapposizione ideologica? Di quale dibattito stiamo parlando, se non ci si può azzardare a dire o fare più niente, che si viene bollati immediatamente con i più spregiativi e offensivi epiteti? Su quale forum poi, se le tv e i giornali sono ormai da tempo palesemente schierati contro?

4) È chiaro che la famiglia non si salva (solo) negando il matrimonio agli omosessuali, ma formando meglio le nuove generazioni; però è pur vero che, concedendoglielo, oltre che non fare il bene degli stessi richiedenti, si innescherebbe un ulteriore meccanismo di smantellamento dell’istituto familiare stesso.

5) “Il mondo laico ha identificato tutto il mondo cattolico con le posizioni espresse sabato 20 in piazza San Giovanni”? Magari! Forse non essendoci stati né tu né loro, non avete potuto apprezzare la bellezza, il clima di festa e di apertura della manifestazione, cui hanno partecipato anche musulmani, ebrei ed anche omosessuali.

6) “Cercare alleanze con chi la pensa diversamente da noi … per trovare soluzioni che favoriscano il bene comune”?
Ben vengano, però quali alleanze si possono trovare con chi è accecato dall’ideologia, con chi vuol mettere a tacere con l’insulto oggi e con il braccio armato della legge domani (se passasse il ddl Scalfarotto) ogni posizione contraria?
Con chi sta cercando surrettiziamente e subdolamente di far passare leggi liberticide e distruttive?
Forse ti riferisci ad eventuali mediazioni o compromessi, in sostanza alla ricerca di un male minore?
L’esperienza recente ci dimostra al contrario, purtroppo, che cercare alleanze si è dimostrato alla lunga perdente e che accontentarsi del male minore è stato sempre un fallimento: dal divorzio accettato ieri per risolvere i casi limite, siamo passati con l’entusiasmo di tanti cattolici al divorzio breve oggi; dall’aborto per i casi di pericolo per la salute della donna ieri, alla piccola abortiva oggi; dalla fecondazione omologa della legge 40 di ieri, oggi grazie anche alle picconature della magistratura, siamo arrivati a quella eterologa e chissà quanto altro ancora.
Vogliamo aprire ai matrimoni gay oggi?
Bene, ma domani ci ritroveremo a scendere in piazza non solo per impedire le adozioni gay e l’utero in affitto, ma anche per fermare la legalizzazione di pedofilia, incesto, ecc. !
È di qualche settimana fa, infatti, la notizia che l’associazione statunitense degli psichiatri ha derubricato la pedofilia a semplice orientamento sessuale; negli ’60 era stato fatto lo stesso per l’omosessualità. Se questo è il trend …!

7) Abbiamo perso la possibilità di dialogare con chi la pensa come noi, ma si trova all’interno di schieramenti opposti?
Può darsi anche ma, a parte che bisognerebbe appurarlo, vuoi mettere che a fronte di qualche perdita di consenso, avremmo centinaia di migliaia o milioni di consensi in più dalla nostra parte?

La verità è, caro don Mauro, che o fermiamo adesso questa deriva, oppure non la fermiamo più.
O la fermiamo adesso, che possiamo farlo, perché ancora la legge non ce lo impedisce, o sarà troppo tardi!
Qualsiasi piccola concessione fungerà da ‘cavallo di troia’.
Non vogliamo contrapposizioni politiche?
Ma qui non si tratta di difendere idee o poltrone, ma ciò che di più caro, di più grande, di più bello abbiamo: la vita umana, i figli, la famiglia, la società stessa!
Formiamo le coscienze, sì, ma ora è tempo di scendere in piazza, di difendere i beni più preziosi come difendessimo le mura della nostra città, parafrasando la felice esortazione del card. Caffarra
Il servo di Dio, mons. Tonino Bello, presidente di Pax Christi, uomo di pace, quando si trattava di difendere i diritti dei più deboli non si vergognava di metterci la faccia partecipando in testa a cortei e manifestazioni.
Oppure volgiamo distinguere tra diritti di seria A e diritti di serie B?
Io voglio sperare che la prossima volta, insieme a tutte le famiglie, scendano in piazza anche tutti i sacerdoti (compreso te) e i religiosi, come padri e madri spirituali, ma anche perché figli del nostro popolo.
Solo così il ‘Palazzo’ ed i ‘Forum’ mediatici saranno finalmente costretti ad ascoltare la voce gioiosa di un popolo che non è contro nessuno, ma altro non vuole il bene della società, con l’apporto positivo di tutti gli uomini e donne di buona volontà, senza distinzione di orientamento sessuale.
Grazie.

Il tuo confratello e amico, pTP Tommaso Pio Fatone