Blog / Sandokan | 14 Maggio 2015

Le Lettere di Sandokan – Amiche

«Ma tu quindi hai anche amiche donne?».
«Sì».
«E tua moglie lo sa?»
«Certo che lo sa».
«E non dice niente?».
«Non direi che non dice “niente”, non dice di “no”. Non dice neanche di “sì”. Voglio dire che non è che debba “acconsentire”. Non chiedo “permessi”, di solito. Ma neanche lei li vuol dare. Si volta ogni tanto, dalla mia parte, per vedere se sono ancora lì. In caso di bisogno è pronta a correre in mio aiuto. Mi ama. Pure io faccio così con lei. La amo anch’io. Ma ha smesso di credere che lei sia in grado di soddisfare tutti i miei bisogni. Anche per me vale lo stesso discorso, naturalmente. Non sono certo il suo principe azzurro.
Voglio dire che io non credo che il “matrimonio” serva a risolvere i problemi della vita, a soddisfare i propri bisogni. Forse alcuni, non certo tutti. Molte donne invece sono alla perenne ricerca del principe azzurro. Ne conosco alcune che lo cercano al “circolo del tennis”, senza farsi scoprire dal marito, ma ne conosco altre che invece lo cercano nella loro fede. Perché sono state educate con sani principi e certe cose non le fanno. Ma tu le senti parlare del loro Dio, di quello in cui dicono di credere, di colui che dicono di amare, e somiglia moltissimo al principe di Biancaneve. Facci caso».
«E tu non ti senti “in pericolo” ad avere confidenze intime con donne? Riesci a essere “solo amico”? Non desideri niente di più?».
«Guarda, io non riesco a essere “solo amico” di nessuno. E vorrei avere confidenze intime con tutti. Non sono mai in cerca di “compagnia”. Certo ho una “compagnia” – un insieme di persone con le quali ho piacere a conversare, persone che cerco quando sono allegro e quando sono triste – ma questa compagnia non l’ho mai cercata. E’ semplicemente la conseguenza delle mille relazioni intime che cerco e delle poche amicizie che trovo. A volte mi capita di stare in mezzo a persone con cui non ho alcuna intimità – né potrò mai averla, lo so – e allora mi ammutolisco, così mi dice mia moglie. La compagnia senza amicizia mi imbarazza e mi disturba».«Mi stai dicendo che c’è un po’ di sano desiderio sessuale, anche solo inconscio, tra te e le tue amiche?».«Ti rispondo da ingegnere. L’amore è una grandezza vettoriale che ha una proiezione sull’asse dell’amicizia, ma non solo. Ha proiezioni anche sull’eros, per esempio. C’è eros nelle relazioni intime, in tutte, ma è una cosa diversa dal sesso. Eros, per me, è il desiderio di possedere ciò che si ama, che non è desiderio di trombarselo. Naturalmente l’atto sessuale è una manifestazione dell’eros, ma non è certo l’unica».«Quindi le desideri, ma ti trattieni perché sei sposato? ».«No, guarda. Non hai capito. Io amo le mie amiche, naturalmente per come ne sono capace. Il modo in cui manifesto questo mio amore per loro non sta nel “trattenermi”, ma nel non desiderare di accoppiarmi con loro. Se invece lo desiderassi, ma mi trattenessi, farei una cosa giusta (secondo quelli che sono i miei principi di giustizia) ma dovrei allontanarmi da loro per continuare a essere giusto. Non ci potrebbe essere più una relazione intima perché ci sarebbe un segreto in me che non potrei condividere con loro, proprio perché ho scelto di trattenermi». «Forse ho capito».«Meno male che ho trovato qualcuno a cui dirlo. Ma tu lo sai che ci sono donne che si offendono se io dico loro che non le desidero sessualmente? Non è che vogliano darsi a me, vogliono semplicemente sentirsi desiderate da me. Sono quelle che ti dicono “guarda che siamo solo amici”. Lo dicono per tranquillizzare se stesse, per sentirsi a posto con la loro coscienza. Ma in fondo al loro cuore non desiderano affatto che sia così, almeno per me».«Quindi tu non ti trattieni mai davanti ad altre donne? Non le desideri mai sessualmente?».«Ma certo che con alcune mi trattengo. Con Belen mi trattengo. Ma io non amo Belen, ho solo desideri di accoppiamento con lei. E lo farei pure, per garantire la sopravvivenza della specie. Per istinto animale. Però mi trattengo. Mi aiuta mia moglie a trattenermi».«Sei uno scemo».«Un po’ sì. Però mi fa rabbia chi sente sempre il bisogno di mettermi in guardia dai pericoli della concupiscenza – chi mette in guarda parla un po’ così – partendo dalle mie amicizie con le mie amiche. Così, senza conoscere me, senza conoscere loro. Ma chi sono costoro? Sono forse mia moglie? O per caso pensano che siamo tutti come loro? Non bisogna mai ragionare dozzinalmente, penso io. Mi ricordo quella frase del Talmud, che ho sentito in Schindler’s list: chi salva una vita salva il mondo intero. Ecco, io penso che chi impara ad amare davvero, profondamente, una persona sola – il coniuge, un fratello, una sorella, un amico, una amica … chi può amare, il mondo è vasto, ci sono tante strade per imparare ad amare – scopre di amare tutti, uno per uno. Ama il mondo intero».

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