24 febbraio – L’amore è fatto a forma di perdono
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.» Matteo 6,7-15.
Non sprechiamo parole.
Amore mio.
Non voglio averti con la forza delle parole.
Ma con la forza delle carezze, degli abbracci, degli sguardi.
La forza della tua presenza.
Io e te: eccola la forza della mia vita.
Una sola parola.
Non ne sprecherò altre.
Ti amo.
Ti amo.
Tu sai cosa voglio.
Ti amo.
Questo è il mio bisogno.
Amarti.
Che mi ami.
E non c’è bisogno di parole.
E non c’è bisogno di domande.
Lo sappiamo.
Lo sai.
Dammi tu.
Dammi tu le parole.
Le parole per amare.
C’è un nome da sapere.
Una volontà da fare.
Un pane da prendere.
Debiti da colmare.
Tentazioni da evitare.
Un male da estirpare.
E solo tu.
Solo tu, amore mio, puoi darmi le parole.
Le parole per amare.
Come è fatto l’amore?
È fatto a forma di perdono.
Quanto amo?
Quanto mi ami?
Tanto.
Tantissimo.
Perché mi perdoni tutto.
Perché mi perdoni tutta la vita.
Insegnami la forma dell’amore.
Insegnami il perdono.
Quanto ti amo.
Tu mi ascolti il cuore.
Le mie parole non domandano nulla.
Ripetono.
Ripetono solo.
Ti amo.
Ti amo.
Non faccio domande.
Ma ottengo tutte le risposte
Un nome santo.
Una volontà d’amare.
Un pane buono.
Un debito colmato.
Libera.
Libera e amata.
La mia preghiera, le tue parole.
Questo commento del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).
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