Papa Francesco – Superare ogni tipo di emarginazione
“Non avere paura di guardare un povero negli occhi”: così Papa Francesco che all’Angelus chiede di “eliminare ogni tipo di emarginazione sociale”. Francesco ricorda che, come per il lebbroso di cui ci parla il Vangelo di Marco, emarginato dalla società e guarito da Gesù, così l’amore di Cristo può toccare e risanare chiunque dal male del peccato. Poi, il pensiero a quanti in Estremo Oriente si apprestano a festeggiare il capodanno lunare sotto il segno della fraternità. Un applauso chiesto per i nuovi cardinali e il rinnovato invito a pregare per il Papa. Il servizio diFausta Speranza
“Cristo non si pone a distanza di sicurezza e non agisce per delega”: questo il messaggio di Francesco che sottolinea:
“Dio non viene a “tenere una lezione” sul dolore; non viene neanche ad eliminare dal mondo la sofferenza e la morte; viene piuttosto a prendere su di sé il peso della nostra condizione umana, a portarla fino in fondo, per liberarci in modo radicale e definitivo. Così Cristo combatte i mali e le sofferenze del mondo: facendosene carico e vincendoli con la forza della misericordia di Dio”.Nel racconto dell’evangelista Marco il malato è un lebbroso e Papa Francesco ribadisce: “una malattia contagiosa e impietosa, che sfigura la persona, e che era simbolo di impurità: il lebbroso doveva stare fuori dai centri abitati e segnalare la sua presenza ai passanti.” “Era – aggiunge – emarginato dalla comunità civile e religiosa. Era come un morto ambulante.”
Gesù manifesta compassione per il lebbroso, che significa – spiega – “patire-con-l’altro”. Da parte sua, il lebbroso ha supplicato Gesù e il Papa la definisce “una preghiera umile e fiduciosa”. La preghiera, e poi Gesù che per salvarlo lo tocca. Francesco dice: “un particolare che è molto importante”. E Francesco chiarisce: se vogliamo essere veri discepoli di Gesù, dobbiamo superare ogni tipo di emarginazione:
“Di fronte a un povero o a un malato non dobbiamo avere paura di guardarlo negli occhi e di avvicinarci con tenerezza e compassione e di toccarlo e di abbracciarlo…. Spesso ho chiesto alle persone che aiutano gli altri di guardarli negli occhi che il gesto di aiuto sia anche un gesto di comunicazione……..”.
E poi l’invito a ricordarci dei Sacramenti perché tutti possiamo essere risanati dal peccato:
“Questo avviene ogni volta che riceviamo con fede un Sacramento: il Signore Gesù ci “tocca” e ci dona la sua grazia. In questo caso pensiamo specialmente al Sacramento della Riconciliazione, che ci guarisce dalla lebbra del peccato.”
E Francesco lascia una certezza:
“Se il male è contagioso, lo è anche il bene. Pertanto, bisogna che abbondi in noi, sempre più, il bene. Lasciamoci contagiare dal bene e contagiamo il bene!”
In definitiva, il senso dell’incontro con Gesù:
“L’azione di Gesù contro ogni specie di male, a beneficio dei sofferenti nel corpo e nello spirito: indemoniati, ammalati, peccatori… Egli si presenta come colui che combatte e vince il male ovunque lo incontri.”
“Gesù – dice si espone direttamente al contagio del nostro male; e così proprio il nostro male diventa il luogo del contatto: Lui, Gesù, prende da noi la nostra umanità malata e noi prendiamo da Lui la sua umanità sana e risanante.”
Dopo la preghiera mariana, un augurio speciale del Papa “di serenità e di pace a tutti gli uomini e le donne che nell’Estremo Oriente e in varie parti del mondo si preparano a celebrare il capodanno lunare”. “Tali festività – afferma Francesco – offrono loro la felice occasione di riscoprire e di vivere in modo intenso la fraternità, che è vincolo prezioso della vita familiare e basamento della vita sociale”.
“Questo ritorno annuale alle radici della persona e della famiglia possa aiutare quei Popoli a costruire una società in cui si tessono relazioni
interpersonali improntate a rispetto, giustizia e carità.”