Blog / Papa Francesco | 13 Febbraio 2015

Papa Francesco – Lettera ai cardinali neo eletti: la porpora è servizio

Una vocazione, un servizio e non un premio  a culmine della carriera. Così il Papa in una lettera ai 20 nuovi cardinali che riceveranno la porpora nel prossimo concistoro del 14 febbraio. Il documento datato 4 gennaio 2015 è stato pubblicato oggi da L’Osservatore Romano. Francesco mette in guardia dallo spirito di mondanità che – scrive – “stordisce più della grappa a digiuno, disorienta e separa dalla croce di Cristo”. Essere cardinale – prosegue –  significa dare testimonianza della Risurrezione del Signore e darla totalmente, fino al sangue se necessario.

Di seguito il testo integrale della lettera:

Caro fratello,

oggi è stata resa pubblica la tua designazione come Cardinale della Santa Chiesa Romana. Ti giunga il mio saluto con l’assicurazione della mia preghiera. Chiedo al Signore di accompagnarti in questo nuovo servizio, che è un servizio di aiuto, sostegno e speciale vicinanza alla persona del Papa e per il bene della Chiesa.

E proprio in ordine ad esercitare questa dimensione di servizio, il cardinalato è una vocazione. Il Signore, mediante la Chiesa, ti chiama ancora una volta a servire; e ti farà bene al cuore ripetere nella preghiera l’espressione che Gesù stesso suggerì ai suoi discepoli per mantenersi in umiltà: «Dite: “Siamo servi inutili”», e questo non come formula di buona educazione ma come verità dopo il lavoro, «quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato» (Lc 17, 10).

Mantenersi in umiltà nel servizio non è facile quando si considera il cardinalato come un premio, come culmine di una carriera, una dignità di potere o di superiore distinzione. Di qui il tuo impegno quotidiano per tenere lontane queste considerazioni, e soprattutto per ricordare che essere Cardinale significa incardinarsi nella Diocesi di Roma per darvi testimonianza della Risurrezione del Signore e darla totalmente, fino al sangue se necessario.
Molti si rallegreranno per questa tua nuova vocazione e, come buoni cristiani, faranno festa (perché è proprio del cristiano gioire e saper festeggiare).

Accettalo con umiltà. Solo fai in modo che, in questi festeggiamenti, non si insinui lo spirito di mondanità che stordisce più della grappa a digiuno, disorienta e separa dalla croce di Cristo.
Arrivederci dunque al 14 febbraio. Preparati con la preghiera e un po’ di penitenza. Abbi molta pace e letizia. E, per favore, ti chiedo di non dimenticare di pregare per me.
Gesù ti benedica e la Vergine Santa ti protegga.
Fraternamente,
Dal Vaticano, 4 gennaio 2015