28 gennaio – Passa una mano su di me
Di nuovo si mise a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto, stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono. Un’altra cadde fra i sassi, dove non c’era molta terra, e subito spuntò perché non c’era un terreno profondo; ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. Un’altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. E un’altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per intendere intenda!». Quando poi fu solo, i suoi insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli disse loro: «A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole, perché: guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano, perché non si convertano e venga loro perdonato». Continuò dicendo loro: «Se non comprendete questa parabola, come potrete capire tutte le altre parabole? Il seminatore semina la parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma quando l’ascoltano, subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro. Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono. Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l’inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane senza frutto. Quelli poi che ricevono il seme su un terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l’accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno». Marco 4,1-20.
Cominci sempre di nuovo.
Una volta.
E un’altra ancora.
Una storia.
E un’altra ancora.
Un insegnamento.
E un altro ancora.
Sei così.
L’amore è così.
Ricomincia.
Sempre nuovo.
Sempre all’inizio.
È una storia bellissima.
Che bello che sei amore mio.
Quando ti fermi.
E inizi a raccontare.
A spiegarmi.
E mi dici una cosa per insegnarmi.
Insegnarmi la vita con una storia.
Mi dici. Ascoltami.
E io non desidero altro: la tua voce.
Io ho le orecchie per ascoltarti.
E il cuore per accoglierti.
Aiutami a comprenderti.
Aiutami a prenderti.
Passa una mano su di me.
Proteggi quello che mi hai donato da chi passa a rubarmelo.
Metti terra, versa acqua sul mio amore poco profondo perché non bruci quello che mi hai donato.
Passa una mano su di me.
E strappa da me tutto quello che soffoca i doni che mi hai fatto.
E ora affonda le mani su di me.
Metti il tuo seme nella parte di me pronta per te.
Nella parte di me che hai fatto per te.
Custodiscimi.
Attendi con me i frutti del nostro amore.
Amore mio.
Spiegami la mia vita.
Guardala con me.
Toccala con me.
Scaccia Satana che conosce le parti dure della mia vita.
Scaccialo.
Amore mio.
Tienimi forte la mano nella tribolazione.
Abbracciami stretta.
Non voglio perdere la forza.
Non voglio perderti.
Amore mio.
Amami tantissimo.
Insegnami ad amarti.
E le tentazioni non mi soffocheranno.
Amore mio entra nella mia vita buona.
Nella mia vita piena di te.
Pronta a prendere il tuo seme e a fiorire, fiorire in te, per te.
Questo commento del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).
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