26 gennaio – L’amore è la preghiera più bella
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l’operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio». Luca 10,1-9
Mai soli.
In due.
Perché per amare.
Ci vuole qualcuno da amare.
Mai soli.
In due.
Poi arriverai tu.
Dove due si amano.
Tu arrivi.
Tu sei.
E non c’è bisogno di altro da portare.
Come farò a fuggire dai lupi se sono scalza?
Come farò a gridare aiuto o a parlare di te, se non posso neanche salutare?
Se stono tanti, perché ci mandi in due solamente?
Cosa donerò se non ho né borsa né sacca per contenere qualcosa?
Parlerò con te, amore mio.
A te dirò chi incontrerò.
Siamo in due io e te.
E due è il numero per amare.
E quello che doneremo non sta nelle borse.
Ma nel cuore.
È la pace.
Se siamo in due.
Basta.
Basta per me e per te.
Basta per scappare dai lupi anche se i piedi si feriranno senza sandali.
Se siamo in due basta.
Basta.
Basta per la messe anche se è tanta.
Perché se siamo in due e ci amiamo.
E l’amore è la preghiera più bella.
E l’amore è la preghiera più feconda.
E riempie i campi e raccoglie tutta la messe.
Se siamo in due.
Basta.
Perché l’amore fa aprire tutte le porte.
Imbandisce le mense.
Placa ogni casa.
L’amore guarisce tutto.
Che meraviglia questo regno che sei, che arriva, che viene.
Un regno fatto di due.
Che bussa.
Che entra.
Che si siede a tavola.
Che mangia.
Che riposa in piedi.
Che parla di te che sei la pace mia, l’amore mio, la vita mia.
Che meraviglia questo regno che sei.
Che annunciamo in due.
Che facciamo in due.
Io e te.
Amore mio.
Questo commento del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).
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